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Tecnologie Ambientali
Trattamenti fisico-chimici e biologici
Scolorimento chimico
Lo scolorimento chimico è un processo applicato ai residui di vetro tramite l’ applicazione di Diossido di Manganese (MnO2), un composto scuro e granuloso insolubile in acqua con un punto di fusione di oltre 500°C, o di composti a base di Cobalto e di Selenio. Lo scolorimento del vetro si rende necessario qualora la frazione vetrosa contenga pezzi di colore diverso. Questa situazione era molto comune negli anni ’80 e ’90, mentre attualmente anche in seguito a direttive specifiche sul tema, gran parte dei contenitori in vetro sono privi di coloranti. Rimangono colorati in genere quei contenitori vetrosi quali bottiglie di birra o di vino per i quali una mancata opacizzazione o colorazione scura causerebbe degradamento del prodotto contenuto. Il meccanismo con cui lo scolorimento avviene è il seguente: i vetri colorati di verde devono questa colorazione alla presenta di Ferro II; il Diossido di manganese agisce sul Ferro ossidandolo a Ferro III che per sua natura ha una colorazione più lieve, e nel frattempo si riduce da Manganese IV a Manganese III che assume una colorazione rossastra. Essendo il rosso un colore complementare al verde, la tonalità risultante sarà ‘decolorata’.
Denitrificazione, desolforazione ed ossidazione (per rifiuti liquidi)
Denitrificazione e ossidazione sono due processi generalmente legati o accoppiati nel trattamento dei reflui liquidi o ad alta umidità . L’ ossidazione, oltre ad agire su tutto l’ organico presente preparandolo per essere eventualmente utilizzato come ‘cibo’ per micro organismi, agisce anche sui nitriti e sull’ azoto ammoniacale presenti nel liquame o nell’ umido. Avremo così un residuo con una maggiore quantità di nitrati, che vengono successivamente ridotti ad azoto (tramite altri micro organismi) pronto per essere immesso in atmosfera. La desolforazione è un processo più complesso, per il quale si utilizzano (raramente) micro organismi drogati o più comunemente degli impianti adibiti allo scopo. Pur se non particolarmente complesso, il processo di desolforazione è abbastanza costoso e lo si prevede solo se strettamente necessario, per esempio se si stima che i gas prodotti contengano una grossa quantità di solfuri, tio-composti organici, o solfati che ne rendano impossibile l’ immissione in atmosfera o l’ utilizzo sicuro e non inquinante per produzione di energia.
Precipitazione chimica di sostanze specifiche (chiaro-flocculazione)
Comunemente si crede che la chiaroflocculazione sia mirata al rendere pulita e trasparente l' acqua torbida, ma in realtà questo é l' effetto, non lo scopo. Lo scopo é quello di far precipitare le sostanze colloidali potenzialmente dannose. Con questo processo non si eliminano solo i colloidi e gel, ma anche le particelle minuscole di olii e grassi, il fosforo, e le sostanze organiche non sedimentabili o scarsamente sedimentabili, cioè quelle il cui peso é talmente basso che la loro velocità di sedimentazione risulta lentissima e non gestibile con mezzi fisici (es, centrifugazione). Il processo avviene tramite aggiunta alla soluzione di sostanze chimiche quali il cloruro di alluminio, il trisolfato di ferro, il trisolfato di alluminio, ma anche la comune calce, sostanze dall' alto potere coagulante; oltre a queste (contemporaneamente o successivamente) si aggiungono sostanze come la bentonite, l' argilla, o anche carboni attivi per innescare il fenomeno di flocculazione.
Riduzione chimica
La riduzione chimica é un processo inverso all' ossidazione vista nel caso della denitrificazione. In presenza di elevate quantità di nitrati, tramite particolari micro organismi o sostanze riducenti si riduce l' azoto nitrico ad azoto molecolare in forma gassosa, in modo che questo si liberi automaticamente in modo naturale dal liquido in cui era disciolto.
Digestione ed eliminazione sostanze pericolose con batteri drogati
Il processo di depurazione dei reflui prevede l' avvalersi di speciali microrganismi capaci di digerire specifici inquinanti. Questa digestione può essere aerobica (in presenza d' aria) o anaerobica (in ambiente privo d' aria) ed avviene generalmente su particolari film bioplastici impregnati del materiale di coltura di questi microrganismi digestori.
Questi microrganismi possono essere di vari tipi, e la loro capacità di distruggere una o più sostanze inquinanti può essere naturale o indotta. In questo secondo caso si parla di 'drogaggio' dei microrganismi, i quali vengono allevati in un ambiente tale che li renda resistenti all' attacco di uno o più elementi / composti chimici e li renda capaci di eliminarli.