top of page

La tragedia rinnovabile della Germania

L’ abbandono del nucleare sta costando sempre di più alla Germania, sia in termini di importazione di materie prime, in termini di inquinamento, in termini di aumenti sulle bollette, in termini di finanziamenti per chi investe nelle rinnovabili, e non ultimo come importanza in termini di numero di aziende che chiudono o si trasferiscono all’ estero.
Quest’ ultimo problema, che prima toccava solo le industrie medio grandi e che ruotavano nel business direttamente coinvolto con la produzione di energia, da qualche tempo sta toccando anche piccole ma importanti aziende, alcune addirittura ‘storiche’, che lavorano in campi non direttamente coinvolti, come quello delle resine, delle vernici, dei polimeri etc. Il costo dell’ energia sta aumentando in maniera talmente veloce e incontrollata che quelle aziende che non hanno diritto a incentivi per l’ acquisto di energia si trovano a dover pagare lo scotto per intero di questi aumenti.
Uno degli ultimi casi, risalente a Gennaio 2013, è quello di una ditta produttrice di resine di Amburgo, la Worlèe-Chemie GmbH, un’ azienda con quasi 100 anni di storia, che da Febbraio ha mosso la sua produzione a Istambul, in Turchia. Questo a causa dell’ ultimo (in ordine di tempo) aumento del prezzo dell’ energia, che dal giorno di quella fatidica decisione del governo Merkel di abbandonare il nucleare entro il 2030, è sempre aumentato e non si è ancora stabilizzato. L’ ultimo aumento, che non è direttamente applicato sul costo dell’ energia, consta in un aumento del 47% di tutte le commissioni applicate dagli operatori di rete previste per finanziare gli investimenti sull’ energia solare ed eolica.
Recentemente la Germania è stata declassata alla ‘Borsa Energetica’ dal World Economic Forum 2012-2013, e sta pagando carissimo il prezzo della decisione, a seguito dell’ incidente di Fukushima (Giappone), di investire sulle rinnovabili in modo da portare la produzione fino all’ 80% del totale energetico entro il 2050, a fronte di un valore di circa il 25% attuale. Una scelta dettata dalla paura, dal’ incompetenza, e dagli interessi privati. Una scelta mantenuta grazie a incentivi che però alla Germania stanno costando sempre di più, sia alle industrie sia agli utenti finali.


Nel Febbraio 2013 il ministro dell’ ambiente tedesco Peter Altmaier ha stimato che il passaggio alle rinnovabili, per la Germania, potrebbe costare fino a 1000 miliardi di euro, in una sua dichiarazione al Frankfurter Allgemeine. L’ allarme è stato causato da un rapido conto relativo alla spesa che costituisce gli incentivi per coprire il divario di costo per le aziende produttrici di energia da fonti rinnovabili, incentivi che in Germania sono garantiti alle aziende per 20 anni.
La situazione era già abbondantemente fuori controllo dagli ultimi mesi del 2012, quando i primi conti del ministero all’ ambiente avevano stimato che le difficoltà maggiori, nel processo di ‘rinnovo’ del parco energetico tedesco, non si sarebbero avute nel rispettare la quota prefissata di riconversione, ma nel costo in termini di incentivi da stanziare con conseguente aumento della tassazione. Già a Settembre 2012 le testate giornalistiche tedesche riportavano i primi preoccupanti dati, con previsioni di un costo dell’ energia, per il 2013, ad almeno 5 centesimi per kWh. Attualmente, dopo gli aumenti di Gennaio, il costo dell’ energia tedesca è arrivato a quasi 5.3 centesimi al kWh, con un aumento lordo medio in bolletta di circa il 30% rispetto alla fine del 2012. E siamo solo ad Aprile.


Conseguenza di questa tragedia annunciata ma ignorata è che già da qualche mese la Germania sta rallentando i lavori per la costruzione dei parchi eolici, e sta riducendo sempre di più gli incentivi sul fotovoltaico, che contribuisce alla produzione tedesca soltanto per il 3% circa.


Ancora una volta il tema ‘ambiente ed energia’ è vittima del fallimento dovuto all’ incompetenza e al buonismo di chi ne è coinvolto, ma ciò che più sorprende è come l’ idea ecologista che genera questi danni continui a trovare così tanto seguito tra cittadini illusi rassegnati a pagare sempre di più, e che spesso giustificano questo scempio energetico ed economico con la scusa di “far bene all’ ambiente”.



vedi anche: Energia solare: un debito statale



Links utili:

- Peter Altmaier sul passaggio alle rinnovabili (LeMonde)

- Germania: il peso dell' energia pulita

- Germania: il piano di riconversione non decolla

bottom of page