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Tecnologie Ambientali
I Rifiuti - pt.2 - Considerazioni
di Sandro Santini
CHIMICA DEL CONCETTO DI RIFIUTO
Tutto ciò che ci circonda è composto da una miscela di sostanze diverse in ben precise percentuali; l’ acido muriatico che spesso viene o veniva usato dalle casalinghe per pulire i bagni e togliere il calcare é acido cloridrico diluito, il cui composto base, il cloro, lo troviamo anche nella candeggina, e nei “pasticconi” che si mettono nei pozzi o nelle piscine per tenerli sempre puliti e disinfettati.
Quindi tutto ciò che ci circonda è quasi sempre un composto di svariate sostanze in precise percentuali, percentuali che determinano anche la eventuale pericolosità o utilità di una sostanza; l’acido cloridrico è pericoloso, ma diluito (acido muriatico, o candeggina, o altro: il principale componente è sempre il cloro, cambiano poi i profumi, eventuali altre sostanze tipo sbiancanti ottici o antialghe) diventa utile. L’ ossigeno stesso è vitale ma in alte concentrazioni può causare seri danni.
Avendo chiarito questo aspetto dell' ambiente ecco che si “schiude” un orizzonte sui rifiuti: per una azienda di satinatura, ad esempio, una miscela di acido cloridrico e acqua, quando scende al di sotto di una certa concentrazione di acido, non è più utilizzabile e anziché “ripulirla” dai sedimenti e “rinforzarla” con l’ aggiunta di acido, spesso si preferiva smaltirla come rifiuto; ovviamente non la si può “scaricare” in un fosso o in fogna rischiando, oltre a sanzioni e multe giustamente enormi, di far dei bei danni all’ambiente (anche qui, si ritorna al concetto di “miscela” di sostanze, in un laghetto o in uno stagno un litro di acido fa danni ingenti, lo stesso litro sversato nel mare ovviamente fa un po meno danni in quanto viene diluito di più ma a lungo andare fa ugualmente danni). Questa miscela di rifiuto però, magari per un’ altra azienda che ha dei processi di lavorazione che richiedono una miscela acida meno potente rispetto alla satinatura, potrebbe essere una materia prima.
Questa era un po' la filosofia con cui era stata istituita la Borsa Rifiuti, e uno dei motivi per cui esiste un certo “traffico” sui rifiuti industriali.
CENNI SUI DEPURATORI
I depuratori, cosa sono?
Sono enormi vasche in cui vengono riversati i rifiuti liquidi, creando delle ”miscele” aggiungendo acqua, batteri “digestori”, ossigeno, e altro ancora. Vengono lasciati agire per un certo tempo, poi il liquido passa in altre vasche per operazioni ulteriori fino a che non si ottiene sul fondo delle vasche una fanghiglia abbastanza solida che in un secondo momento viene raccolta, essiccata, ed inviata ad altri processi produttivi (per esempio per creare fertilizzanti oppure miscelata al cemento per creare tipi di cemento più plastici o leggeri) o in discarica.
La parte liquida che rimane, pian pIano, perdendo la quasi totalità delle sostanze in sospensione ritorna ad essere un fluido “in tabella” cioè che presenta un quantitativo di sostanze disciolte minore di un certo tot specificato in apposite tabelle emanate e aggiornate dagli enti di controllo e quindi si rende possibile versare questo liquido nell’ ambiente circostante.
Questa è la teoria, ma passiamo alla pratica.
Un depuratore è essenzialmente una macchina chimica che funziona benissimo se tutte le sostanze che vengono utilizzate (quindi anche i rifiuti) sono nelle quantità e qualità (concentrazione dei componenti) previste, quindi occorre che il depuratore abbia in ingresso dei bacini dove accumulare i rifiuti liquidi e poi prelevarli nei tempi e nelle quantità necessarie per il processo chimico successivo che avrà i suoi tempi, concentrazioni e talvolta anche temperature. Da qui la complessità di vasche, contenitori, pompe, bacini, valvole e sistemi computerizzati per gestire il processo di depurazione al meglio possibile, e quindi si può capire che se si guasta qualcosa , anche una sola valvola, possono essere problemi…
Se viene “portato” una carico (solitamente dai 10 ai 15 metri cubi) di rifiuto dichiarando che si tratta di 20.03.04 (pozzo nero) e invece è una soluzione di acido (cloridrico, solfidrico, quello che volete) possono nascere problemi, fino a rendere inutile o annullare il processo di depurazione (se si superano certe concentrazioni di acido si uccide la flora batterica del depuratore e quindi la parte organica del rifiuto non viene trattata) e, se per assurdo non vi fossero dei controlli, arrivare a riversare nell’ ambiente un rifiuto pericoloso anziche acqua depurata….
I problemi ricorrenti nei depuratori allacciati alle reti fognarie (che depurano cioè tutto ciò che arriva dalle fogne) sono essenzialmente due:
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quando il depuratore è installato in zone con una certa densità abitative (quindi viene calcolato un certo afflusso di reflui) e poi quella densità abitativa raddoppia o più senza che vengano messe in atto le necessarie modifiche al depuratore (è il caso di impianti vecchi e non aggiornati, oppure delle località balneari dove vivono stanzialmente diciamo 5.000 persone ma da giugno a settembre diventano 20.000 e il depuratore va in tilt)
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2) quando qualche “mariolo” butta in fogna (infischiandosene) chissà cosa (spero che qualcuno di questi signori legga questo e magari si metta una manina sulla coscienza)