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MITO N°1 : GLI INCENERITORI NON SONO NECESSARI

Una buona politica di raccolta differenziata, riciclo e riutilizzo, riesce a rendere gli inceneritori non necessari. Ciò é dimostrato egregiamente da tanti casi italiani e stranieri in cui la differenziata arriva anche all' 80%.

 

 

REALTA'

In Italia ed all' estero esistono senza dubbio esempi di alta percentuale di raccolta differenziata, ma nessun caso mostra l' inutilità o la non convenienza degli inceneritori. Due classici esempi, spesso tanto acclamati dagli ambientalisti come successo di Rifiuti Zero tramite riciclo e riutilizzo, sono Los Angeles, dove la raccolta differenziata supera il 70%, e San Francisco, che dichiara un riciclo dell' 80%. Si tratta di due dei pochissimi casi al mondo di alta percentuale di raccolta differenziata in grandi città, ma ma la situazione a Los Angeles e San Francisco non é quella che gli ambientalisti dipingono. Esaminiamo prima il caso di Los Angeles.

Los Angeles come municipalità conta circa 850mila abitanti (dati 2013 – quando veniva usata ad esempio dagli ambientalisti come Rossano Ercolini), e i suoi rifiuti vengono gestiti tramite un piano chiamato SWIRP iniziato nel 2007; questo piano rifiuti si basa su 2 tipi di gestione:

 

  • riciclo rifiuti

  • smaltimento in discarica

 

Il riciclo rifiuti però non é successivo alla raccolta differenziata fatta dagli abitanti, ma da un ciclo semi automatizzato di separazione condotto all' interno degli stabilimenti che rientrano nella competenza SWIRP. Le operazioni di riciclo di Los Angeles sono così efficenti perchè nella struttura che si occupa di riciclo lavorano oltre 800 persone a tempo pieno, ciò è reso possibile perchè la città investe pochissimo in raccolta differenziata.

 

Lo SWIRP prevede l' utilizzo di una serie di facilities:

 

  • CLARTS che si occupa del trasporto dei rifiuti raccolti tramite camion molto diversi da quelli utilizzati in Italia. Si tratta di veri e propri Trucks ad enorme capienza, e in questo modo vengono ridotti i costi di trasporto necessitando di minor numero di viaggi.

  • Dirty MRF Ã© una struttura che raccoglie contenuto 'sporco' di rifiuti municipali, e si occupa della loro separazione e mandata a riciclo

  • Paper MRF Ã© la struttura che riceve i rifiuti cartacei per il loro trattamento

  • Aluminum MRF riceve i rifiuti costituiti da latte di alluminio

  • Plastic MRF riceve i rifiuti di plastica

  • East Valley Yard raccoglie i cassonetti rotti e distribuisce quelli nuovi alla popolazione e per le strade

  • Lopez Canyon riceve e tratta i rifiuti 'verdi' cioè derivanti da potature d' alberi e di giardini

  • C&D riceve i detriti di costruzione e demolizione in legno e in cemento

  • Sunshine Canyon Landfill, la discarica che riceve tutti gli scarti non riciclati.

 

 

Ma non solo, la parte di rifiuti non gestita da queste strutture, unitamente ai loro residui, viene inviata a ben 2 inceneritori di contea, l' inceneritore di City of Comerce nel distretto di Sheila e l' inceneritore di SERRF di Long Beach, gestiti dal Sanitation District of Los Angeles County.

Il Comerce gestisce ogni giorno 350 tonnellate di rifiuti, per un totale medio di 127000 tonnellate annue, e fornisce energia a 20000 famiglie. La discarica di Sunshine Canyon inoltre gestisce 6600 tonnellate di rifiuti al giorno, ed é possibile smaltirci anche rifiuti aziendali su richiesta, non solo rifiuti dalla filiera degli RSU. La capacità di smaltimento totale della discarica di Sunshine Canyon é di oltre 12000 tonnelate giornaliere, cioè circa 4 milioni di tonellate annue!!

 

Veniamo ora al caso di San Francisco, cittadina anch' essa da circa 850mila abitanti (dati 2013) perchè é un perfetto caso di fraintendimento / inganno mediatico. 

