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Nuovo estratto dal volume 3 - ancora NEPHILIM

[...] Con questo abbiamo esaurito i due punti della prima critica, ma prima di andare oltre, voglio affondare la lama smentendo un' altra affermazione di Heiser, mostrando come lui confonda due possibili utilizzi del termine 'caduto'. Egli scriveva, nella sua critica, che Nephilim non può significare “Coloro che cadono / sono caduti” perchè si dovrebbe scrivere “Nophelim”. Quel che Heiser sbaglia é che NOPHELIM é la corretta scrittura di 'caduti' come forma verbale, che é diversa dal significato 'caduti' racchiuso in Nephilim. Andiamo a vedere nei versi della bibbia come é usato Nophelim. Notiamo questa differenza ad esempio in Ezechiele 32:27, perchè i Nephilim menzionati in quel versetto non sono descritti realmente con il termine Nephilim, ma anzi con Nophelim. Si veda figura [1].


Questo perchè la traduzione (messa tra parentesi quadre) é quella di 'caduti' come accezione verbale (che sono caduti).

Il termine Nephilim utilizzato per descrivere i 'caduti' di cui parla Sitchin, e che compare in genesi 6:4, é invece un SOSTANTIVO di un tipo particolare: si tratta della forma QATIL della radice NAPHAL. Ce lo conferma sempre il prof. Ronald Hendel nel suo trattato "Of Demigods and the Deluge", nel quale scrive:


“Nephilim significa letteralmente ‘I caduti’[vedi note] […] Questo uso del verbo Naphal e dei suoi derivativi é riscontrato in atri punti nella Bibbia, per esempio nel lamento di Davide per la morte di Saul e Jonathan, in cui si legge: “Ek Naphelu Gibborim” (come guerrieri caddero), o nell’ avvertimento di Geremia ai falsi profeti: “Laken yippelu bannophelim” (cadranno tra i caduti)”


Nella nota, Hendel scrive chiaramente:


“Nephilim é il ‘qatil’ passivo aggettivale della radice ‘naphal’ = ‘cadere’”


Per capire cosa é il Qatil, ricorriamo al libro “A grammar of Biblical Hebrew” di Jouon e Muraoka:


“The verbal adjective has the forms Qatil and Qatul, and it is these forms that make the stative perfects, which are nothing but ‘conjugated adjectives’”


Il Qatil dunque rappresenta l' utilizzo di una forma verbale sostantivata utilizzata come aggettivo. Molto diverso dall' uso puramente verbale (Nophelim) a cui si riferisce Heiser. Credo dunque di aver esaurientemente trattato la prima critica, quella puramente linguistica, che Heiser ha mosso a Sitchin, e di poter passare alla seconda, quella a carattere più interpretativo dove, ancora una volta, Heiser confonde 'traduzione' con 'identificazione'.





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