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Fotovoltaico: debiti e aziende fallite

Tra le cose che generalmente vengono tacciute sul fotovoltaico c' é l' incredibile numero di flop aziendali che questa tecnologia ha prodotto, specialmente negli ultimi 3 anni; e la cosa sembra destinata a continuare e peggiorare con le drastiche riduzioni di incentivi messe in atto da vari stati (Italia con la fine del V conto energia, Germania, Spagna, Grecia, etc.).

 

Il caso più ecclatante è quello della berlinese Solon, vero e proprio colosso del fotovoltaico, che aveva avuto un incredibile successo tra il 2006 e il 2009, per poi iniziare piano piano il tracollo fino ad arrivare all' agosto del 2011 quando  il presidente del consiglio di amministrazione Stefan Säuberlich ha annunciato che, a seguito dei dati catastrofici del primo semestre 2011, l' azienda avrebbe messo mano a un rapido e aggressivo piano di ristrutturazione e a fine anno avrebbe richiesto il prolungamento di un credito di 275 milioni di euro, senza il quale non ci sarebbero state le condizioni per andare avanti. In questo piano però rientrava anche il prolungamento di una fidejussione da parte del Land di Berlino per circa 146 milioni di euro. Uno sproposito di spesa e contributi statali per mantenere in vita una azienda votata al fallimento. Grazie al fotovoltaico.

La Solon, nel Marzo 2012, é stata comprata dall' araba Microsol.

 

 

 

La situazione fallimentare riguarda un po' tutto il mondo, non solo la Germania. Il 16 agosto 2011 la Phoenix Solar ha perduto il 6%, Solarworld e Sma Solar il 5%. Il valore di un' azione della Phoenix Solar è sceso da 22 a 15 euro. L' americana Evergreen Solar nel 2011 ha presentato richiesta di fallimento. L' azienda produttrice di moduli solari è caduta nella morsa dei concorrenti cinesi, favoriti da robuste sovvenzioni statali, della caduta degli ordinativi dall' Europa e dall' assenza di un' adeguata politica di promozione da parte dell' amministrazione americana, accumulando un debito di ben 486 milioni di dollari!

 

 

E che dire della già citata tedesca Solarworld... il 2012 é stato un anno tragico:  Il CEO e fondatore dell' impresa, Frank Asbeck, ha così dichiarato: "presto verranno avviate trattative coi creditori per ristrutturare il debito e che gli obbligazionisti dovranno sopportare dolorose perdite".

Nel mese di Settembre il debito di Solarworld ammontava a 1,03 miliardi di Euro, i ricavi erano crollati del 38% nei primi 9 mesi e l' ebitda (earnings before interest, taxes, depreciation, and amortization) Ã¨ precipitato sotto i 190 milioni di dollari.

 

La Q-Cells (tedesca) é stata acquistata da un' azienda coreana, la Hanwha; la americana MidAmerican Renewables si é salvata dal tracollo grazie ai finanziamenti di Warren Buffett, considerato il più importante magnate del XX secolo.

 

Anche i cinesi stanno comunque risentendo della 'bolla' del solare: la LDK Solar Co. Il secondo produttore al mondo di wafer fotovoltaici era talmente in debito che il governo cinese é dovuto intervenire per sanarlo pur di mantenere in vita l' azienda. Trina Solar, il terzo maggior produttore cinese di celle solari, ha avviato tra luglio e agosto del 2012 un piano di ristrutturazione, che comprendeva anche una significativa riduzione del personale. Trina ha riportato nel secondo trimestre 2012 un fatturato di 346,1 milioni di dollari, in calo del 40% rispetto all' anno precedente.

Ancora più clamoroso è il caso di Suntech, il più grande produttore di pannelli solari al mondo, che nell' estate 2012 ha annunciato il ricollocamento di 1.500 addetti e il taglio della produzione di celle. Le previsioni di Suntech per le perdite totali del 2012 si aggiravano intorno al miliardo di yuan nel 2012 (oltre 120 milioni di euro).

