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Ningishzidda: la versione accademica

Gli accademici descrivono Ningishzidda come una divinità dell' oltretomba, collegata all’ Abzu, a sua volta considerato come una sorta di mondo dei morti; assegnano a Ningishzidda, che sembra avere la capacità di entrare ed uscire da questo mondo a suo piacimento ne entra ed esce a piacimento, la funzione di psicopompo, sopratutto in relazione alla sua apparente capacità di ‘apparire nei sogni’. Questa convinzione viene sicuramente dal contenuto di un lungo testo mesopotamico intitolato "Il viaggio di Ningishzidda nel mondo di Sotto". Il nome Ningishzidda secondo gli studiosi ortodossi significa "Signore del buon albero" (T.Jacobsen / J. Halloran) o "Signore che fa crescere gli alberi in maniera corretta" (J.W. Bell); questo personaggio viene legato, oltre agli ‘Inferi’ anche al concetto di fertilità, sia perchè un lemma del suo nome (GISH) può essere tradotto come ‘Pene’, sia a causa del termine ‘albero’, sia a causa del suo vessillo, una coppia di serpenti intrecciati. I serpenti in effetti accompagnano Ningishzidda in tutte le sue rappresentazioni. Jacobsen nelle sue opere afferma che i serpenti intrecciati sono una rappresentazione delle radici aggrovigliate. Inoltre, collegando questa somiglianza al particolare legame con l’ Abzu (considerato il luogo delle acque sotterranee), egli asserisce che tutto questo quadro emergente fa del vessillo del dio una metafora "di come le radici intrecciate vadano verso il basso a cercare le acque". Oltre a ciò, gli studiosi legano il dio alla costruzione dei templi, come testimonia la stele di Gudea che racconta di un sogno in cui il dio gli descrive - mostrandosi sotto forma di un' alba - come orientare l’ Eninnu di Lagash e il Girsu, dedicati a Ninurta. Ningishzidda infatti viene considerato il dio protettore del sovrano Gudea. Esaminiamo alcuni dei passaggi che nei testi a lui dedicati ci danno indicazioni sulle sue relazioni di parentela. 1. Enki e Ninhursag In questo testo compare il comando di Ninhursag secondo cui: "Azimua shall marry Ninjiczida," (da2-zi-[mu2-a] [dnin]-jic-zid-da ha-ba-an-tuku-tuku) 2. Un ‘balbale’ a Ningishzidda In questa ‘canzone’ (il balbale era un tipo di recita accompagnata da strumenti musicali) si afferma che: "Beloved by his mother, he to whom Ningirida gave birth from her luxurious body" (ama-ni ki aj2 dnin-girid2-<da>-a cag4 hi-/li\-[a tud-da]) e si cita: "Ninjiczida, son of Ninazu!" (dnin-jic-zid-da dumu dnin-a-zu) 3. Il viaggio di Ningishzidda nel mondo sotterraneo Troviamo qui la sorella di Ningishzidda: "Ama-cilama (Ninjiczida's sister) said to Ninjiczida […] my brother, your demon may accept" ([dama]-/cilam\-ma d/nin\-[jic-zid-da-ra] [gu3 mu-un-na-de2-e]) Dunque finora abbiamo scoperto dai testi il padre (Ninazu), la madre (Ningirida), la promessa sposa (Azimua) e la/una sorella (Amacilama) di Ningishzidda. Scopriamo inoltre da quest’ ultimo mito che il dio aveva altri nomi: Lugal.ki.bur2.ra (Signore della terra del diluvio impetuoso) Lugal.ki.sun5.na (Signore della terra dove entrano gli uomini) Ningishzidda aveva inoltre vari epiteti, vediamone alcuni: Principe di Ekur Falco predatore degli dei Serpente dalla grande lingua Detentore delle tavole Puro e grande mago Dragone Tutti questi nomi ed epiteti ci indicano che nonostante fosse un dio ‘minore’ questo personaggio era tenuto in grande considerazione presso entrambe le fazioni del pantheon sumero, quella enlilita e quella enkita. Il fatto che entrambe le fazioni lo avessero ‘benedetto’ si conclude ancora da alcune frasi negli scritti che lo riguardano. Nel balbale a Ningishzidda, versione Ningishzidda A, leggiamo: "The merciful king (i.e. Enki) entrusted you from your birth with your words of prayer.". La conferma che si tratti di Enki la abbiamo alla fine del poema: "O king, honeyed mouth of the gods! Praise be to Enki.". Nel testo Ningishzidda C invece leggiamo: "Ninjiczida, beloved of An, through you the early flood occurs, and Enki rejoices at you. […]Enlil says "Hail!" to Ninjiczida. He makes known ......, and creates it for you in the Land." E nel Ningishzidda D: "An has given power to you, princely son" La relazione di parentela che gli accademici stabiliscono tra Ningishzidda e An é incerta, nel suo testo "Notes on the Pantheon of the Gudean Cylinders" lo studioso Ira Maurice Prince afferma che in base a nuovi testi ritrovati a Lagash Ningishzidda potesse essere un figlio di An, almeno nel pantheon locale, ma nel lungo testo di Gudea si legge chiaramente:


"Your god, Lord Ningishzida, is the grandson of An"

(B23.18) dijir-zu en dnin-jic-zid-da dumu-KA an-na-kam


Gli studiosi ortodossi ci dicono che a Ningishzidda era dedicato un tempio, di cui non abbiamo il nome (alcuni propongono: Eningishzidda o Egishbanda), situato a Gishbanda, una città che gli archeologi non hanno mai ritrovato ma che suppongono essere nel sudovest della Mesopotamia. Andiamo ora ad analizzare alcuni tratti del personaggio descritti nei testi a lui dedicati: "born in the shining great mountains," – "great hero, the king's right arm on the battlefield" – "Lord with holy dignity, imbued with great savage awesomeness" – "falcon preying on the gods, my king -- dignified, with sparkling eyes, fully equipped with arrows and quiver, impetuous leopard, murderous, howling mushushu" – "dragon snarling in the lagoon, raging storm" – "your mouth is that of a pure magician" – "You fall upon the river as a flood-wave, you rise in the fields as a devastating flood" Sono frasi che ci fanno capire quanto vasta fosse l’ influenza di questo dio, una influenza che nessuno degli altri dei della sua generazione ha mai avuto. In un certo qual modo nemmeno Marduk né Inanna o Dumuzi, personaggi di spicco nella letteratura mesopotamica, hanno un range di epiteti così variegato. Nemmeno Ninurta, il ‘grande pastore – guerriero di Enlil’ ha un raggio d’ azione così vasto. Impariamo che Ningishzidda è nato in mezzo alle montagne, che è un valoroso guerriero, che è ‘pericoloso’ come un mushushu (il serpente dragone di Marduk), che è legato alle inondazioni, che è un ‘mago’, e che presiede o prende parte alla coltivazione dei campi. Ningishzidda inoltre è un mediatore, una delle sue rarissime rappresentazioni in forma umana lo ritrae mentre presenta Gudea a Ninurta/Ningirsu

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