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Estratto dal volume 2 - Visitatori da altrove?

Ian Lawton si dedica, in un sottocapitolo chiamato ‘visitors from elsewhere?’ a discutere il tema Anunnaki come esseri provenienti da un altro mondo. L’ interrogativo iniziale di Lawton è: ‘Ha ragione Sitchin a riferirsi agli Anunnaki come a visitatori da altri luoghi?’, seguito dalla considerazione:


I can find precious little evidence to support Sitchin’s repeated claim that the Mesopotamian texts state that the planet Nibiru is where the Anunnaki originated.


Lawton ancora una volta si affida a Stephanie Dalley e alle sue traduzioni per trattare il tema, sostenendo che nella traduzione della studiosa Nibiru viene menzionato solo una volta mentre tutte le altre volte compare il nome Marduk, ed é solo la 'creatività' di Sitchin a legare questi due nomi. In sostanza secondo Lawton non é vero che Marduk e Nibiru siano la stessa cosa. Inoltre Lawton afferma di non aver trovato riferimenti a Nibiru in altri testi letterari, e successivamente critica l’ asserzione di Sitchin secondo il quale il famoso ‘globo alato’ sarebbe una rappresentazione di Nibiru.


Analizziamo questi tre punti.


L’ identificazione tra Nibiru e Marduk viene accettata da tutti gli studiosi che sostengono che il pianeta di Marduk sia Giove. Come abbiamo già visto fu il sumerologo L.W. King a tracciare questa ipotesi nella sua versione dell’ Enuma Elish. Altri sumerologi rinomati si rifanno alle tavole babilonesi chiamate MUL.APIN. Secondo loro queste tavole mostrerebbero che Nibiru è Marduk e allo stesso tempo Giove. Anche lo studioso tedesco F.M.T. Böhl nel suo ‘Die 50 Namen des Marduk’ sostiene questa ipotesi che, vedremo, oltre che da Lawton viene ripresa anche da Heiser e gli altri critici. Questa stessa asserzione si legge nella pagina Wikipedia riguardante Nibiru, che riporta l’ estratto del Mul.Apin:


"When the stars of Enlil have been finished, one big star,

although its light is dim, divides the sky in half and

stands there: that is, the star of Marduk, Nibiru, Jupiter;

it keeps changing its position and crosses the sky."


Ma andiamo a vedere cosa dice il Mul.Apin, come riportato nel documento ‘The path of Enlil – MulApin part 1’ dell’ Università di Francoforte. Sono le righe 36/37/38 che riportano questo passaggio. La traduzione esatta è, divisa nei versi, la seguente:


36

When the stars of Enlil are finished, a large star of matted light divides the

heavens there: the star of d.AMAR.UD (d.Marduk), of the pass-over

37

- reads together with line 36 -

38

Jupiter (SAG.ME.GAR) changes its position continuously, crossing the heavens

39

Those are the 33 stars of Enlil


La frase conclusiva (riga 39) conclude che ‘queste sono le 33 stelle del dio Enlil’.


Infatti la prima parte del Mul.Apin è una descrizione di 33 tra stelle, costellazioni, e pianeti che costituiscono la ‘via di Enlil’ cioè l’ emisfero Nord. Il termine usato in tutti i casi è MUL, che i sumerologi si ostinano a tradurre come ‘stella’ ma che indica un corpo celeste in generale. Leggendo i versi originali, si nota subito che sono molto diversi da come sono descritti su Wikipedia. Il termine Nibiru qui non compare, e Giove, che nei versi di Wikipedia è riportato come dovesse essere identificato sia con Marduk che con Nibiru, invece compare nel verso successivo del Mul.Apin come oggetto a se stante (Sag.me.gar).