 

 

 

Nell' immagine qui sotto é riportata una parziale lista della situazione fallimentare di aziende operanti nel solare fotovoltaico per gli anni 2010, 2011 e 2012. Aspettiamo di vedere cosa porterà il 2013...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AGGIORNAMENTO: 26-09-2013

A tre mesi di distanza dalla stesura dell' articolo sono riuscito a reperire dati del 2013 che completano e dipingono in maniera ancora più tragica la situazione del fotovoltaico.

L' azienda Hawaiana HOKU e la società tedesca Gehrlicher Solar hanno portato i libri contabili in tribunale per una revisione fallimentare; la Hoku in particolare ha dichiarato bancarotta a causa di un debito di 1 miliardo di dollari. Una sua società, la Hoku Materials, che aveva costruito circa 5 anni fa una mega struttura di produzione di pannelli al silicio, ha dichiarato recentemente di avere debiti per oltre 250 milioni di dollari a causa dell' abbassamento del costo dei pannelli al silicio. Non vi pare assurdo che chi sostiene il fotovoltaico usi l' argomento "Ma vedrete che col passare del tempo i prezzi crolleranno!" e che questo crollo auspicato sia proprio la causa di fallimento delle più grandi industrie del settore?

Il 5 Luglio 2013 anche Conergy ha dichiarato fallimento, licenziando tutti i dipendenti e chiudendo con un debito di oltre 300milioni di euro.

Aleo Solar non ha fallito, ma ha ridotto di circa 2/3 i suoi ricavi, perdendo oltre 100mila euro in un solo anno. 

Il colosso nipponico Panasonic Solar ha deciso una delocalizzazione della produzione, chiudendo uno stabilimento in Ugheria (dovrebbe rimanere aperto fino a marzo 2014) e uno nell' Oregon; ne aveva già chiuso uno in California l' anno passato. La chiusura della fabbrica di celle ungherese causerà 500 licenziamenti, e altri 800 posti di lavoro verranno a sparire a causa della nuova politica di SMA Solar che chiuderà uno stabilimento in Germania per riaprirlo in Sudafrica. La stessa azienda aveva deciso di non rinnovare altri 600 contratti nel 2012.

E visto che gli amanti del rinnovabile lodano la Spagna per i suoi investimenti e i suoi passi avanti nel fotovoltaico, parliamo di Isofoton: a Giugno del 2013, mentre preparavo questo articolo, i creditori dell' azienda spagnola avanzavano richiesta di rimborso per oltre 280milioni di euro, che ha costretto Isofoton a chiedere un piano di restituzione graduale e a decidere per una ristrutturazione in modo da evitare di chiudere i battenti, il chè ha però causato il licenziamento di oltre 300 dipendenti nello stabilimento di Malaga.

 

Come prospetto da sempre, il fotovoltaico si sta rivelando sempre più un bluff, ma le cose si stanno aggravando perchè se prima si limitava a creare buchi nelle casse dello stato ma dava lavoro a centinaia di piccole e grandi aziende, attualmente stiamo in una seconda fase: quella in cui sono proprio le aziende e i posti di lavoro a subire i maggiori danni.

Continuerò a seguire la vicenda e aggiornare di tanto in tanto con nuovi casi o considerazioni.

 

 

AGGIORNAMENTO: 31-10-2013

E tocca anche all' Italia: Marcegaglia Buildtech, di proprietà dell' ex presidente di Confindustria, ha comunicato ai sindacati che dal 31 dicembre 2013 cesserà le atttività, mandando a casa i 134 dipendenti occupati a Taranto. L' azienda produttrice di pannelli fotovoltaici ha comunicato di essere costretta a chiudere a causa della "terribile crisi che ha colpito il settore del fotovoltaico". Ricordiamo che secondo gli ultimi rapporti del GSE la Puglia era proprio la regione italiana con la più alta percentuale di produzione di energia dal fotovoltaico e la maggiore densità impiantistica. 

 

 

Links:

Il Tramonto del solare in Germania

Solarworld sull' orlo del fallimento

Situazione allarmante del solare

Crisi globale delle rinnovabili

Il fallimento di Hoku

I fallimenti di Panasonic e SMA Solar

Conergy avvia pratiche di insolvenza

Il debito fotovoltaico di Isofoton

Marcegaglia Taranto chiude i battenti:134 operai a casa

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