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Il libro costituisce il naturale seguito di "Testi Sumeri - tradotti e commentati", e nasce dalla rielaborazione degli appunti personali dell' autore presi duranti i suoi anni di studio da autodidatta della lingua sumera.

INTRODUZIONE DAL LIBRO:

La lingua sumera

La lingua sumera, considerata attualmente dalla maggior parte dei linguisti la prima lingua scritta, veniva chiamata dai Sumeri Eme.ki.en.gir.ra, traducibile come "lingua di Kiengir" (l' etnonimo della regione di Sumer), o Eme.gi7, "lingua natia", mentre gli Accadi la chiamavano lišān Šumeri, ossia "lingua della terra di Sumer". È attestata come lingua parlata dalla fine del IV millennio a.C., e fu parlata e scritta più o meno continuativamente fino ai primi secoli del II millennio a.C., sebbene continuasse poi ad essere usata come lingua colta nelle scuole scribali anche nel I millennio a.C.

Dopo la sua morte come lingua corrente venne usata dagli scribi Accadi, Assiri e Babilonesi come lingua letteraria, colta e sopratutto in ambito liturgico e legale; le ultime registrazioni di parole sumere si hanno in alfabeto greca sulle tavolette d' argilla greco-babilonesi (tra il I secolo a.C. ed il I secolo dell' Era Cristiana) che documentano la fine della tradizione della scrittura cuneiforme in Mesopotamia. In termini generali, la lingua sumera era parlata nella Mesopotamia meridionale all' incirca dall' area di Nippur in giù.

Attualmente esistono diverse scuole di pensiero circa eventuali origini e parentele di questa lingua, con un nutrito numero di accademici che sostiene si tratti di un isolato linguistico, una schiera che la riconosce come lingua proto-turchica, ed alcuni linguisti che la identificano come una lingua proto-indoeuropea derivante - assieme ad altre - da una famiglia chiamata Eufratico. Dal momento che la maggior parte dei testi sumeri furono composti da parlanti non sumeri dopo la scomparsa della lingua o quando già essa stava venendo soppiantata dall' accadico, una descrizione dello sviluppo storico della lingua sumera appare impresa molto difficile. Gli elementi caratteristici della lingua sono l' agglutinazione (vale a dire che le parole consistono di sequenze di distinti morfemi), l' ergatività scissa (cioè, il soggetto di verbi intransitivi e l' oggetto di verbi transitivi sono contrassegnati in alcuni casi allo stesso modo) ed un sistema di classe del nome al posto di una distinzione per genere (più precisamente, é operante una opposizione tra nomi animati e nomi inanimati). Un' altra particolare caratteristica di questa lingua, tutt' oggi uno dei misteri insoluti dai nostri studiosi, parrebbe essere stata – almeno secondo alcune scuole di pensiero – la presenza di toni, come accade in lingue quali il mandarino ed alcune lingue africane; alcuni studiosi ipotizzano questa tonalità come spiegazione dell' incredibile uso di omofoni tipico di questa lingua.

Il lessico é caratterizzato nella grande maggioranza dei casi da parole monosillabiche e bisillabiche, molte delle quali sono – appunto - omofone. Nomi e verbi sono espressi da una parola mono o bisillabica che può essere modificata da un certo numero di prefissi e suffissi; il sostantivo, in sumero, si presenta in diverse terminazioni legate alla presenza di casi linguistici: ergativo, assolutivo, genitivo, dativo, comitativo, terminativo, ablativo-strumentale, locativo, e locativo-terminativo. Non solo: la lingua sumera presenta anche un incredibile numero di modalità o 'umori', tutti espressi sul verbo sotto forma di prefissi, che vanno dal vetitivo (particella che pone un veto / negazione al significato del verbo) al coortativo (particella che trasforma il significato del verbo in una 'speranza che' l' azione descritta dal verbo si presenti) passando per il prospettivo (particella che definisce temporalmente un' azione). La lingua sumera, al culmine del suo sviluppo, appariva dunque come una lingua estremamente complessa, probabilmente mai compresa pienamente dai suoi utilizzatori non sumeri che la diffusero a partire dal XXV secolo a.C.

