top of page

Rimani informato!

Ricevi una notifica per i nuovi post!

Sull' origine mediorientale della cultura, lingua, e scrittura cinesi

Il dibattito sull' origine della lingua e della scrittura cinesi (o meglio, proto cinesi), va avanti da ormai qualche decennio, e una delle teorie più indagate - con numerose voci pro e contro - é quella che mette in relazione le lingue del centro-sudovest della attuale Cina con diverse zone del Medio Oriente verso est fino all' altopiano iranico.

Numerosi appassionati e studiosi, in virtù di esempi di terracotte ritrovati in Cina, di molto precedenti la civiltà sumera, sostengono che se un contatto c' é stato, fu nella direzione Cina --> Medio Oriente.


Ritengo invece che le prove genetiche, archeologiche e linguistiche, lascino ormai pochissimi dubbi (se non nessuno) riguardo al fatto che la scrittura cinese sia derivata (o abbia subito influenze formative alle sue origini) da quella sumera o da una più recente comunque legata a quella sumera, probabilmente quella elamita.


La dispersione genetica [Fig.1] che dall' aplogruppo mtDna M1 - originario del nord-est africano e mossosi oltre 40.000 anni fa verso il Medio Oriente (penisola Araba e Mesopotamia) - ha portato agli aplogruppi M7 ed M9 tipici della Cina, é un forte indicatore di questa origine, e l' intervallo di tempo intercorso tra la formazione della cultura sumera (4000-3000 a.C.) e quella cinese (2000-1800 a.C.) non può essere negato in favore di una assurda teoria di una influenza 'in senso inverso' secondo la quale sarebbe stata la cultura cinese ad influenzare quella mediorientale, basandosi unicamente su 2 assunti: la presenza di presunte forme di scrittura oracolare su ossa precedenti alla nascita della cultura sumera, e il mercato di ceramiche e terracotte di origine asiatica rinvenute in Medio Oriente. Per di più, forme di scrittura pittografica precedenti quella sumera in fase formativa sono state trovate nel sud-est europeo (le tavole di Tartaria, attribuite alla cultura Vinca), rafforzando la teoria di una origine della scrittura pittografica nella zona sud-est europea / medio orientale e del suo movimento successivo verso est, attraverso Iran ed Indukush, fino alla Cina.


Si ribatte spesso a questa teoria di origine sumera o comunque medio orientale della scrittura cinese, che la lingua sumera é un 'isolato linguistico senza parentela con altre lingue antiche', obiezione, questa, basata su materiale datato e su opinioni personali di studiosi arretrati. Basterà ricordare che Jules Oppert segnalò, durante i suoi studi, delle affinità tra il sumero, il turco, l' ungherese ed il finnico. Samuel N. Kramer ne parla nel suo libro del 1963: “The Sumerians: Their History, Culture, and Character”.


Già all' epoca in cui questi studiosi ritenevano il sumero un' entità linguistica isolata, eminenti studiosi della materia avevano notato ed evidenziato il legame tra la scrittura pittografica / cuneiforme sumera (o più genericamente medio orientale – spesso ricorre il termine 'Caldea') e la scrittura cinese, nonchè tra le loro rispettive filologie e fonologie. Il quadro in cui questo legame si dipana é il seguente: popolazioni mediorientali di lingua sumera o sua derivata portarono nelle loro migrazioni la loro scrittura e la loro lingua verso est, stanziandosi nell' ovest dell' attuale Cina, ed interagendo / unendosi con le popolazioni locali. Nel corso delle generazioni, questa unione diede origine al sistema civile cinese ed al suo sistema linguistico.


