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Quanto ricicliamo, e perchè?

Mi sono ritrovato di recente a rianalizzare il rapporto Comuni Ricicloni del 2012 e i numeri che ci trovo dentro, che probabilmente sono messi li per impressionare ed invogliare al riciclo / riutilizzo, non mi convincono per niente. Se é vero che il riciclo in Italia sta facendo passi da gigante, dobbiamo fermarci ad analizzare i dati in profondità per capire cosa vogliano dire. Allora prendiamone qualcuno:

Riciclo della carta:
Il Comieco (imballaggi cartacei) dichiara che attualmente "4 imballaggi a base di cellulosa su 5 vengono riciclati". E il quinto? In discarica o unito agli altri scarti per andare in inceneritore.

Riciclo delle plastiche:
Il Corepla (plastiche) dichiara che nel 2010 sono state immesse nel mercato 2.075.211 tonnellate di plastica, con un 'recuperato totale' pari al 67.8%, cioè 1.407.000 tonnellate. Ma cosa é questo 'recupero totale'? E' dato dalla quantità riciclata fisicamente più quella raccolta e mandata a recupero energetico. La quantità riciclata è solo del 35.9% del' immesso, mentre la parte mandata a termovalorizzazione é il 31% dell' immesso. Termovalorizzato (che è il modo pulito di dire “incenerito”) e riciclato si equivalgono, e resta, da quel 67.8% dotale, un 32% non riciclato nè termovalorizzato. Dove é andato a finire? Anche questo o in discariche o in depositi o in termovalorizzatori indipendentemente dalla parte conferita dagli associati di Corepla.

Riciclo dell' alluminio:
Nel 2011 sono state immesse nel mercato 67.200 tonnellate di allumini vari, delle quali 40.800 sono state riciclate, quindi il 60.7% circa. Altre 3500 sono state mandate volutamente a termovalorizzazione per recupero energetico, e raggiungiamo 44.300 tonnellate tra recuperato energeticamente e riciclato. Le altre 22.900 tonnellate? Non ci viene detto.

Riciclo dell' acciaio:
Nel 2011 son state 352.648 le tonnellate mandate al riciclo, pari al 75.8% dell' immesso sul mercato. Il rimanente 24% non è stato riciclato quindi é stato stoccato, mandato in discarica, o mandato a inceneritore.

Riciclo del vetro:
Coreve dichiara che nel 2011 il riciclato di vetro é stato il 68.1% circa dell' immesso sul mercato, e specifica che durante il processo di riciclo per ri preparazione all' ingresso al forno, viene perso il 16% del materiale a causa delle cattive condizioni del vetro raccolto.
La parte mandata quindi a effettivo riciclo é il 68% dell' immesso nel mercato meno il 16%.
Il rimanente 32% circa non mandato a riciclo, come al solito, viene stoccato, posto in discarica, o termovalorizzato.

Riciclo del legno:
Rilegno dichiara che nel 2011 il recuperato degli imballaggi in legno é stato il 58% dell' immesso (1.340.000 tonnellate su 2.306.000), comprensivo di una quota di 68.000 tonnellate mandate a recupero energetico in inceneritore.

Tenendo presente che il rapporto Comuni Ricicloni 2012 è ormai datato, questi numeri non sono più specchio della situazione attuale, che può vantare percentuali leggermente maggiori di riciclo. Tutto sommato però i dati sono indicativi per trarre alcune conclusioni importanti:

- la termovalorizzazione è in alcuni casi parte integrante del processo di smaltimento dei rifiuti, indipendentemente dal metodo di raccolta utilizzato e dalla destinazione finale;
- il concetto che viene fatto passare del “chiudiamo i termovalorizzatori - ricicliamo e differenziamo” é una truffa colossale.



 

Come già argomentato in articoli precedenti, le spinte legislative e politico-sociali verso le operazioni di differenziazione, riciclo e riutilizzo dei rifiuti, sono una mera mossa economica. Finalmente a dirlo non sono solo i tecnici ambientali, ma anche qualche “illuminato” ambientalista.

Rossano Ercolini, fondatore di “Rifiuti Zero” e recentemente premiato con il Goldman Environmental Prize (conosciuto come il “Nobel dell’ Ambiente”), viene citato nel blog di Grillo con queste frasi:



"La stessa Europa ha detto: per uscire dalla crisi serve lanciare come volano industriale l’industria del riciclaggio, negli Stati Uniti impiega di più l’industria del riciclaggio di quella automobilistica.
Ho avuto modo di incontrare a Washington, le Unions, i sindacati americani che sostengono la strategia Rifiuti Zero, d’altronde non è che si voglia essere invasati di passione civile, sono ragionamenti anche freddamente economici.”



 

Ercolini utilizza questi concetti per un motivo completamente diverso dal nostro, lui sostiene che la termovalorizzazione sia in crisi e che bisogna aumentare il riciclo e riutilizzo per far fronte alla “Raw Material Scarcity”, un altro allarmismo ambientalista infondato di cui ci occuperemo presto.

Indipendentemente dal motivo per cui le frasi siano state dette, quel che è chiaro, ancora una volta, è che in fin dei conti si tratta di BUSINESS di riciclo.

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