In seguito alla scomparsa della lingua e della civiltà dei Sumeri, i semiti mesopotamici (Accadi principalmente) continuarono ad apprendere il loro idioma e la loro letteratura, ereditando così numerosi elementi culturali della loro civiltà e favorendo una loro trasmissione ad altre società del Vicino Oriente. Alcuni testi colti scritti in sumero attestano l' uso del dialetto Eme.sal, una sorta di "lingua fine" (spesso tradotta con "lingua delle donne" ma in realtà molto usata in ambito sacerdotale) che venne impiegata per scrivere forme grammaticali e lessicali in certe composizioni letterarie come inni e lamentazioni. La maggior parte delle composizioni in Eme.sal risalgono all' ultima fase del periodo antico-babilonese. Un gran numero di testi cuneiformi mesopotamici é scritto in sumero: documenti economici, giuridici, amministrativi, iscrizioni reali, opere letterarie (ad esempio i tantissimi miti, le epiche e gli inni), incantesimi, proverbi, testi liturgici e tanto altro ancora. Nel II e I millennio a.C., il sumero sopravvisse in Babilonia e in Assiria come lingua per composizioni letterarie e per iscrizioni reali, mentre termini prettamente sumeri sono utilizzati in ogni ambito scientifico. Il lessico sumero era estremamente ampio: sono noti più di 100 termini legati ai metalli ed alla loro lavorazione, e la maggior parte dei termini utilizzati nell' astronomia ed astrologia babilonesi ed assire sono in lingua sumera.

Secondo i periodi storici di composizione dei testi sumerici si possono distinguere tre principali stadi della lingua: sumero antico o classico (testi dal 2700 a.C. circa fino alla fine della dinastia di Akkad, 2200 a.C. circa), neo-sumero (2200-2000 a.C. circa) e antico-babilonese (2000-1600 a.C. circa). Nonostante ciò, abbiamo testimonianze scritte in pittografico risalenti fino al 3200 a.C. circa - per lo più registrazioni di transazioni economiche - che testimoniano come questa lingua fosse già formata e parlata ben prima del periodo classico / antico.

Testi in sumerico venivano studiati nelle scuole scribali accadiche, babilonesi ed assire per apprendere la scrittura cuneiforme e per acquisire competenza sia nella lingua sumera come lingua colta che nei generi letterari sumerici.


Area di diffusione della lingua sumera e della scrittura cuneiforme

La regione sumera era la Mesopotamia meridionale e includeva le città di Nippur (Nuffar), Lagash (Al-Hibba), Uruk (Warka), Ur (Muqayyar), Eridu (Abu Shahrain), Kish (Oheimir), Adab (Bismaya), Umma (Giokha), Shuruppak (Fara), Girsu (Telloh) e tanti altri centri; il luogo di origine dei Sumeri e della loro lingua – però - é ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi. Non meno dubbio é se il sumero fosse anche parlato in altre aree, infatti evidenti tracce di sumero scritto sono state trovate in numerose località nei dintorni (ad esempio in Anatolia, l' odierna Turchia) e perfino gli Ittiti, nel XII secolo a.C., incorporavano parole sumere nelle loro iscrizioni in lingua indoeuropea. Attraverso la diffusione dell' istituto della scuola scribale nelle città della Mesopotamia, il sumero divenne una parte fondamentale della pratica degli scribi, infatti l' apprendimento del sumero era necessario per imparare la scrittura cuneiforme.

Tale sistema di scrittura, adottato inizialmente per registrare la lingua sumera, fu poi utilizzato dai semiti e da altre popolazioni vicino-orientali per scrivere le proprie lingue dal III al I millennio a.C.

Al di fuori dell' area propriamente sumerofona, il cuneiforme venne impiegato con alcune modifiche per scrivere l' accadico (dialetti antico-accadico, babilonese e assiro), l' ittita, l' urrita, l' elamitico e l' antico-persiano.

Recenti scoperte avvenute a partire dagli anni '60 del XX secolo, sembrano tuttavia aprire una nuova linea di ricerca circa le origini di questa lingua e del suo sistema di scrittura: se confermati come pittografico affine a quello utilizzato in Mesopotamia nel IV millennio, alcuni segni ritrovati su tavolette rinvenute nel sud della Romania e della Serbia orientale (e datate all' arco temporale tra il 6000 ed il 4500 a.C.) potrebbero riscrivere la linguistica e la storia della scrittura.

