Seguici anche su:
Tecnologie Ambientali
Che ci fai con l' Amianto?
Senza scendere troppo in tecnicismi che alla fine sono fini a loro stessi, ma per colmare in maniera diretta e semplice la carentissima informazione sull' Amianto, mi preme divulgare che la soluzione al problema dello smaltimento di questo materiale nocivo c' é, é di facile attuazione, é vantaggiosa, e in una certa misura viene anche praticata. Purtroppo questa certa misura é molto bassa perchè l' amianto é sempre stato bistrattato un po' come succede con tutte le sostanze e tutti i materiali che si scoprono tossici.
L' aver scoperto che l' utilizzo dell' amianto in isolamenti domestici e coperture di tetti fu un azzardo per la salute, ha fatto sì che in quasi tutti i casi questo amianto fosse recuperato e gettato in discarica.
Così il problema é stato considerato risolto.
Ma l' amianto in discarica ammonta a decine di migliaia di tonnellate (e considerando che le lane di amnianto hanno bassa densità, il tutto si traduce in un ancora maggior volume), un autentico spreco di un materiale utilissimo in altri ambiti e che se trattato opportunamente risulta di grande pregio e utilità.
Intanto diciamo che l' amianto 'pericoloso' è solo quello capace di rilasciare fili di tessuto minerale, lanosi all' apparenza, e pulviscolo che inalato nuoce gravemente alla salute.
Sotto il termine “amianto” rientrano 6 minerali:
-
il Crisotilo (che da solo ricopriva oltre il 90% del totale prodotto)
-
la Tremolite
-
la Actinolite
-
la Antofillite
-
la Crocidolite
-
la Amosite
Ciò che pochi sanno é che la normativa per il recupero e trattamento dell' amianto é in vigore sin dal 2004, e prevede una serie di possibilità a discrezione del gestore a seconda delle condizioni più sicure e vantaggiose.
Tra queste modalità la migliore é sicuramente la inertizzazione termica, chiamata a volte LITIFICAZIONE o VETRIFICAZIONE, ma non é la sola.
Il processo di vetrificazione si basa in sostanza sul riscaldamento pressochè istantaneo a oltre 1000°C avviando così una decomposizione termica del Crisolito (per esempio) la cui molecola [Mg(OH)4Si2O5] si scinde in seguito a deossidrilazione-ricristallizazione in Forsterite (Mg2SiO4) e Enstatite (MgSiO3) rilasciando vapore acqueo.
L' impianto per questo tipo di processo si basa su una torcia al plasma moderata, operante a temperature medie di 1400-1600°C. Il risultato finale di questa trasformazione é un prodotto vetroso scuro e denso ad alta resistenza. Prove di laboratorio hanno evidenziato un grado di durezza pari a 5-6 della scala Mohs, con una sopportazione di carico fino a 1000-1100 kg/mm2.
Caratteristiche simili rendono il materiale particolarmente utile nel campo dell' edilizia, specialmente in quelle latterizia e stradale.
Un impianto tipo di questo trattamento si trova in Francia, a Morcenx, e segue questo procedimento: viene utilizzato un forno ad alta temperatura realizzato per funzionare a 1600°C con un massimo di 1900°. La torcia al plasma presente nel forno é del tipo ad arco soffiato di 1750 KW di cui 1435 KW termici restituibili. Il gas plasmogeno utilizzato è l' aria naturale in pressione. La torcia raggiunge una temperatura di 4000/6000°C nel punto di contatto che si dissipa nelle vicinanze regalando all' ambiente una temperatura intorno ai 1600°C.
La camera di postcombustione che è unita al forno assicura una combustione totale dei gas formatisi durante il trattamento dei rifiuti. E' strutturata in modo da garantire un tempo di transito minimo di 2 secondi ad una temperatura di 1200°C.
Il trattamento fumi riceve gas provenienti dalla postcombustione a 1100°; un impianto di raffreddamento fa scendere la temperatura a circa 300°C; una torre di neutralizzazione dei fumi trasforma gli eventuali acidi in sali di sodio che saranno captati dal filtro di uscita.
Il filtraggio avviene in due tempi: un filtraggio primario attraverso un elettrolitro, un filtraggio secondario mediante 8 batterie di filtri in parallelo.
A valle é posto un camino di circa 18 metri con ventilatore aspirante, e il tutto é controllato tramite DCS e PLC da sala controllo. La piattaforma può funzionare 24 ore su 24, e il risultato é davvero notevole: la trasformazione delle fibre è totale, non c' è alcuna traccia nel prodotto di fusione.
In più non c' è nessun inquinamento da fibre nei fumi, sia nell' installazione che nelle vicinanze.
Il bilancio del processo é vantaggiosissimo: per una tonnellata di rifiuti trattati in forno si ottengono: 85% prodotti di fusione, 14% di gas, 1% di ceneri secondarie. La riduzione in massa dei rifiuti è di 23:1.
Un impianto del genere, basato sul processo INERTAM, é rappresentato qui sotto.