E' il libro "definitivo" dove convergono molti degli studi dell' autore. Grazie alle conoscenze acquisite studiando le mitologie ed i testi mesopotamici, grazie alle analisi bibliche ed alle sue ricerche di storia del Cristianesimo, grazie agli anni di studi su Occultismo e Satanismo, l' autore traccia a partire da Sumer l' origine delle figure di Yahweh e di Satana, veicolando nel corso di 5000 anni il meccanismo col quale si é arrivati alla nascita del Satanismo moderno.
L' autore, transumanista e postumanista convinto, vede in queste due filosofie la naturale evoluzione dell' idea Satanista.
​
Presentazione del libro:
Finora tutti i libri che trattano di Satanismo sono sempre stati di due tipi: quelli scritti da parte avversa, generalmente da religiosi o antropologi al servizio della Chiesa, e quelli scritti da esponenti di gruppi satanisti, generalmente composti di un condensato di filosofia e ritualistica. Nessuno di questi due tipi ha affrontato il tema nei suoi aspetti storici e sociali, nessuno di questi libri ha descritto il fenomeno per le sue idee, la sua evoluzione, e il modo in cui il Satanismo influenza ed è influenzato dall' Uomo e l' ambiente in cui vive.
​
Questo libro cerca di porre rimedio a questa grave lacuna, presentando un' analisi storica, filosofica, societaria, dell' evoluzione del Satanismo dalle sue radici fino alle nuove tendenze tecno-filosofiche del Transumanesimo del XXI secolo.
Estratti da vari capitoli del libro
INTRODUZIONE
Scrivere di Satanismo non é mai cosa facile né conveniente. Ma anche leggere di Satanismo non é né facile né conveniente. Perciò se io devo fare appello a tutto il mio coraggio per scriverne, chiedo a voi di fare altrettanto per arrivare fino alla fine di questo libro.
Anche solo il termine Satanismo ha l' effetto di incutere timore nella gente; porta alla mente tutti quei concetti che sono stati creati nel corso dei secoli per ottenere proprio questo effetto. Ci tornano in mente la faccia della piccola Regan del film L' Esorcista, l' Inquisizione, le streghe sul rogo, demoni e mostri abominevoli che cercano in ogni modo di rubarci l' anima. Ci tornano in mente le decine di cronache di omicidi a scopo rituale di cui abbiamo sentito parlare alla TV o letto nei giornali. Naturale dunque che, di fronte alla possibilità di indagare sul fenomeno racchiuso in questo termine, la gente normale abbia paura. Quasi tutti coloro i quali si accostano al Satanismo lo fanno per curiosità, per voglia di ribellione, per vincere la noia, per essere diversi, e presto o tardi abbandonano questo interesse senza mai averne nemmeno colto il succo. Spesso senza nemmeno aver lontanamente scorto cosa il Satanismo sia. Alcune persone si definiscono satanisti, sono iscritte a una delle tanti organizzazioni sataniste, ne scrivono in siti, ne parlano, collezionano materiale, son ferratissimi dal punto di vista documentale e teorico, ma non sentono interiormente questa filosofia.
Non vivono il Satanismo, ne sono solo informati, e magari nemmeno bene.
​
Ci sono poi persone che invece anche senza sapere nulla sull' argomento sono satanisti dentro, perchè in loro alberga, spesso senza che ne siano a conoscenza, la fiamma che costituisce la base del Satanismo: il desiderio di conoscere e vivere il mondo intorno.
Nonostante – o forse grazie a - la confusione che avvolge il termine “Satanismo”, sull’argomento si è scritto tanto, anche se quasi sempre da un’ottica avversa. Non mancano ovviamente bellissimi scritti editi da chi vive o ha vissuto il Satanismo in prima persona, tra i quali possiamo ricordare “The Satanic Bible” di Anton LaVey, il padre del Satanismo moderno, l' altrettanto eccellente “The Satanic Scriptures” edito da magus Peter H. Gilmore, successore di LaVey alla guida della Church of Satan. Così come il magistrale “Compendium Daemonii” redatto dal gruppo che si auto- identifica col nome di Tempio di Satana. Tutte queste opere però si rivelano, allo stato attuale, incomplete.
Nonostante le filosofie esposte siano e saranno sempre valide, perchè rappresentano il succo del Satanismo, le loro analisi storiche risultano a volte viziate a volte obsolete, e pertanto non trattano l' argomento in maniera completamente esaustiva.
