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Il problema dell' acqua: distribuzione, non disponibilità

Basta aprire un qualsiasi sito ecologista per trovare articoli di monito sulla scarsità d' acqua nel mondo, articoli che ci avvisano che l' acqua sta finendo, e che le riserve non basteranno tra pochi anni a coprire i fabbisogni della popolazione mondiale. La stessa istituzione del World Water Day é frutto di una politica allarmata da questi proclami ambientalisti e, se da un lato ha comunque l' utilità di sensibilizzare la popolazione a un miglior impiego delle risorse idriche, da un altro lato si fonda su statistiche improbabili, allarmismi non sempre giustificati, e crea nella popolazione una sensazione di 'spada di Damocle'.

Va bene avvisare, sensibilizzare, ma non va bene creare terrorismo psicologico.

 

I calcoli su cui si basano queste campagne in genere paragonano i fabbisogni e i consumi, mostrando come i secondi siano nettamente (dalle 5 alle 25 volte) superiori ai primi, utilizzando dati provenienti da studi specialistici. Spesso questi studi però forniscono dei numeri assurdi, e la situazione dipinta non é veritiera quanto dovrebbe. Esistono tuttavia report affidabili sulla disponibilità, che ci rassicurano che in molti paesi l' acqua disponibile é molto maggiore di quella effettivamente utilizzata.

 

Il problema dell' acqua, in effetti, non é relativo alla sua disponibilità, ma alla sua distribuzione. Questo perchè l' acqua nel mondo é disponibile in quantità molto diverse a seconda della nazione, e nel corso della nostra storia non si é cercato di porre rimedio implementando le tecniche adeguate per fornire acqua alle popolazioni sparse nel globo. Inoltre anche in quelle regioni con scarsa disponibilità d' acqua la popolazione si é talmente moltiplicata che il rapporto “acqua disponibile / popolazione” sia diminuito fino a raggiungere livelli da allarme. A questo non è seguito un adeguato sviluppo tecnologico che potesse porre rimedio al danno.

 

In realtà il nostro pianeta é pieno zeppo d' acqua nel sottosuolo, e se si avesse l' accortezza di impegnare risorse economiche e tecnologiche in tal senso, molti dei problemi verrebbero risolti. Se da un lato é vero che alcune riserve idriche sotterranee si stanno piano piano riducendo, é altrettanto vero che le quantità in gioco sono talmente alte da permettere una soluzione in tempi brevi al problema idrico delle regioni più 'povere' d' acqua del globo, e dare modo di pensare a una strategia migliorativa.

Duole dirlo, ma in paesi dal clima arido non é intelligente pensare a sviluppi di attività industriali che consumino grandi quantità d' acqua senza prevedere un modo di riciclarla e riutilizzarla.

L' industria dell' estrazione sotterranea ha fatto passi da gigante quando si parla di petrolio e di gas, ma dal punto di vista dell' estrazione d' acqua siamo completamente fermi. Salve qualche caso particolare in Africa e Medio Oriente in cui si trivella per cercare dei pozzi capaci di alimentare villaggi, non esiste attualmente un piano di sfruttamento delle risorse idriche sotterranee.

 

 

Eppure basterebbe spostarsi in Namibia, per scoprire che nel sottosuolo è presente una falda d' acqua che ha quasi dell' incredibile: si parla di una quantità stimabile tra i 5 e i 15 miliardi di m3 di acqua. Per intenderci su cosa questo significhi, si tenga conto che ogni anno le reti degli acquedotti italiani trattano per tutti gli utilizzi circa 7 miliardi di m3, dei quali il 30% viene perso nelle condutture. I circa 5 miliardi di metri cubi di acqua in Italia servono non solo a soddisfare i bisogno civili di 57milioni di abitanti, ma a ricoprire gli utilizzi di migliaia e migliaia di aziende di ogni settore. Si consideri inoltre che per il livello di sviluppo italiano e occidentale in generale, i nostri fabbisogni sono calcolati in circa 50 litri giornalieri pro-capite; la disponibilità nella rete al netto delle perdite é di 5miliardi m3/ 57milioni = 87 m3 = 87mila litri a testa annuali il chè vuol dire 238 litri giornalieri a testa. Si tratta di calcoli puramente teorici e indicativi, ma che ci servono per fare un paragone con l' Africa.

 

La Namibia ha una popolazione di 2milioni di abitanti, le stime di consumo d' acqua in Africa sono di circa 20 litri giornalieri pro-capite; con questi numeri una riserva di 5 miliardi di m3 significa 2500 m3 di acqua per 2milioni di persone che consierando 20 litri giornalieri di utilizzo basterebbero per l' intera popolazione per 125mila giorni = 342 anni!!