Dovete sapere che il programma di gestione dei rifiuti di San Francisco, chiamato San Francisco Zero Waste e gestito da Recology, utilizza il termine 'divertion' (separazione) per riassumere almeno 3 porzioni:

 

  • la porzione di rifiuti recuperata dalla raccolta differenziata cittadina (normale riciclo inroganico + organico)

  • la porzione di rifiuti edili e di scavo + materiali 'biosolidi' utilizzati in agricoltura

  • la porzione permessa per legge (nella misura di max 30mila ton/anno) di materiale recuperato da discarica

 

Ebbene se andiamo a vedere le quantità dichiarate per le singole frazioni troviamo una cosa sconcertante, che vogliamo mostrarvi con una tabella contenente direttamente i dati dichiarati dagli organi di indagine di San Francisco.


 

L' utilizzo del termine 'separazione' anzi che riciclo é studiato per far pensare alla separazione tramite differenziata, e così é infatti stato interpretato da tutti coloro che hanno preso acriticamente l' esempio di S. Francisco per promuovere la strategia Rifiuti Zero, ma questo termine, come vediamo dai numeri, é ingannevole. In sostanza questo famoso 80% di 'separazione' dei rifiuti é dovuto per quasi i 2/3 dal recupero di 'Other' che comprendono materiale e frazioni che con i rifiuti domestici non c' entrano nulla e non passano tramite differenziata residenziale.

Si tratta dunque di un inganno bello e buono.

 

Veniamo invece al miglior caso italiano, quello che quasi tutti gli ambientalisti descrivono come un gioiello di riciclo e riutilizzo: Vedelago. Si tratta di un paesino della provincia di Treviso, di circa 18mila abitanti, i cui rifiuti vengono gestiti da una azienda chiamata Centro Riciclo di Vedelago, fondata da Carla Poli nel 1999. Il comico e leader maximo del M5S Beppe Grillo aveva dato molto risalto a questa azienda utilizzandola come esempio nella politica ambientale del suo movimento, e Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, la aveva citata come modello da seguire. Questa azienda é stata famosa perchè dichiarava una percentuale di riciclo di circa il 98%, un traguardo eccellente e virtualmente insuperabile. Il Centro Riciclo di Vedelago non trattava però solo i rifiuti del paesetto, ma riceveva anche rifiuti da altri paesi circostanti per un totale dichiarato di oltre un milione di persone, trattando annualmente una enorme mole di rifiuti; l' azienda si occupava delle operazioni di riciclo e della vendita del materiale riciclato. Un sogno sulla carta... ma in realtà, ovviamente, non é e non é mai stato così. Nel 2012 arrivava una prima riorganizzazione aziendale e arrivavano le prime avvisaglie di fallimento: il personale fu ridotto da 30 a 15 persone dopo che per mesi l' azienda non era stata capace di pagare gli stipendi. Nessuno ci fece gran caso, nel 2012 e nel 2013 l' azienda ricevette parecchia notorietà venendo citata come esempio di eccellenza in quasi tutti i siti ambientalisti. Ebbene nel dicembre 2014 il tribunale di Treviso ha decretato la fine delle attività del' azienda, e ha dato 2 mesi di tempo ai creditori per avanzare le proprie richieste di risarcimento per le somme non pagate dall' azienda. Nel marzo 2015 il tribunale ha disposto il controllo del passivo dell' azienda, che sembra ammontare a circa 30 milioni di euro!!

Il centro di riciclo é passato nelle mani di una nuova azienda, denominata Punto Riciclo, nata nell' ottobre del 2014, la quale ha deciso di mantenere come personale i 15 dipendenti della precedente azienda. Solo il tempo ci dirà come andranno le cose.

 

Vogliamo fare una considerazione generale che vale per tutti i casi di gestione dei rifiuti: l' incenerimento non potrà mai essere sostituito né eliminato, poiché é il metodo tecnicamente più efficiente per ridurre grosse moli di rifiuti (ridurre la quantità in termini di peso e di volume); lo riprova il fatto che perfino CONAI, il consorzio nazionale per gli imballaggi, dichiara una determinata quota di incenerimento da parte di ognuno dei suoi consorzi membri. La furbata che viene fatta é quella di parlare di non usare il termine 'inceneritore' o 'incenerimento' ma usando invece i termini 'recupero energetico' e 'valorizzazione energetica'.

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