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Riflessioni sull' oro in relazione alla teoria di Sitchin

La questione della dispersione di particelle d' oro in atmosfera é relativamente importante ai fini della ricostruzione storica alternativa che Sitchin ha compiuto, ma molti suoi critici la considerano centrale. Mi ritrovai a trattare superficialmente la questione quando scrissi Il fenomeno Nibiru vol. 1, il volume dedicato alle conferme, ma non mi ci dedicai più di tanto perchè, come avevo premesso, non la ritenevo un dettaglio importante e sopratutto non avevo avuto modo di verificare la presenza di queste nozioni in testi mesopotamici.


In questi giorni sono stato volutamente lontano dal blog per cercare di approfondire la questione, ritornatami alla mente grazie alle domande di una mia lettrice su Academia.

Ribadisco anche stavolta che non ritengo la questione di vitale importanza, e che non sono a conoscenza di testi mesopotamici nei quali sia scritto esplicitamente che gli Anunnaki erano in cerca di oro per gli scopi descritti da Sitchin, cioè cercare di 'riparare' l' atmosfera dai danni causati da inquinamento, riscaldamento globale, e rarefazione.

Va da se che, non potendo verificare la presenza nei testi, bisogna decidere se assumere la nozione come tale, e verificarne la fondatezza scientifica.

Oltre alle nozioni riportate nel Vol. 1, quindi, in questa sede riporto i risultati delle mie ricerche dei giorni scorsi.


Nel 2011 la rivista online Nanowerk riportava i risultati promettenti di un team di Singapore (art: "Soaking up the atmosphere with gold nanoparticles") il quale sperimentava catalizzatori a base d' oro in microparticelle per rimuovere la CO2 in eccesso da ambienti gassosi. Il processo era utilizzato per purificare l' idrogeno in un ambiente di reazione e convertire CO in CO2, riducendo contemporaneamente la CO2 in eccesso. La CO2 é considerata il gas serra maggiormente responsabile del riscaldamento globale.


Nel 2015 il sito ETH Zurich riportava la notizia dell' invenzione di una "schiuma d' oro" in forma di gel. Il prodotto veniva ottenuto con procedimenti molto particolari, e consisteva in un gel un migliaio di volte più leggero della classica forma aurea. Tra le possibilità di utilizzo ne spicca una interessante ai fini della teoria di Sitchin, infatti l' articolo scrive: "The material could also be used in applications where light is absorbed or reflected". L' assorbimento o riflessione della luce é uno dei fenomeni che avvengono in atmosfera e sul suolo... tra i tanti fattori che contribuiscono al mantenimento dell' atmosfera di un pianeta infatti c' è il suo Albedo, ossia la quantità di luce che arriva al suolo e ne viene riflesso.


Il sito Nanopartikel, specializzato in chimica e fisica delle nanoparticelle, nella pagina relativa all' oro propone come possibilità di utilizzo quella di depurazione di acqua e aria, in particolare per la capacità dell' oro di aggregare le molecole di mercurio.


Un curioso articolo del 2008 su ZDNet riferiva di come nel medio evo, nelle vetrate delle chiese, si usassero nanoparticelle d' oro per purificare l' aria. Questa azione dell' oro si manifestava una volta che le particelle auree contenute nella vernice venivano 'energizzate' dalla luce del sole, catalizzando una reazione che catturava gli inquinanti organici volatili.

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