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Tecnologie Ambientali
Germania e Giappone in crisi energetica
Sull' onda del terrore post-Fukushima, la Germania e il Giappone hanno 'spento' il nucleare. La Germania annunciò l' accelerazione della sua uscita dal nucleare, già prevista per il 2035, stabilendo come phase out completo il 2022, la data originaria prima degli accordi del 2009.
Il nucleare, che al momento dell' incidente di Fukushima generava il 18% circa di tutto il parco energetico nazionale, é stato progressivamente abbandonato puntando e investendo sulle rinnovabili, investimento che secondo il ministro Altmaier raggiungerà e forse supererà i 1000 miliardi di euro (almeno 680 per incentivare le rinnovabili + 300 per riadattare ed espandere la rete).
Gli articoli e i rapporti dei primi mesi successivi all' incidente pubblicizzavano questa nuova politica come una 'manna', dipingendola come un grosso passo avanti.
Il report 'Quale Energia' del luglio 2011 scriveva:

L’associazione degli industriali bavaresi afferma che con l’uscita dal nucleare l’elettricità costerà il 40% in più, mentre per il Wuppertal Institute affiancando all’uscita dall’atomo 12 miliardi di investimenti sull’efficienza energetica, il rincaro sarebbe di 25 euro l’anno a famiglia, ma i benefici per il sistema paese tedesco sarebbero ben maggiori. In questo scenario, infatti, i consumatori risparmierebbero 19 miliardi di euro l’anno, mentre si creerebbero tra i 250mila e i 500mila posti di lavoro.

Nel frattempo la Germania ha dovuto aumentare le importazioni di combustibile fossile, e guardare alla Russia per l' importazione di Gas Naturale. La 'svolta rinnovabile' tedesca é anche fonte di danni economici allo stato sotto forma di problemi legali: E.On infatti annunciò di fare causa allo stato e pretendere miliardi di indennizzo. Il tutto ricade sugli utenti, per i quali é stimato un aumento totale di oltre 32 miliardi nelle bollette nel corso dei prossimi 20 anni.
Nonostante le voci ambientaliste che pubblicano articoli volti a far pensare che il fotovoltaico e l' eolico abbiano 'sorpassato il nucleare', la Germania si trova attualmente in carenza di energia. E' vero che la produzione di rinnovabili é molto aumentata in 2 anni, ma si rivela incapace di coprire i picchi richiesti, a fronte di investimenti esorbitanti. A causa di ciò nei primi mesi del 2013 il governo tedesco ha deciso di ridurre sensibilmente gli incentivi al fotovoltaico. Nel dicembre 2012 la società italiana Terna ha stipulato un contratto come fornitrice di energia per la Germania.

Il Giappone, dal canto suo, ha aspettato qualche mese per dichiarare che nonostante l' incidente il nucleare sarebbe rimasto uno dei punti di forza della produzione energetica giapponese. E' solo nel 2012 che gli impianti vengono progressivamente chiusi, raggiungendo lo shut-off completo nel mese di maggio del 2012. Uno shut-off fallito però, perchè meno di 2 settimane dopo furono riavviati due impianti. Contemporaneamente anche il Giappone ha investito nel fossile e nel rinnovabile, nonostante ciò secondo il Japanese Atomic Industry Forum il paese nel' estate del 2012 si dovette trovare ad affrontare una carenza energetica del 12%. L' importazione di fossile costa al Giappone oltre 40 miliardi di dollari all' anno (stima del 2012) con un aumento abnorme di emissioni di CO2.
I due governi avvicendatisi dopo l' incidente, guidati da Naoto Kan e Yoshihiko Noda, hanno portato avanti la politica anti-nucleare, ma nel 2013 il nuovo governo di Shinzo Abe ha dovuto riaprire il programma nucleare ordinando la costruzione di un impianto giapponese in territorio turco.

Germania e Giappone, i primi due paesi ad abbandonare il nucleare, attualmente hanno buchi di miliardi nelle casse dello stato a causa della loro decisione, una decisione basata sulla paura, non sul ragionamento, alla quale non é seguito un valido piano di adeguamento / compensazione.

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Links
Rapporto Quale Energia luglio 2011
Terna fornirà energia alla Germania
Terna investe: la Germania comprerà energia
Germania: 32 miliardi in più in bollette
Germania: Uscire dal nucleare costerà 1000 miliardi
E.On chiederà indennizzo alla Germania
La Germania riduce gli incentivi al fotovoltaico