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Il caso dei rifiuti Roma - San Pietroburgo

Qualche giorno fa il giornalista Bruno Vespa ha indirettamente lanciato un macigno contro l' amministrazione dei 2 Marino (Ignazio, sindaco, ed Estella, assessore all' ambiente) in merito alla questione rifiuti. In realtà non era direttamente una accusa ma una considerazione da cittadino romano sulla propria città.

In sostanza Vespa ha più o meno detto "Mi vergogno di abitare a Roma, invasa di rifiuti, mentre a San Pietroburgo, che ha 5 milioni di abitanti, non si vede un rifiuto per strada". Ha detto in sostanza quel che i cittadini romani denunciano da anni, i social network mettono alla luce di tutti, e noi stessi su questo sito e sulla pagina sociale cerchiamo di portare all' attenzione dei più.

Pare che il sindaco Ignazio Marino non abbia gradito, e intervistato in TV abbia dichiarato "A Roma abbiamo avuto una singola persona che per 50 anni ha gestito una singola discarica, grande come 350 campi da pallone, dove dagli anni Sessanta fino a quando sono stato eletto io sono stati scaricati il materasso, la bottiglietta dell'acqua, l'organico dei ristoranti, tutto quello che si voleva. Questa discarica doveva esser chiusa nel 2007, non è stata chiusa e per questo abbiamo ricevuto delle multe salatissime dall'Unione Europea. In 90 giorni ho chiuso la discarica, abbiamo iniziato un progetto aggressivo di raccolta differenziata".

A san Pietroburgo, invece, secondo Marino "l'85% è di discarica e solo il 15% di differenziata. Forse per paragonare i due modelli Vespa potrebbe farci una puntata della sua trasmissione".

Il giornalista non si fa attendere nella sua risposta e ricorda che "a Porta a Porta ce ne siamo occupati ben due volte perchè la gestione dei rifiuti a Roma è uno scandalo nazionale. La prima volta il 10 aprile 2013 in campagna elettorale per l'elezione del Sindaco di Roma. Facemmo una inchiesta su Malagrotta, ne parlammo con Alemanno e Marchini, non con Marino che aveva declinato l'invito a confrontarsi con i suoi competitori. La seconda volta il 13 gennaio 2014 con due servizi. Anche in questo caso il Sindaco si rese indisponibile all'intervista e ci mandò una nota che io lessi in studio. Marino diceva che la chiusura di Malagrotta, avvenuta il 31 ottobre 2013 per merito suo e del Presidente della Regione Zingaretti, avrebbe positivamente risolto il problema. Come promesso in campagna elettorale. Sono trascorsi 6 mesi e la situazione è molto peggiorata."

Dal canto nostro possiamo confermare che la situazione di Roma peggiora di mese in mese, come può verificare chiunque anche solo facendo un salto sul sito "Roma fa Schifo".

Ai più basti ricordare che ad aprile di questo anno lo stesso sindaco Marino parlava di una Roma invasa dai rifiuti. Era il 3 Aprile per la precisione, e Marino dichiarava: "Tra qualche giorno non saprò dove mettere i rifiuti. Due sono le soluzioni: o Roma coperta di rifiuti o conferire in impianti di Cerroni". L' occasione era l' incontro con il procuratore Pignatone.

In Maggio, esattamente il 26, scadeva l' ordinanza grazie alla quale Roma poteva conferire i rifiuti agli impianti di Co.La.Ri nonostante la condanna ai danni di Cerroni, e in vista di ciò Marino si dimostrò completamente spiazzato ed inadatto al da farsi: "Io non voglio muovermi nell'illegalità e tantomeno voglio riaprire Malagrotta. Io vorrei sapere in quale direzione mi devo muovere. Qualcuno me lo deve dire. Non voglio arrivare senza una soluzione al 26 di maggio".

A tutta la vicenda, per aggiungere una nota tragicomica, non possiamo non sommare le comunicazioni 'ottimistiche' (eufemismo) dell' assessore Estella Marino, che negli ultimi mesi é attivissima in incontri con associazioni per parlare di differenziata e di (invisibili) 'grandi passi avanti' con termini quali 'piano integrato' , 'sistema sinergico', 'cambio di rotta', 'modello di eccellenza' e altre amenità simili, frasi che ci mostrano un assessore completamente distaccato dalla realtà romana. Incalzata da noi nella sua pagina l' assessore ha più volte dichiarato che la differenziata sta andando benissimo, ha citato un rapporto presente su Roma capitale che riassume i risultati di un sondaggio onlline secondo il quale oltre l' 80% dei partecipanti differenzia con piacere, il 70% dei quali per dovere civico. Un sondaggio del quale però non sono stati rilasciati i dati, e che fa sorgere numerosi dubbi sulla sua attendibilità, se non peggio, visto il grandissimo numero di supporter del comune e di iscirtti alle associazioni ambientaliste che popolano il sito di Roma Capitale.

Tale report é quotidianamente smentito dalle decine di foto che ogni giorno compaiono sui social network e che fotografano la reale situazione romana, con strade e marciapiedi spesso impraticabili a causa di rifiuti più o meno ingombranti (non é inusuale trovare, in queste foto, materassi, mobili e perfino motorini abbandonati vicino ai cassonetti sui marciapiedi).

Ieri 8 luglio la Marino ha inserito nella sua pagina sociale le foto di un incontro con cittadini ed operatori AMA durante i normali giri di pulizia, accompagnate dalla considerazione "Il quadro è molto disomogeneo e, girando col Presidente Fortini, abbiamovoluto sottolineare ai cittadini l’impegno dell’azienda sia attraverso la volontà di affrontare le difficoltà legate all’impiantistica, sia l’impegno a migliorare l’organizzazione del servizio sul territorio. Anche ultimamente si è verificata una forte pressione sugli impianti TMB, infatti le difficoltà che si sono acuite nei giorni scorsi sono riferite soprattutto alla raccolta di rifiuti indifferenziati e alla rigidità del relativo sistema di impianti per il trattamento."

La Marino fa giustamente notare che parte della responsabilità é sicuramente della popolazione, cita il caso di un cittadino che aveva correttamente differenziato la pplastica ma si apprestava ad abbandonare il sacco per terra anzi che nel cassonetto.

Il discorso é complesso, il percorso e lungo, e l' ottimismo della Marino é fuori luogo. Roma necessita di uan politica rifiuti orientata alla loro eliminazione, senza sprecare soldi in raccolta e in improbabili campagne di sensibilizzazione.

Il tempo delle parole a Roma é finito da anni.

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