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Recensione: Schiavi degli dei

Era il 24 luglio 2010 quando sono andato a sentire Biagio Russo che presentava il suo primo libro Schiavi degli Dei. Si trovava a Roma, alla libreria Aradia. Io avevo appena pubblicato la 3a edizione di Nibiru e gli Anunnaki ed un contatto su internet mi aveva indicato il nome di Biagio... tramite una amica wiccan scoprii che doveva presentare da Aradia e decisi di assistere prima di comprare il libro.

Fu una serata piacevolissima durante la quale Biagio, una persona squisita e affabile, presentava il risultato di anni di studi; condividevamo lo stesso argomento, ma lui ci tenne a specificare che non concordava pienamente con il lavoro di Sitchin, poichè nel pubblico qualcuno paragonò i due lavori.

In effetti la differenza sostanziale tra il lavoro di Sitchin e quello di Russo sta nel fatto che Russo si basa totalmente sul lavoro linguistico accademico, di rinomati autori come Pettinato, Jacobsen e Kramer.

Il libro di Russo scorre liscio, é scritto in maniera impeccabile, e ti tiene attaccato impedendoti di interrompere la lettura... rivisita i miti mesopotamici della Creazione, analizza i testi, riporta le traduzioni e le descrizioni dei vari autori classici... ma non si limita a questo: il libro di Russo afferma chiaramente ciò che é evidente, e cioè che la razza umana é stata creata per essere schiava di personaggi che nel corso dei millenni son stati visti come divinità.


Il libro di Russo non é solo un libro di ricerca, é un libro personale all' inizio del quale l' autore investe il lettore presentandogli quella 'scintilla' che in lui fece nascere la passione per i misteri... e durante tutta la lettura del libro il lettore é accompagnato da un senso di intimità tale che pare quasi sia li, al fianco di Biagio, scoprendo le cose assieme a lui. Lo stile di Russo é piacevole, partendo da un sunto delle fallacie della classica teoria evoluzionistica, ci introduce ad una serie di miti della Creazione, facendo dei paragoni tra testi, tra versioni di varie culture...

ci illustra la creazione del Sistema Solare come una commedia in atti, ci introduce la sua personale visione del famoso sigillo VA243, e quando successivamente affronta la parte storica della civiltà sumera lo fa in maniera egregia, documentando abbondantemente e traendo conclusioni su solide basi.


Russo poi ci parla del pantheon sumero, dei miti, ci presenta quello che secondo i testi fu il 'progetto' e quella che fu la 'missione' di questi personaggi... ci presenta nuovamente alcune incongruenze evoluzionistiche stavolta in relazione a questo progetto di creazione dell' Uomo, con scorribande nel repertorio biblico ma anche con uno sguardo rivolto alla scienza... il tutto presentato e dosato sapientemente per non risultare mai eccessivo, incredibile, o forzato.


In conclusione un libro splendido, da leggere con attenzione e cercando di considerarlo un libro 'indipendente'; infatti anche se l' ombra di Sitchin si proietta su molti capitoli del libro, Russo é riuscito a dare la sua personale idea ed interpretazione staccandosi coraggiosamente dal lavoro 'eterodosso' dell' autore azero.


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