Lodo arbitrale condanna Ama a risarcire Cerroni
Più volte ho scritto di come la intera vicenda del commissariamento e della chiusura di Malagrotta, fino all' arresto di Manlio Cerroni, sia stata una vergogna giuridica a scopo politico. Gli ulteriori sviluppi di fine marzo e inizio aprile 2014 confermano tutto quel che ho scritto e previsto l' estate scorsa. In sostanza con la chiusura della discarica rimaneva il problema degli impianti di trattamento, sempre diproprietà di Colari, la azienda di Cerroni che smaltiva e trattava i rifiuti per conto dei comuni del Lazio. Questi impianti, posti sotto sequestro, non potevano più essere utilizzati. Nel giro di soli 9 mesi dalla chiusura della discarica e dal fermo totale degli impianti Roma é di novo alle soglie di una grave emergenza rifiuti.
Nella pagina sociale dell' assessore Estella Marino, lo staff pubblicava in data 1 aprile un comunicato di 'trasparenza', che potete leggere QUI.
Con questo comunicato si comunica l' intenzione di utilizzare gli impianti di Cerroni anche se su essi c' é un fermo giudiziale. In sostanza si é arrestato Cerroni impedendogli di portare avanti la sua attività e si vuole poter utilizzare i suoi impianti senza pagare.
Il tutto sa di mossa politica atta a sottrargli i propri impianti e poter smaltire o trattare i rifiuti senza pagare.
Ho avanzato questo mio dubbio nelal pagina dell' assessore... nessuna risposta ancora.
Ebbene é di questi giorni la (oserei dire splendida) notizia: il lodo arbitrale sulla gestione degli impianti ha dato ragione a Cerroni e ha stabilito che AMA deve pagare a Cerroni la somma di circa 78 milioni più 2 milioni di spese legali.
Al centro del lodo arbitrale c'è la richiesta di Colari ad Ama del pagamento dei maggiori oneri per la gestione "postmortem" della discarica di Malagrotta a seguito del prolungamento da 10 a 30 anni del periodo di gestione postuma del sito. Una domanda accolta dal collegio arbitrale (tre membri, uno nominato da Colari, Arturo Cancrini, uno da Ama, Pietro Guerra, e uno designato in accordo tra i due arbitri, Nicolò Lipari) che ha condannato la municipalizzata dei rifiuti a pagare a Cerroni 76 milioni di euro. Altri due milioni arrivano dalle richieste (entrambe accolte) di pagamento di maggiori oneri per il lavoro notturno e durante i festivi.
L' assessore Estella Marino dal canto suo ha risposto a una interrogazione sulla vicenda posta dal radicale Giulio Magi che il comune ha impugnato la sentenza.
Staremo a vedere come andrà a finire.
Quel che é evidente é che il comune di Roma vuole poter utilizzare gli impianti dell' ecoterrorista senza pagare un euro.