Il libro che vi apprestate a leggere rappresenta, al contrario, la più completa ed attuale analisi del fenomeno satanista, che viene descritto, come si conviene, attraverso l’ottica satanista stessa, arricchita da una analisi storica basata su uno studio indipendente e non condizionato da religione, percorso o credo personale. La completezza di questo libro non sta, come molti si potrebbero aspettare, nel trovare in esso citati il maggior numero di gruppi satanisti, o pagine e pagine di descrizione delle correnti, della diversificazione di pensiero, etc., ma nella presentazione approfondita del concetto di Satanismo collegato al suo sviluppo nel corso della storia, e nella sua presentazione in ambiti societari attuali e in via di evoluzione. Questo libro si presenta, in sostanza, come una guida per identificare il Satanismo nella sua evoluzione storica dagli inizi fino alla sua attuale applicazione nel mondo in cui viviamo. A differenza degli altri libri scritti da satanisti, questo NON contiene una sezione riguardante la Magia. Riteniamo che l' argomento magico releghi troppo il Satanismo al ruolo di pratica religiosa / tradizionale, diventando causa di fraintendimento e confusione. Il Satanismo non é Magia, é filosofia, é storia, é evoluzione, e come tali va affrontato. Non troverete qui nemmeno alcun riferimento a questioni e personaggi che comunemente vengono associati dall' ignorante al Satanismo, quali per esempio la teosofa visionaria Blavatsky o quel gruppo di potenti chiamati comunemente Illuminati, sui quali sono basate non poche teorie cospirazioniste.
Parlare di Satanismo significa parlare di Satana, e indirettamente quindi, significa parlare di Dio. Questo perchè anche se tutte le religioni annoverano nel loro corpus l' equivalente di Satana, il modello vero e proprio é il Satana tramandato dalla cultura ebraico- cristiana. Dunque per parlare di Satanismo, é necessario conoscere Satana e Yahweh, e dovrete quindi affrontare un cammino storico lungo quasi 4000 anni.
​
​
SATANA
[...]
Millenni fa qualcuno ha voluto creare due personaggi fittizi, Yahweh e Satana, e ha portato avanti, con metodi subdoli, questa nuova concezione fino ai giorni nostri. L' opera, pur così lontana nel tempo e grandiosa, non è in realtà così complessa come si potrebbe pensare: é bastato semplicemente creare questi personaggi e imporli inizialmente a suon di guerre di conquista. Il popolo ebraico, militarmente molto forte, potendo contare al proprio interno elementi di gruppi etnici da sempre dediti all' arte delle armi, ha conquistato con la spada e col denaro tantissime terre e popolazioni. Il resto, purtroppo, l' ha fatto la natura umana e la sua innata mancanza di responsabilità. Soprattutto con la nascita della parte più subdola del post-ebraismo, il Cristianesimo, l' uomo si é macchiato di azioni riprovevoli con la giustificazione di rivalersi da decenni di persecuzione da parte dell' Impero Romano. E quando il Cristianesimo (che ancora non era codificato e standardizzato) riuscì a fare breccia a Roma, si vide la strada spianata per la conquista definitiva. Conquista che continua ancora oggi e che nel corso di questi ultimi due millenni ha prodotto una serie lunghissima di tragedie ovunque si sia affacciato, in qualsiasi arco storico, sempre con la scusa di portare 'la Parola del Signore' agli infedeli . Una parola d' Amore, viene detto, ma imposta con la spada, con la corruzione, con le connivenze tra Stato e Chiesa, sfruttando l' ignoranza di molti fedeli e di molti ministri del culto che, lasciatisi abbindolare dal fasullo messaggio propagandato, credevano e credono di essere nel giusto. Ma bando alle ciance, e torniamo ai nostri quattro personaggi mesopotamici. Analizziamoli e conosciamoli uno per uno. [...]
​
YAHWEH
Prendete un aereo che vi porti nel sud dell' Iraq, ovviamente dopo aver messo in valigia la vostra macchina del tempo tascabile. Uscite dall' aeroporto, dirigetevi in uno dei tanti villaggi del governorato di Al- Qaadisiyah, aprite la valigia e mettete in funzione il vostro dispositivo.
Destinazione: il primo giorno di luna nuova del 3760 a.C.
