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Le cinque tattiche dello studioso in malafede

Quando due studiosi vengono a dibattere su una tesi, approvata da uno, e combattuta dall' altro, é facile rendersi conto di chi agisce in malafede. Userà generalmente una serie di tattiche orientate non al fare chiarezza, ma al creare confusione e guadagnare popolarità a discapito del proprio antagonista.

Ciò succede sempre quando ci si trova a trattare di teorie 'alternative' a quelle comunemente accettate: i difensori della versione 'standard' utilizzano queste tattiche per convincere gli spettatori che chi sostiene l' alternativa sbaglia o é un incompetente, allo stesso tempo cercando di spiccare. Lo stesso comportamento però viene attuato anche da altri 'alternativi' per crearsi un seguito a discapito di altri studiosi non ortodossi.

Quali sono queste tattiche? Vediamole assieme:


1) osteggiare un autore già noto per una tesi, anzi che presentare la propria

Questa tattica consiste nell' attaccare sia a livello personale sia a livello di contenuti uno studioso che ha già esposto una teoria diversa dalla propria sullo stesso argomento o su un argomento affine. Se per esempio uno sostiene X, lo studioso in malafede non si limiterà a presentare la sua tesi Y, ma attaccherà l' espositore della tesi X tacciandolo di ignoranza e offendendolo, cercando di metterlo in cattiva luce in modo da 'risaltare' e riuscire a far diffondere la propria tesi Y. Il fine ultimo, insomma, é 'spostare' (la tecnica si chiama infatti 'shifter') la fama da un altro studioso a se stessi, anzi che costruirsene una propria in maniera indipendente.


2) cercare di allontanare il pubblico dall' antagonista e di far ritirare l' antagonista

Direttamente collegata alla tattica numero uno, questo modo di agire mira a causare un allontanamento dello studioso attaccato dal dibattito, in modo da rimanere "l' ultimo sul campo" e poter dire "si é dovuto ritirare" o "é scappato perchè non aveva argomenti".


3) disaccordo su tutto, accordo su qualcosa

Questa tattica consiste nel dichiarare che lo studioso attaccato é un ignorante, che scrive solo cose assurde, ma poi concordare in alcuni casi con lui come concessione. Come variante, si ripetono alcune delle cose dette dallo studioso attaccate facendole proprie e presentandole come cose naturali ormai risapute, per poi riprendere, in altro momento o altra sede, a ripetere che "lo studioso N.N. dice cose sbagliate"


4) l' inversione dei processi

Questa tattica, utilizzata molto nell' ambito delle ricerche mitologiche o storiche, ma anche linguistiche, consiste nel cercare di smontare una asserzione presentando un ragionamento basato su una specificazione successiva. Un caso da manuale nella ricerca linguistica o storica é quello di chi cerca di sostenere il monoteismo ebraico, negando la sua fase enoteista, basandosi su autori del periodo monoteista. In ambito linguistico per esempio questa tattica consiste nel negare un significato ebraico mostrando un significato aramaico della stessa parola.


5) La sostituzione dell' oggetto di critica

La tattica più usata dopo la numero uno: consiste nel cercare di smontare una tesi dello studioso attaccato smontandone una simile. Come corollario, si cerca di dimostrare che una frase o un concetto dello studioso é sbagliato modificandolo leggermente e smontandone la versione modificata.

Come comportarsi di fronte a 'studiosi' di questo genere? Come ribattere alle loro tattiche?

Per prima cosa bisogna riconoscerle e denunciarle, in modo che chi assiste noti la malafede. Secondariamente bisogna focalizzare i punti principali della critica e non lasciarsi trasportare dal tentativo altrui di cambiare argomento o mischiare gli argomenti. Il critico che sa di non avere basi, tenterà sempre di cambiare argomento per ritentare un nuovo attacco quando vede che uno sta andando male.

Bisogna anche certamente fornire documentazione o fonti per quel che si asserisce, chiarendo quando un asserzione é frutto del proprio studio o materiale altrui.

Ad ultimo, forse non molti saranno d' accordo, io penso che bisogna evitare di 'elevarsi' sul discorso. Credo che davanti ad una persona in malafede sia necessario a volte divenire 'cattivi'.

Di base in un dibattito ci deve essere onestà di comportamento, ma se qualcuno si comporta disonestamente, reputo sia giusto umiliarlo pubblicamente.

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