Nei decenni finali del XIX secolo e nei primi del XX secolo diversi autori trattarono questo tema, identificando questa popolazione migrante in un gruppo proveniente probabilmente da Elam, e ricordati nella storia cinese come le tribù Bak (menzionate come Bak Sing nella letteratura cantonese). Il legame linguistico tra il Medio Oriente e la Cina, in questo verso di diffusione, fu sostenuto nel corso dei decenni fino ad oggi da vari autori che spaziavano nel loro capo di studi dalla linguistica alla storia all' etnologia. Tra questi troviamo almeno i seguenti nomi:

  • C.J.Ball

  • Terriene DeLacouperie,

  • Edward T.C. Werner

  • John Thomas Painter

  • Eden Naby


I lavori più famosi in questo ambito sono senza dubbio quelli di Ball e di DeLacouperie, studiosi la cui formazione accademica classica e la cui esperienza come docenti é riconosciuta. Ball fu professore di lingue semitiche, fu istruttore di lingue semitiche alla Merchant Taylor School, e i suoi libri furono pubblicati dalla British Academy. DeLacouperie fu professore di filologia indo-cinese alla University College di Londra, e fu uno dei maggiori sinologi del suo tempo. Ball in particolare fu veramente prolifico di opere riguardanti la comparazione linguistica: fu autore di un libro sul 'nuovo accadico', fu autore del lessico sumero-cinese, di un lessico ebraico con grammatica, e fu analista e revisore di alcuni libri sulla Genesi ebraica.


DeLacouperie fu autore di due libri molto importanti: "The languages of china before chinese" nel 1887 e “The old babylonian characters and their chinese derivates" nel 1888.

Nel primo [fig.2] egli identifica la popolazione cinese originale come un mix nato dall' unione delle popolazioni autoctone come quelle che venivano chiamate Tribu Bak, entrate in Cina e stanziatesi nel sud-est attraverso il 'corridoio nord-occidentale' che attraversava l' Indukush e si originava nell' Iran. Nel secondo libro egli dichiara di ritenere che il sistema di scrittura cinese nasce da quello babilonese attraverso l' elamita.


Le idee proposte da Ball e da DeLacouperie furono in genere avversate da coloro che non credevano nella linguistica comparativa, tra essi troviamo senza dubbio come principali critici gli autori James Legge e Gustaaf Schlegel. Nessuno di questi critici però andò mai a fondo, nelle sue critiche, fino ad una analisi dei contenuti linguistici analizzati da Ball e da DeLacouperie; le critiche si limitavano sempre a offese ed accuse di 'cattiva scolarità', rimarcando come “gli studiosi seri non condividessero queste strane teorie”. Un esempio di critica al lavoro di DeLacouperie - il quale col tempo invece ha avuto giustizia proprio dalle successive scoperte archeologiche e linguistiche - fu quella di Schlegel secondo il quale “Il suo metodo [di deLacouperie, nda] di dissezionare ogni carattere cinese e dagli un valore fonetico” era un errore. Inoltre secondo Schlegel un altro errore consisteva nel fatto che DeLacouperie vedesse il verso di influenza da Elam e dalla Caldea verso la Cina, perchè non era nemmeno certo che queste civiltà fossero precedenti a quella cinese. Col tempo si é appunto scoperto che i caratteri ideografici cinesi hanno DI FATTO valore fonetico, e che le civiltà di Caldea ed Elam sono state DI FATTO precedenti a quella cinese.

Per chi volesse leggere le critiche di Schlegel, a titolo puramente documentale, riportiamo che queste sono state riportate da Girardot nel suo libro: "The Victorian Translation of China: James Legge's Oriental Pilgrimage".


Ciò che va chiarito, riguardo alla teoria di una origine medio orientale della cultura cinese, é che questa NON fu ipotizzata da questi 'strani' autori, ma era una nozione che nella seconda metà del XIX secolo appariva già consolidata; ne scriveva già John Thomas Painter nel suo libro "Ethnology: or The History & genealogy of the human race" (1879), dedicando a questa nozione vari capitoli. Del resto i due personaggi critici che abbiamo citato non avevano nessun background affidabile per poter effettuare critiche linguistiche: James Legge era un missionario inglese che apprese la lingua cinese 'per strada' ed insegnava letteratura classica cinese, non linguistica, né aveva la minima conoscenza della storia dell' evoluzione della lingua e della grafia cinesi.