Assisterete a grandi festeggiamenti: é il primo giorno del calendario di Nippur, il più antico calendario del mondo, nonchè il primo anno (inteso come lasso temporale) che gli uomini abbiano mai iniziato a contare. I festeggiamenti sono in onore di due divinità, Anu ed Enlil, padre e figlio. Anu é il Dio dei cieli, un dio che vive nei cieli e che solo raramente scende sulla Terra a fare visita ai suoi parenti e alla popolazione di Sumer; Enlil invece é il Signore del Vento, il reggente di Sumer, il capo supremo degli dei (comunque subordinato a suo padre, il quale però sembra non avere molto interesse per le cose terrene). Ho usato un concetto ambiguo in questa presentazione, il concetto di “dio”; in effetti i sumeri, la prima civiltà del nostro pianeta, non conoscevano il concetto di divinità, loro chiamavano questi personaggi DINGIR (per facilità di consultazione ho riportato in Appendice A la genealogia di questi esseri), un termine che dai nostri studiosi é stato tradotto in molti modi, e al quale é stato attribuito, appunto, il significato di DIO. Questo però é solo perchè i nostri studiosi vivevano, come viviamo noi, in un mondo in cui il concetto di divinità esiste già e descrive quei caratteri che loro vedevano attribuiti ai dingir: il potere, la longevità, il decidere delle cose terrene e celesti, il loro fare continuo su e giù tra terra e cielo.... un serpente che si morde la coda. I sumeri descrivevano i loro dingir come personaggi in carne ed ossa, ognuno con un compito particolare, ognuno che presiedeva a determinate funzioni, anche se alcuni di essi operavano in più ambiti. Così, se Enlil era descritto come un abilissimo organizzatore e gestore, egli aveva, in qualità di capo, potere decisionale su tutto, pur se non aveva capacità tecniche su una data materia. Chi, al contrario, aveva capacità e conoscenza in tantissime materie, spesso scientifiche, era suo fratellastro Ea. Egli era il figlio primogenito di Anu, avuto però da una concubina di nome Nammu, non dalla sua sposa ufficiale Antu (dalla quale invece ebbe Enlil); le complicate regole di successione dei dingir però prevedevano che l' erede legittimo al trono nei cieli fosse il figlio avuto da una sorellastra, anche se era il minore tra i figli maschi nati. E Antu, oltre che moglie, era sorellastra di Anu. [...]
​
​
STORIA RECENTE DI SATANA
Se autori come Matthew Gregory Lewis, con le sue novelle gotiche (The Monk - 1796), dipingono Satana e il demonio in generale come un essere terrificante, per ispirare orrore nei lettori, la maggior parte degli autori del periodo che va dal XVIII al XX secolo ha riscoperto il lato intelligente e romantico, a tratti idealista, di Satana, spesso tramutandolo in Lucifero. La classica visuale di Satana come abominevole principio di peccato e avversione alla religione, infatti, era troppo radicata per poter essere rivalutata pienamente; perciò si decise, più o meno consciamente, di dedicarsi al personaggio di Lucifero che per sua natura (basandosi sulle tradizioni) era relativamente meno negativo. Del resto già Milton con il suo “Paradiso Perduto” aveva dipinto l' antagonista di Dio come un fiero, intelligente e romantico personaggio. Tra questi tentativi di romanticizzazione di Satana / Lucifero ricordiamo gli splendidi lavori di Sir William Blake, in particolare il “Matrimonio tra inferno e paradiso” in cui Satana é descritto come un essere energico, individualista, in perenne opposizione a un Dio autocratico e despota; ma ricordiamo anche George Gordon Byron, Percy Shelley, i quali trasformano Satana in un' icona di individualismo, romanticismo, forza vitale, rivolta politica e sociale. Come prevedibile, un pubblicizzare Satana in questa maniera non poteva passare inosservato né essere tollerato. Ricordiamo come più veemente antagonista della scuola romantica e del suo modo di descrivere Satana lo scrittore Robert Southey, uno dei più feroci critici nei confronti del lavoro di Byron. Southey fu colui che propose di nominare la scuola romantica come “La scuola di Satana”. Non mancarono comunque autori che descrissero Satana come un personaggio oscuro... il più famoso é certamente Baudelaire, anche se probabilmente l' opera migliore fu quella di Arthur Rimbaud, con il suo “Una stagione all' inferno”, ove questo inferno rappresenta la cultura cristianizzata in cui il poeta si trova a vivere e dalla quale cerca di fuggire. Senza espliciti riferimenti al diavolo o a Satana, l' opera di Rimbaud costituisce un documento unico e importantissimo perchè, con lui, scopriamo per la prima volta il MODO DI PENSARE SATANISTA, la lamentela e l' insofferenza di un uomo prima e per natura libero che viene soggiogato dalla cristianizzazione dalla quale tende a sfuggire e alla quale tenta di ribellarsi. [...]
