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Lettera aperta a Rossano Ercolini

Chiarissimo prof. Ercolini,


mi chiamo Alessandro, ho 39 anni e le scrivo da Pomezia. 

Le rubo solo qualche minuto per esprimerle alcune mie considerazioni in merito a un tema caro a entrambi, l’ Ambiente, sperando che ne possa venir fuori un dialogo costruttivo e di interesse per molti. Questo pomeriggio un amico che condivide questo comune interesse mi ha segnalato via Facebook un articolo apparso nel blog di Beppe Grillo in data 13 maggio 2013 alle ore 14.30 circa, intitolato: “Passaparola – la fine degli inceneritori e la Stalingrado di Parma”, in apertura del quale è presente un video di oltre 10 minuti contenente un suo intervento.
Devo ammettere, non senza vergognarmene, che fino ad oggi io non sapevo nemmeno chi lei fosse, ma per fortuna il contenuto dell’ articolo (e in particolare del video) mi ha spinto a colmare questa gravissima lacuna. Imparo dunque tramite il sito della Regione Toscana che lei è (o è stato) un maestro elementare a Capannori, diplomato all’ Istituto Magistrale, successivamente impegnato nelle fila dei Verdi e da sempre sensibile alle tematiche ambientali. Leggo che lei è il fondatore del movimento “Rifiuti Zero”, che già conoscevo superficialmente ma del quale non conoscevo la storia. Leggo inoltre che recentemente ha ricevuto negli USA il Goldman Environmental Prize, considerato da molti il “Nobel” per l’ Ambiente, cosa di cui mi congratulo perché fa sempre piacere vedere un italiano impegnato in cause sociali e premiato per il suo impegno, oltre che per il fatto che, se non vado errando, erano quasi 15 anni che questo premio non spettava a un italiano.


Prima di entrare nel merito delle mie considerazioni reputo sia corretto presentarmi: sono un perito chimico industriale di Sassari, non particolarmente amante della chimica fine a se stessa (nella quale tra l’ altro non sono mai stato molto bravo) ma amante della chimica applicata e delle tecnologie ad essa legate; questo amore mi ha portato a frequentare un corso di formazione finanziato dalla CEE nel 1997, corso che prevedeva la formazione di un certo numero di Tecnici per la Gestione delle Acque e delle Risorse Ambientali, presso l’ Università di Cagliari. Purtroppo questo corso è capitato proprio nell’ anno in cui si sono sentiti i maggiori effetti del Decreto Ronchi, decreto che ha completamente cambiato l’ ottica italiana in materia di Ambiente e Rifiuti, perché ha spostato l’ accento dall’ aspetto tecnologico a quello puramente teorico della risoluzione dei problemi. Nel corso dei sedici anni passati da quella esperienza ho potuto notare con mio grande dispiacere che ovunque si parlasse di ambiente, a farlo non erano tecnici, ma appassionati, spesso ecologisti, ambientalisti, con scarso o inesistente bagaglio tecnico; mi sono più volte visto respingere la richiesta di pubblicazione di articoli tecnici volti a chiarire la disinformazione diffusa da questi amatori dell' ambiente, e con rammarico ho deciso di aprire uno spazio tutto mio dove poter 'dire la mia'.
E veniamo finalmente al motivo di questa lettera.


Nel suo video lei paventa una crisi della termovalorizzazione, portando come esempio i paesi nordici i quali non riescono a trovare rifiuti da incenerire, e guardano favorevolmente ai rifiuti degli altri paesi, tra i quali quelli campani. Lei pone questa crisi della termovalorizzazione in relazione alla diffusa e crescente politica del riciclo propagandata un po' in tutto il mondo e in particolare nella comunità europea. Ciò che lei dice, formalmente, corrisponde a realtà: effettivamente i paesi del nord puntano sull' incenerimento e non hanno abbastanza rifiuti da bruciare. Ma, perchè c' é un grosso 'ma', bisogna fare dei chiarimenti.

Lei parla di Raw Material Scarcity e di bisogno di recuperare i materiali dai rifiuti, lei parla di Rifiuti Zero, e di come l' ottica del Rifiuti Zero e del riciclo siano la soluzione futura e di come bisogna impedire la costruzione degli inceneritori (lei cita anche i piro-gassificatori). L' unica cosa che lei si dimentica di dire, é che l' ottica chiamata Rifiuti Zero, che si basa sul riciclo, é una direttiva-truffa creata solo  ed esclusivamente per generare un nuovo business che genera più indotto e più posti di lavoro rispetto alla tecnologia della termovalorizzazione. Lei sa, o dovrebbe sapere, che dire “Rifiuti Zero” é quanto di più ingannevole possa esserci, poiché non si arriverà mai alla condizione in cui i rifiuti saranno pari a zero, né questa condizione sarà mai auspicabile e perseguita nemmeno da chi lavora nel campo del riutilizzo/riciclo.
Un esperto come lei dovrebbe sapere che la termovalorizzazione é una parte essenziale del processo di riutilizzo. Un esperto come lei dovrebbe sapere che tutti i 6 consorzi che compongono CONAI dichiarano una percentuale di prodotto che va a termovalorizzazione, spesso per recuperare energia termica o elettrica da investire nel processo primario di riciclo. Il parlare, come lei fa, di eliminare gli inceneritori, significherebbe tra le altre cose anche perdere questo recupero energetico.


