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Omaggio a Zecharia Sitchin 2010 - 2018

Mai come nel caso di Zecharia Sitchin potremmo dire che il famoso detto: "Nemo propheta in patria" sia vero.

Con oltre 50 milioni di copie vendute in tutto il mondo e i suoi libri tradotti in oltre 30 lingue, Sitchin fu un emerito sconosciuto in Azerbaijan, la sua patria natìa.

E' attualmente impossibile reperire i suoi libri nelle librerie azere, solo qualche collezionista può vantare di avere una copia del suo "Dünya tarixçəsi" - l' unico libro di Sitchin mai stampato in Azerbaijan - da noi uscito col titolo "Il pianeta degli Dei", il best-seller assoluto "The 12th Planet", oppure una copia turca di "Kozmik şifre" (Il codice del Cosmo) o di "Enkinin Kayıp Kitabı" (Il libro perduto del dio Enki).

Ricordo che quando, nell' Ottobre 2016, ho girato le librerie di Baku alla ricerca di un suo libro in lingua, rimasi shockato nello scoprire che nessun libraio aveva mai avuto disponibile un suo libro in nessun catalogo.

Nel resto del mondo, Sitchin é stato uno studioso precursore dei tempi, che analizzando il materiale a sua disposizione, con la grande difficoltà di quei tempi nel reperire il materiale, seppe costruire una teoria che soddisfaceva ogni crisma e risolveva tutti, ma proprio tutti, i misteri del passato. E lo faceva con una teoria credibile, che nel corso dei 42 anni passati da quel primo libro, ha avuto non decine ma centinaia di conferme.

E proprio su questo, sulla difficoltà avuta da Sitchin nel creare la sua teoria, voglio riportarvi un estratto del mio prossimo libro De Homine, in cui per la prima volta rendo merito al suo grandissimo sforzo, sperando di riuscire a farvi capire quanto la sua ricerca é stata importante specialmente in relazione a quanta difficoltà ha dovuto superare.


“[...] Come terzo ed ultimo punto, vogliamo ribadire che Sitchin scriveva in un periodo storico nel quale non vi era un accesso alle fonti ampio come quello attuale. Se per noi attualmente è facilissimo cercare e reperire pressoché qualsiasi documento, fino agli anni 2000 non era così. Non esisteva un 'database' di informazioni dove andare a pescare, bisognava girare per librerie e biblioteche, essere iscritti a numerose riviste specialistiche, e leggere pagina per pagina ogni singolo libro ed articolo. Non solo: noi ora possiamo anche fare ricerche online atte a scoprire SE qualcuno ha scritto di un dato argomento, usando delle parole chiave. Ai tempi di Sitchin, non era così. Bisognava andare a leggere lunghi cataloghi di testi sperando di essere fortunati. Inoltre, l' informazione cercata poteva non essere inclusa nel titolo o nell' abstract (il riassunto iniziale degli articoli), ma poteva invece apparire come una nota, o come nozione non mirata all' interno di una discorso completamente differente. Chiarire questo terzo punto è particolarmente importante: il lettore deve capire che Sitchin poteva trovarsi nella condizione di non avere accesso a tutto il materiale pubblicato e disponibile, e poteva trovarsi in condizione di non sapere nemmeno che di un argomento qualcuno aveva scritto. Un caso legato a questo terzo punto è quello relativo alla divinità ZU / ANZU. Nei suoi primi libri Sitchin parla del Mito di ZU, citando uno studio antiquato di un autore(“The Chaldean account of Genesis”, di George Smith, 1876), nonostante al momento in cui scriveva gli assiriologi (Landsberger nel 1961, ma sopratutto T. Jacobsen in “God or Worshipper”, 1989) avessero già proposto che il nome doveva essere letto non 'ZU' ma ANZU, poiché il segno dingir/AN davanti al nome del personaggio doveva essere letto con la sua resa fonetica, e non come determinativo delle divinità . L' aver utilizzato materiale 'antiquato' e chiamato, nel 1976, il personaggio col nome di ZU, valse a Sitchin numerose critiche, nonostante quella di Landsberger del 1961 fosse solo una proposta ancora non ufficialmente accettata; nel tempo, comunque, egli corresse la cosa nei suoi libri successivi.

Abbiamo voluto chiarire tutto ciò, ed esplicare questi tre punti da tenere presenti, per far capire al lettore quanto sia difficile affrontare un tipo di ricerca come quella fatta da Sitchin, e come sia ancora più difficile pretendere di corroborare o smentire punto per punto la sua ricostruzione. [...]”


Oggi ricorre l’ ottavo anniversario della morte di questo grande studioso.

Continuiamo a portare avanti il suo lavoro, senza esitare, senza tirarci indietro.

Sarà il nostro modo per dirgli “Grazie” per i suoi sforzi e per ciò che, con questi sforzi, ci ha donato.




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