La Namibia, nella peggiore delle ipotesi (5 miliardi di metri cubi di acqua sotterranea) ha tanta acqua da poter coprire il fabbisogno della sua popolazione per 3.4 secoli.

 

 

Ma facciamo un altro breve calcolo considerando tutto il territorio africano.

Il continente africano ha circa 1 miliardo di abitanti. Una riserva di 5 miliardi di metri cubi significherebbe 5 metri cubi pro-capite. Si tratta quindi di 5000 litri che con un consumo medio di 20 litri giornalieri ci da 5000/20=250 giorni. Un po' pochini ovviamente ma rendiamoci conto di cosa stiamo parlando: la riserva idrica della Namibia teoricamente servirebbe l' INTERO CONTINENTE per 8 mesi!!

 

 

Ma la Namibia non é certo l' unico paese africano ricco d' acqua. Uno studio idrogeologico dell' University College of London suggerisce che le riserve più grandi di trovino in Nord Africa, in Libia, Egitto, Algeria, Niger, Chad e Sudan occidentale. Si dà una stima media di 500mila km2 di superficie di bacini sotterranei totali, in pratica sparsa sotto tutta l' Africa ci sarebbe una superficie d' acqua pari quasi a quella della Francia. E non sappiamo quanto sono 'spesse' queste riserve... si trattasse anche solo di 10 metri di spessore ciò vorrebe dire 5 milioni di km3 d' acqua!

 

 

Il problema dunque non é tanto la quantità disponibile, ma il renderla disponibile. I metodi utilizzati finora non sono sufficienti, si dovrebbe mirare a una politica più aggressiva improntata a costruire più siti di estrazione e allo stesso tempo una serie di bacini artificiali in superficie e una rete efficiente di distribuzione. Allo stesso tempo però bisognerebbe pensare a come sfruttare l' acqua in modo che non venga persa irrimediabilmente: impianti fognari e di depurazione dovrebbero essere previsti fin dall' inizio, associando a questo primo sviluppo anche metodi di irrigazione efficienti ed eventualmente pensando a promuovere un accentramento delle varie popolazioni. L' africa ha uan densità di popolazione di 33 abitanti per km2, uno spreco di spazio a causa del quale il territorio é disseminato di migliaia di piccoli villaggi che costituirebbero un vero e proprio incubo dal punto di vista della distribuzione delle risorse idriche. La politica di distribuzione delle risorse sotterranee dovrebbe mirare quindi da un lato alla fruibilità diretta delle falde, e da un lato al rendere riciclabile l' acqua utilizzata di modo da rallentare di molto i tempi di esaurimento delle falde.

 

 

La situazione non è molto diversa in altre zone del globo quali il Medio Oriente o l' Asia.

Anche qui sono presenti enormi risorse idriche sotterranee non sfruttate. Il Medio Oriente sta attualmente affrontando una crisi idrica senza precedenti: é di qualche anno fa la notizia che il bacino da cui sgorgano i fiumi Tigri ed Eufrate abbia raggiunto il punto di non ritorno, cioè un rapporto negativo tra reintegro d' acqua e acqua emessa. Sono presenti sotto terra altre grosse riserve d' acqua che basterebbero per circa 20 anni le quali potrebbero essere parzialmente sfruttate mentre si studia un modo per mandare avanti lo sviluppo del paese sfruttando altre risorse, per esempio la desalinizzazione dell' acqua marina, o volendo essere più drastici una completa riorganizzazione del territorio e delle superfici coltivate.

Sappiamo che un territorio con alta percentuale di verde contribuisce a creare un microclima regionale più favorevole al mantenimento delle riserve idriche. Produce più zone d' ombra, riduce la temperatura locale e quindi il tasso di evaporazione delle acque. Le radici di piante ed alberi inoltre trattengono di più l' acqua.

 

Il nostro pianeta purtroppo é organizzato in maniera tale da dare a zone scarsamente abitate, come i poli, l' Alaska, la Siberia, riserve d' acqua bastanti per millenni, lasciando invece zone densamente abitate o con clima avverso come l' India a corto di riserve. Non é fantascientifico allora studiare anche modi e investimenti che possano aiutare a 'trasferire' queste risorse da un luogo a un' altro.

 

Si tratterebbe di un processo lungo e dispendioso che reputo però valga la pena intraprendere.

 

 

Links

I laghi sotterranei della Namibia

Il sottosuolo africano ricco d' acqua

L' Africa é seduta sull' acqua

Riserve idriche in esaurimento

Bilancio idrico Italia

Fabbisogni e consumi d' acqua

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