Gustaaf Schlegel, invece, era un praticante apparentemente molto dotato nella conoscenza parlata di vari dialetti cinesi, ma che non aveva nessuna formazione a livello grammaticale. Era, insomma, solo una persona che aveva imparato a parlare bene varie forme di lingua cinese del suo tempo. La sua opera principale fu un dizionario olandese-cinese, e fu inoltre autore di alcuni saggi letterari, di un saggio sulle usanze cinesi, ma mai di saggi linguistici.

Eppure Schlegel pretese di poter criticare il lavoro di DeLacouperie, il quale oltre ad aver imparato il cinese ad Hong Kong, studiò lingue orientali a scuola, e pubblicò come primo lavoro un trattato di fonologia cinese in ben 8 volumi. DeLacouperie fu anche docente di fonologia cinese, e ricevette ben due premi per i suoi contributi allo studio della fonologia orientale.


E che dire di Ball? Il suo lavoro più importante é stato senz' altro il libro “Chinese and Sumerian” pubblicato nel 1913 dalla Oxford University Press mentre era lecturer alla Università di Oxford, dove si era laureato con il grado di Master of Art. In questo libro egli offre un lessico comparativo di ben 116 pagine, con una media di 10 termini per pagina, oltre a una sezione comparativa dei segni cinesi arcaici (Ku-Wen) e dei prototipi sumeri lunga ben 14 pagine [Fig.3].


Nell' elenco poco sopra ho inserito un nome molto importante: Eden Naby. Si tratta di una storica iraniana di origine assira, considerata una delle maggiori esperte di storia delle culture del Medio Oriente. Citiamo le sue parole:


Brevemente, come la cultura cinese è gestita, evidenzia chiaramente una adozione ed assimilazione. Necessiteremmo di un attento studio delle fonti di cultura assira nei periodi antico e moderno, e dei record cinesi, per capire l' ampiezza e i mezzi con cui certi aspetti benefici del contatto culturale siano stati incorporati nella cultura cinese.”


In un suo articolo la Naby cita il Cumino, 'Ziran' in iraniano, sostenendo però che gli iraniani lo introdussero in Cina nel VI secolo... attualmente sappiamo invece che il cumino originò in Siria ed era già abbondantemente conosciuto ed usato in età Sargonica, quando era chiamato KUMUNU (usando i segni sumeri: U2.GAMUN) e che arrivò in India nel II millennio a.C. attraverso la rotta Iranica.


A confermare quanto già ipotizzato dagli autori di fine XIX secolo ed inizio del XX secolo (Ball e DeLacouperie in primis), nel 1922 fu Edward T.C. Werner, con il suo lavoro “Myths and legends of China”, da quale citiamo:


Mettendo da parte varie teorie (tra le quali quella che i cinesi siano autoctoni e la loro civiltà indigena) ormai considerate dalle migliori autorità come insostenibili, le ricerche dei sinologi sembrano indicare una origine 1) in Accadia, o 2) nel Khotan, la valle del Tarim (l' attuale Turkestan orientale), o nelle montagne del K'un-lun. La seconda ipotesi potrebbe essere relativa solo ad un corto o lungo soggiorno nel tragitto dall' Accadia verso l' ultimo stabilirsi in Cina, specialmente perchè la civiltà Khotan é ormai dimostrata essere stata importata nel III secolo a.C. Dal Punjab. Il fatto che seri errori siano stati fatti nell' identificazione dei primi reggenti cinesi con i re babilonesi, e dei cinesi po-hsing (cantonesi bak-sing) con i Bak Sing o con le Tribu Bak, non esclude la possibilità di una origine accadica. Ma in ogni caso l' immigrazione in Cina fu probabilmente graduale, e potrebbe aver seguito la rotta dall' Asia centrale od occidentale verso le rive del Fiume Giallo, o potrebbe aver seguito quella verso sud-est attraverso il Burma e poi a nord-est attraverso ciò che oggi é la Cina.”



Fig. 1 : Dispersione degli aplogruppi mtDNA

Fig. 2: Estratto dal libro di DeLacouperie in cui identifica le tribu Bak

Fig. 3: Estratto dal libro di C.J.Ball in cui compara pittogrammi sumeri e proto-cinesi

 Post recenti
Ricerca per tag
Segui su facebook
  • Facebook Classic
Archivio blog
bottom of page