 

Il contenuto di questo libro

Questo libro si propone come un breve manuale introduttivo allo studio della lingua sumera nella sua forma classica, e nasce dal desiderio di colmare, almeno in parte, una grave carenza del panorama editoriale italiano: la mancanza di un testo introduttivo che non sia dedicato agli accademici. Troppo a lungo, infatti, la lingua sumera é rimasta appannaggio esclusivo di studiosi di linguistica relegati all' ambito accademico, i cui lavori estremamente tecnici, dettagliati, e pieni di sigle e convenzioni di scrittura hanno scoraggiato i non addetti ai lavori dallo studio di questa importantissima lingua. Avendo studiato la lingua sumera da materiale accademico, ed avendo già pratica nella stesura di manuali introduttivi per autodidatti (uno dedicato alla lingua romena, ed uno dedicato alla lingua azera), abbiamo sentito il bisogno di comporre questo testo introduttivo per portare la lingua sumera "a casa di tutti", allo stesso tempo concludendo un ideale percorso editoriale iniziato ormai svariati anni or sono con il nostro libro "Testi Sumeri tradotti e commentati". Da tale libro abbiamo estrapolato il vocabolario essenziale, che qui riproponiamo in versione riveduta e corretta.

Nel libro verranno trattati gli aspetti essenziali della lingua sumera, con numerosi esempi presi da grammatiche accademiche e da testi tratti dalla vastissima letteratura sumera; verranno tralasciati alcuni aspetti non essenziali quali la fonologia e aspetti particolari riguardanti i verbi (es: forme hamtu e maru) per le quali rimandiamo ai validissimi testi indicati in bibliografia.


Convenzioni utilizzate e note

Le grammatiche di lingua sumera generalmente utilizzano numerose convenzioni di scrittura, alcune più o meno universali, altre personali; tra queste convenzioni figurano in genere:

  • l'uso del trattino (–) per separare morfemi base, e del punto (.) per separare i suffissi

  • l' uso del carattere maiuscolo per marcare morfemi sumeri il cui valore fonetico non é univoco

  • l' uso di numerali collegati al termine del morfema o suffisso per identificare un preciso segno cuneiforme (es: gen7 identifica un segno diverso da gen2), in particolare l' uso di accenti e retroversi per marcare i numerali di omofonia II e III (ad es: é = e2, è = e3)

  • l' uso costante della ridupplicazione, ad ogni inizio morfema, dell' ultima consonante del morfema precedente


 

In questa grammatica introduttiva, invece, abbiamo scelto di facilitare di molto le cose al lettore, adottando solo poche convenzioni:

  • scriveremo in grassetto corsivo tutti i termini sumeri, ed in corsivo le traduzioni italiane

  • utilizzeremo solo il punto (.) come separatore

  • utilizzeremo sempre numerali per indicare ogni valore di segno


 

Solo nel vocabolario finale introdurremo, per comodità, una convenzione di scrittura di alcuni caratteri speciali della lingua sumera nella quale useremo il fonema -sh- per indicare il carattere speciale š ed il fonema -ng- per indicare il carattere speciale ĝ. La scelta di questi due fonemi non é casuale, e si basa anzi sulla più probabile pronuncia dei due caratteri speciali in lingua sumera come ricostruita dai filologi.

Siamo certi, basandoci sull' esperienza personale, che questo sistema faciliterà di molto al lettore neofita la memorizzazione dei termini.

Indice del libro

  • INTRODUZIONE

La lingua sumera

Area di diffusione della lingua sumera e della scrittura cuneiforme

Il contenuto di questo libro

Convenzioni utilizzate e note

  • I SOSTANTIVI – SINGOLARE E PLURALE

Sostantivi singolari

Nomi definiti e indefiniti

I nomi al plurale – il marcatore .ene

La catena nominale

I determinativi

  • I PRONOMI

Pronomi personali

Pronomi interrogativi e dimostrativi

Pronomi possessivi

Pronomi riflessivi

  • IL SISTEMA DEI CASI - INTRODUZIONE

I casi nella lingua sumera

Un esempio tipico: il Genitivo

  • INTRODUZIONE AI VERBI

Il verbo Essere e sua coniugazione

La Copula

  • LA CATENA VERBALE IN SUMERO

Un semplice esempio introduttivo

Le radici verbali 

Gli affissi personali 

I prefissi dimensionali 

I prefissi modali 

Un esempio pratico

  • L' ERGATIVITA'

Soggetti e oggetti 

Frasi transitive ed intransitive 

I concetti di Agenti e Pazienti 

L' Ergatività scissa

Un esempio transitivo 

Due ulteriori esempi

  • ANCORA SUI CASI

Il Comitativo

L' Ablativo / Strumentale

Esercizio finale

  • DIZIONARIO ESSENZIALE 

  • BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

  • TESTI DI RIFERIMENTO

  • L' AUTORE

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