Non solo, leggiamo nel commentario del documento:


[Lines 36/37 were added to later MUL.APIN copies,

and are not found on the original tablet ]

{Hamal = AMAR, in Aries}


Ma allora da dove viene la affermazione che il MulApin identifica Nibiru con Giove? Viene dal testo babilonese che recita:


36

kima kakkabu sut dEnlil ugdammiruni isten kakkabu rabu sessu da'mat

same ustamsalma izzaz kakkab d AMAR.UD

38

Ne-be-ru SAG.ME. GAR manzassu ittanakkir same ibbir


Qui compare Neberu (Nibiru) esattamente nel punto in cui nella versione dell’ Università di Francoforte compare Giove. Ma siamo a una traduzione ricorsiva. Una volta fatta, da King, l’ identificazione di Nibiru/Marduk con Giove, tutti i testi in cui compariva il termine Nibiru o il nome di Marduk venivano tradotti o associati con Giove, spesso a causa del fatto che si ritiene che Sag.Me.Gar sia uno degli appellattivi di questo pianeta.


Ma questo non è il solo esempio di identificazione di Marduk con Nibiru da parte degli autori ortodossi. Anche quando Nibiru viene associato a Mercurio, l’ identificazione è fatta con Marduk. Nel suo ‘Enuma Elish: the seven tablets of creationPaul Tice nomina l’ identificazone di Marduk sia con Sag.Me.Gar (Giove) che con Mushtabaru-Mutanu (Mercurio). Come abbiamo visto Lawton non deve aver fatto una ricerca approfondita riguardo all’ identificazione di Nibiru/Marduk, quantomeno non così approfondita da potersi permettere una critica come quella portata avanti. Il secondo punto avanzato da Lawton, quello di non aver trovato altri riferimenti a Nibiru in testi letterari, mi lascia particolarmente perplesso perché altri critici usano proprio questi altri testi in cui compare Nibiru per sostenere le loro tesi. Alcuni di questi testi, oltre al Mul.Apin, sono il testo catalogato come KAV218B chiamato ‘Astrolabio B’, il ‘testo dei destini’ riportato dal Chicago Assyrian Dictionary, la tavola K.6174, che nominano più volte:


  • dingir Neberu Marduk remenu (Il misericordioso dio Marduk Nibiru)

  • dish mul-Udu.Idim.Gu ud An.e Bar.ma Gub.ma d.Neberu shum.shu (Se Mercurio attraversa il cielo e si ferma il suo nome è Nibiru)

  • mul sa sa ina Zi.U lu E.Gir dingir mesh.gi ti ug.na.mi.ru.nim.ma Am.e Bar.ma Gub.iz mul bi d.Neberu d.Amar.ud (la stella rossa che giace nel sud dopo che gli dei della notte hanno finito, dividendo il cielo, questa stella è Nibiru il dio Marduk)

Questi sono solo 3 esempi, e mi sorprende che Lawton non sia riuscito a trovarli.


Venendo al famoso globo alato o disco alato, Lawton sostiene che secondo gli autori sarebbe da considerare non una identificazione con Nibiru ma come un ‘archetipo diffuso’ di tipo esoterico. Qui siamo quasi al ridicolo. Come nasce un archetipo? Un simbolo diventa un archetipo quando è diffuso tra le varie civiltà, quando la sua rappresentazione diventa ‘universale’ associata ad un significato. Ma deve comunque avere una origine. Un significato col quale, al suo primo comparire, viene identificato. E il primo comparire del globo alato è appunto la sua associazione con le divinità sumere o legate da Sitchin a Nibiru. La prima rappresentazione che conosciamo è quella della scena che ritrae Anu come coppiere di Alalu nel testo ‘La sovranità nel cielo’, di origine sumera ma giuntoci attraverso varie copie ittite.

Successivamente lo troviamo come rappresentazione di Anu. Non è un mistero che la tavola della ‘Porta di Anu’ alla quale viene condotto Adapa, mostra le divinità Ningishzidda e Dumuzi ai bordi di un portale, con sopra il disco alato.


Successivamente lo abbiamo come rappresentazione di Enlil, divinità principale di Sumer, e millenni dopo assocciato ad Asshur. Nel frattempo lo vediamo nascere anche in Egitto, associato a Ra (Marduk). Se ne deduce che il globo alato rappresentava di volta in volta la divinità suprema in un dato momento della storia. E se queste divinità son provenienti da Nibiru o legate ad esso, il disco alato diventa rappresentativo di Nibiru.

Non dimentichiamo che il disco alato rappresenta la ‘barca di Ra’ proveniente dal ‘pianeta dei milioni di anni’.



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