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Numeri e considerazioni sul Waste2Energy italiano

Vogliamo utilizzare i numeri dei rapporti ISPRA 2015 con i dati di produzione e trattamento rifiuti del 2014 per fare dei calcoli sul rapporto tra produzione rifiuti e produzione energetica; questo 'esercizio' ha lo scopo di evidenziare quanto un eventuale cambio di paradigma che restituisca all' incenerimento la dignità e l' importanza che merita possa aiutare anche nel campo dell' indipendenza energetica. Dai rapporti del 2015 sappiamo che in Italia nel 2014 son stati bruciati 5.1 milioni di ton di rifiuti in 44 inceneritori, con una portata media per inceneritore di circa 116mila ton/anno. Si tratta di una media che potremmo attribuire ad un inceneritore di media taglia, e di fatto il parco inceneritori italiano si assesta su questa fascia, con inceneritori dalla carica bassa di 35-45mila ton/a come limite inferiore, e pochi sporadici casi intorno alle 300mila ton/a come limite superiore. Fanno eccezione casi unici come l' inceneritore di Acerra che teoricamente può smaltire fino a 600mila ton/a.

Dunque, con una media di 116mila ton/a per inceneritore, l' intero parco nazionale di impianti di incenerimento ha trattato circa 1/6 della quota di rifiuti prodotta, infatti nel 2014 furono prodotti circa 29.6 milioni di tonnellate di rifiuti.


Dai rapporti sappiamo anche che 4 milioni di ton di rifiuti hanno generato circa 3 TWh di energia elettrica, numero che paragoniamo alla produzione nazionale di energia del 2014 segnalata da Terna: 267 TWh. Come vediamo, la intera quota di energia da incenerimento é una frazione bassissima della quota nazionale. Ma andiamo a calcolare quanto potrebbe essere il contributo teorico.

Con la media di carica annuale che abbiamo considerato, quella attuale, potremmo bruciare le 29.6 milioni di tonnellate in 29600000 / 116000 = 255 inceneritori, e potremmo avere una produzione teorica di energia di 29600000/4000000*3 = 22 TWh di energia annuali.

Sempre poco, ma decisamente molto di più del contributo attuale. Va da se quindi che il solo incenerimento non può essere considerato come una fonte di produzione energetica competitiva se ci si affida solo a questi numeri; inoltre avere 255 impianti di incenerimento sparsi per il paese, a fronte dei 44 attuali, sarebbe un grande problema.

Questo cambierebbe se si rivoluzionasse il parco incenerimento in termini di carica: un impianto di incenerimento come quello di Amagerbakke in Danimarca smaltisce fino a 400.000 ton/a di rifiuti; utilizzando questo standard per coprire l' intero processo di smaltimento dei rifiuti, avremmo bisogno soltanto di 29600000/400000 = 74 impianti su tutto il territorio nazionale. Ipotizzando che la resa in produzione energetica rimanga la stessa con impianti di questa taglia, possiamo riassumere così:

con 74 impianti da circa 400mila ton/a si potrebbe trattare l' intera produzione annuale di rifiuti producendo circa 22 TWh di energia elettrica.


Applichiamo adesso una differenziazione per rendere il calcolo più realistico: la composizione media dei rifiuti italiani del 2014 aveva un 38.5% circa di organico, frazione che non conviene mandare ad incenerimento per svariati motivi. Ipotizziamo dunque di mandare questa parte a trattamento come biomassa, per generare energia elettrica. Il 38.5% di 29.6 milioni consta in 11.4 milioni di ton/a di organico. La quota non organica da gestire con incenerimento calerebbe quindi a 29.6-11.4 = 18.2 milioni ton/a gestibili con 45 impianti da 400mila ton/a ed ottenendo una produzione di 13.6 TWh di energia elettrica

Un impianto di produzione energetica a biomasse da 67mila ton/a produce circa 0.15 TWh di energia elettrica annuali, con questo rapporto gli 11.4 milioni di ton/a di rifiuti organici potrebbero generare circa 11400000/67000*0.15 = 25 TWh di energia, ben più degli attuali 17 TWh prodotti.

Riassumendo tutti questi ragionamenti e calcoli, gestendo tutti i 29.6 milioni di ton/a di rifiuti tramite incenerimento avremmo 22 TWh di energia, mentre utilizzando biomassa e incenerimento parallelamente avremmo 13.6 TWh dalla quota incenerimento e 25 TWh dalla quota biomasse, per un totale di poco meno di 40 TWh.


Vogliamo inoltre ricordare che gestire tutta la quota rifiuti con due singole tipologie di trattamento aiuterebbe il paese anche dal punto di vista ambientale, centinaia di piccoli impianti di trattamento andrebbero dismessi, con conseguente recupero di materiali, di suolo, e con un grande beneficio in termini di posti di lavoro per le opere di smantellamento e bonifica. Non ultimo, la quota di acqua recuperata dagli impianti di trattamento dell' organico si attesta su circa il 40% della carica, in questo caso 11.4 milioni di ton/a, con un recupero di 4.56 milioni di ton/a (o m3, se preferite) di acqua.




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