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Demontis sbaglia, ma ha ragione

Ho fatto oggi ad anni di distanza la scoperta di un post, o meglio, di due risposte del mitico Cecca su Nibiru2012. Il thread parlava del sigillo VA243. Mi hanno fatto ridere, perchè nella sua prima risposta Cecca scrive:


"mi è capitato di vedere in giro diversa roba sbagliata su questa iscrizione. compresa roba del tutto inutile e sbagliata di demontis"


Solo che poi praticamente conferma tutto ciò che io ho scritto sulla traduzione del VA243.


Scrive IlCecca:


mi è capitato di vedere in giro diversa roba sbagliata su questa iscrizione. compresa roba del tutto inutile e sbagliata di demontis. la lettura dell’iscrizione è questa: DUB-si-ga DINGIR-il-la-at ARAD2-su più correttamente dab4-si-ga ilu(oppure: ilī)-il-la-at warassu sono due nomi di persona, i possessori dl sigillo: PN1 (e) PN2, suo servo. il dio con l’aratro potrebbe essere Ninurta. la scena è un’introduzione alla divinità.

« Ultima modifica: 24 Maggio 2013, 23:07:20 pm da cecca »


Poi dopo che l' utente Never gli chiede:


Due nomi di persona ? Una è "dub.si.ga" l'altra è la divinita' (non una persona)


lui scrive:


sono due nomi di persona. entrambi ampiamente attestati in altri testi.



Bene andiamo a vedere cosa scrissi io sul tema... prenderò la versione originale che risale al 2010. L' ultima modifica che feci all' articolo originale (alcune correzioni ortografiche) risale esattamente al 16 giugno 2010.


Il risultato mostra innanzitutto il già menzionato segno delle divinità (AN/DINGIR), ma anche che la sillaba finale del nome ILAT non è AT ma TUR3. Altresì la terza riga ‘IR3.SU (tuo servo) deve essere correttamente identificata con ARAD.SU.

La giusta trascrizione del sigillo quindi è:


Linea 1: DUB.SI.GA

Linea 2: D.IL.LA.TUR3 (con D = dingir / an, distintivo del dio)

Linea 3: ARAD.SU


La traduzione comunque non cambia, se si suppone che ARAD sia in realtà usato come omofonico di ARAD2, che corrisponde a IR3, è giusto tradurre con SERVO.

Ciò che però lascia perplessi è la traduzione di SU con IL TUO/ IL SUO.

Il genitivo, in sumero, era ottenuto con la particella –AK. Prendendo comunque per buona questa identificazione, la iscrizione sembra esprimere questo concetto:

(Con il dio in piedi che parla): DIVINO ILAT, (ECCO) DUBSIGA IL TUO SERVO

(Con un commentatore che parla): AL DIVINO ILAT (VIENE INTRODOTTO) DUBSIGA, IL SUO SERVO.


Confrontate la mia traduzione con quella del Cecca, sono uguali, a parte il fatto che Cecca identifica AT e non TUR3.

Perfino la corretta identificazione di ARAD/ARAD2 coincide.



Non c' é che dire, la roba "inutile e sbagliata" di Demontis esce sempre vincitrice nel confronto.

Grazie Manuel.


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