Riesame della causa Chevron: il giudice da' ragione alla compagnia
Chi ha seguito la vicenda giudiziaria contro la Chevron terminata nel 2011 con la condanna, da parte del tribunale di Lago Agrio, dell' azienda a risarcire oltre 19 miliardi di dollari per i presunti danni ambientali causati in oltre 20 anni di lavori (somma ridotta poi a circa 10 miliardi nel 2013) in genere considera il trascorso come la più grande vittoria ecologista mai accaduta. Le campagne mediatiche messe in atto durante e dopo la causa hanno in un certo qual modo rovinato l' immagine di una delle maggiori compagnie petrolifere del mondo, contribuendo ad alimentare la sfiducia nei confronti delle multinazionali.
Ebbene c' é una novità.
Nel marzo 2014 infatti il tribunale del riesame americano ha ribaltato la sentenza dimostrrando come le prove addotte dall' avvocato Steven Donziger e dal suo team (compresa una perizia "indipendente" sulle analisi dell' inquinamento) furono manomesse e fabbricate, arrivando ad alterare i risultati delle analisi di laboratorio. Non solo, si parla anche di corruzione (o tentata corruzione) di un giudice, e di agganci sospetti con lo studio peritale che produsse il rapporto firmato dall' ingegnere Richard Cabrera.
Lo stesso Donziger, messo davanti ai fatti, ha dovuto ammettere alcune scorrettezze e vizi di forma, ma ha annunciato che tenterà comunque un appello alla corte suprema degli Stati Uniti.