Adda Guppi e Nabonide
Adda Guppi, sacerdotessa del dio Sin, é solo una dei tanti personaggi che nei testi mesopotamici dichiarano di aver ricevuto visite in sogno dagli 'dei'. Se il caso più famoso resta sicuramente quello di Gudea che ricevette da 3 divinità, in sogno, le istruzioni per costruire il Girsu di Ninurta, il caso di Adda Gupi é molto interessante perchè rappresenta una delle più preziose testimonianze dell' adorazione parallela, a Babilonia, di Marduk, Nabu e Sin.
Il suo nome, Addagoppe, era scritto Adad-Gupe, e comunemente viene riportato come Adda-Guppi; era la madre del re Nabunaid (Nabonide in italiano), personaggio dal nome teoforico che testimoniava l' adorazione di Nabu, figlio di Marduk .
La biografia di Adda-Guppi e il racconto del suo sogno son stati rinvenuti nel 1906 da H. Pognon in una stele danneggiata ad Harran (si ritiene che tale stele fosse collocata nell' ingresso sud della moschea), nell' odierna Turchia. Il sogno, la parte che ci interessa, é contenuto nella Colonna II versi 5:11, il testo é chiamato Nabonide H1 A/B.
[...]
5. Quando nel mio sogno, le sue due mani erano elevate, Sin, re degli dei, 6, mi parlò così: "Con te, io metterò nelle mani di Nabu-na'id,
7. tuo figlio, il ritorno degli dei e la Casa di Harran; 8. egli edificherà E.HUL.HUL, deve perfezionare la sua struttura, (e) Harran 9. più grande di prima deve rendere, e ridarle il suo posto.
10. La mano di Sin, Nin.gal, Nusku, e Sadarnunna 11. egli deve stringere, e far sì che loro rientrino in E.hul.hul"
[...]
Il dio Sin era stato invocato tempo addietro da Adda-Guppi, perchè tornasse nella sua città, Harran. Il dio infatti, come spiega la stessa sacerdotessa (Colonna I versi 7:9), si era "adirato con la città ed era risalito al cielo"
7. [...] Sin, re degli dei, con la sua città 8. e il suo tempio si era arrabbiato, e salì al cielo. La città e 9. le persone che in essa vivevano caddero in rovina.
La stessa storia é raccontata anche da Nabonide in un' altro testo, chiamato Nabonide H2 A/B, rinvenuto nei lati occidentale ed orientale della moschea. In questo testo però Sin appare direttamente al re... Colonna I versi 11:14
11. [...] Durante la notte mi fece assistere ad un sogno 12. (dicendo) quindi "E.hul.hul il tempio del peccato in Harran rapidamente 13. dovrai ricostruire, essendo le terre tutti affidate 14. alle tue mani". [...]
Nabonide prese seriamente il suo compito, restaurò il tempio di Sin ad Harran, e rese la Mesopotamia grande un' ultima volta. Restaurò i templi di molte divinità (le steli menzionate nominano esplicitamente una serie di dei che il re avrebbe dovuto compiacere: Sin stesso, e poi in, Ningal, Nusku, e Sadarnunna), e portò il culto di Sin ad ovest fino ai limiti geografici con l' Egitto, e in tutta la penisola arabica.
Babilonia e ogni retaggio di Sumer ed Akkad caddero definitivamente pochi decenni dopo ad opera dei persiani di Ciro, aiutati dai ciambellani del re e da molti babilonesi.
Furono i suoi ciambellani stessi, ad assassinarlo avendo visto, nella sua adorazione di Sin, un tradimento nei confronti di Marduk e Nabu.