Lei si vanta di essere riuscito ad impedire la realizzazione di numerosi inceneritori, ma si dimentica di spiegare l' utilità di questa lotta agli inceneritori. Posto che gli inceneritori sono un metodo di trattamento dei rifiuti, mentre il riciclo é solo la rimessa a disposizione e la ri-modellazione di quella parte di rifiuti non estremamente danneggiata, lei dovrebbe spiegare che senso ha parlare di 'eliminare i termovalorizzatori' quando ci sarà sempre una percentuale di rifiuti non riciclabile, che dovrà in qualche modo e in qualche tempo essere maneggiata. Sarà d'accordo con me nel sostenere che la soluzione non può essere mandare a discarica il rifiuto non-riciclabile così come si trova, ma dovrà essere trattato. Ecco lei non offre alternative di trattamento. E qui ci si pone un altro quesito: visto che l' incenerimento é una tecnologia che funziona, come dimostrato dal gruppo Hera che nel proprio sito pone quasi in tempo reale le analisi dei fumi dei propri inceneritori, sempre e costantemente ben al di sotto dei valori normativi (nonostante lei definisca gli inceneritori 'impianti di morte'), e come dimostrato dai numerosi impianti di incenerimento sparsi per il mondo che funzionano a regime e senza problemi né conseguenze per l' ambiente; visto che l' incenerimento é solo UNO dei metodi di trattamento di rifiuti; visto che tecnologie come la torcia la plasma permettono di recuperare metalli preziosi dai rifiuti, e distruggere i rifiuti anche senza bisogno di preventiva separazione;  visto che la torcia al plasma, l' incenerimento, la pirolisi, la gassificazione, permettono oltre alla distruzione dei rifiuti anche la produzione di una grossa quantità di energia... allora, ci spieghi, che utilità ha un processo in cui i rifiuti vengono separati, riciclati, e rimessi in vendita spesso a prezzo maggiore?
Sono domande retoriche, ovviamente, perchè lei sa benissimo il perchè della scelta di promuovere il riciclo: creare un business che ha fatto nascere centinaia di impiantini, una manciata di consorzi, e che dà lavoro a migliaia di persone sfruttando due menzogne: il concetto di rifiuti zero e il concetto di 'scarsità delle materie prime'.
Si perchè lei sa sicuramente che gli unici a sostenere la teoria del Raw Material Scarcity sono coloro i quali sono coinvolti in questo business. La gente non coinvolta, i tecnici come Roderick Eggert (geochimico ed esperto in economia dei minerali), negano questa teoria, che non é mai stata dimostrata, ma solo dichiarata, da una commissione appositamente creata dagli stessi che hanno imposto il business e l' ottica del riciclo. Perfino i verdi non coinvolti nel business, come per esempio il parlamentare europeo 
Reinhard Bütikofer, negano questa 'scarsità' che viene usata come spauracchio. 

Lei sa benissimo che l' utilità della raccolta differenziata e del riciclo sono presso che nulle, e che é stato necessario imporle con delle leggi perchè potessero realizzarsi. Con leggi ed incentivi, che generano ogni anno un buco di miliardi nelle casse dello stato, senza portare nessun vantaggio se non un certo numero di posti di lavoro. E lei sa benissimo che senza questi incentivi tutta la filiera di differenziata - riciclo - riutilizzo verrebbe a costare uno sproposito tale che nessuna azienda ci investirebbe.


La invito, carissimo prof. Ercolini, ad una profonda e sincera riflessione, e, se le sta davvero a cuore il futuro dell' Ambiente e della nostra società, a informare nel modo più completo e obbiettivo possibile. In questo modo potrebbe facilmente dimostrare che a starle a cuore sia davvero l' Ambiente, e non il mantenimento di un business 'verde' imposto da qualcuno.



 

Cordialmente,
Alessandro Demontis





Links:

Ercolini e la fine degli inceneritori

Raw materials: are they really scarce?

Eggert testimony in Brusselles

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