​
​
LE CORRENTI SATANISTE
Un fenomeno complesso come il Satanismo non può essere racchiuso in una sola visuale. Come ogni dottrina od ogni filosofia, esso é soggetto all' interpretazione di chi lo vive e quindi, a seconda del punto di partenza o del percorso scelto, il Satanismo si ammanta di quelle caratteristiche che contribuiscono a far sì che si possano individuare varie scuole di pensiero o correnti. Alcune di queste correnti sono quasi vere e proprie forme di culto, mentre le altre sono filosofie di vita o complementi del proprio credo personale. Cosa intendo con ciò? Intendo che il percorso satanista può portare a capire meglio i personaggi e i fatti del credo che già si professa. Prendete il caso di un cristiano osservante. La Fede lo obbliga a credere non solo in tutto ciò che la Bibbia gli racconta, ma anche ad accettare le successive modifiche all' idea originale del Cristianesimo codificato dai Padri della Chiesa dal IV secolo in poi.
Ma affrontare uno studio sul Satanismo può voler dire, per quel cristiano, conoscere AL DI LA DELLA FEDE i personaggi di cui il suo credo gli parla. Identificarli può portare ad abbandonare il credo professato, ma può anche portare ad abbandonare semplicemente la parte FIDEISTICA DEVOZIONALE senza a causa di ciò rigettare il messaggio cristiano, se si continua a sentirlo proprio. Scoprire che quando Gesù ci racconta di Satana che lo tenta nel deserto sta mentendo, non significa necessariamente disapprovare l' insegnamento che Gesù in molti passi neotestamentari trasmette. Venire a scoprire che Yahweh non è il dio infallibile, unico e solo, non necessariamente deve portare ad abbandonarne il culto. Deve però portare a non riconoscerlo più per quel che viene spacciato. Può portare dunque a una consapevolezza di MODIFICA DELLA FORMA senza necessariamente disapprovare IL MESSAGGIO.
Prendiamo invece il buddista. Uno dei principali insegnamenti del Buddha era che il fardello karmico dell' uomo viene alleggerito di vita in vita attraverso una serie di alternanze di esperienze positive o negative. Ma positivo e negativo sono solo due termini che descrivono un risultato comparato ad una aspettativa. Se l' uomo si aspetta qualcosa, e l' esperienza che vive non soddisfa questa aspettativa, tale esperienza sarà chiamata negativa. In caso contrario, sarà chiamata positiva. Non é detto però che quella positiva alleggerisca il fardello karmico più di quella negativa.
Il Budda predicava l' abbandono del sentimento, della condizione di attaccamento alle cose che possono causare aspettativa. Niente di più lontano dal Satanismo, starete pensando... ma come può il Satanismo essere allora un complemento per il credo di un buddista?
Il Gautama scoprì la sua via dopo aver conosciuto la sofferenza, dopo averne cercato la radice in giro per il mondo e grazie ad una quasi morte in seguito alla quale cadde in stato meditativo profondo. Risvegliato, scoprì che la sorgente della sofferenza era proprio l' attaccamento dell' uomo verso le condizioni che lo circondano. Il Satanismo é esattamente questo: l' attaccamento a tutto ciò che viviamo. Attaccamento e bisogno di sperimentare, di vivere, di sentire. Il buddista dovrebbe dunque rifuggire ciò che il satanista dovrebbe cercare costantemente. Il punto di contatto tra queste dottrine antitetiche é la ricerca interiore e l' identificazione dell' effetto che ogni esperienza vissuta ha sul proprio Io. Il buddista che vive un percorso satanista può giungere a conoscere meglio la sensazione che un’esperienza gli procura, e riuscire ad estranearsene meglio. Si identifica, si controlla e si abbandona meglio, una sensazione che si vive pienamente, non una sensazione o esperienza che si vive solo attraverso gli altri o le parole di una guida. [...]
​