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Discariche e Inceneritori in Italia

 

 

Voglio mettervi davanti a due notizie che sono apparse nei giorni 2 e 3 dicembre, trattate separatamente dai media, ma che alla fine invece costituiscono un 'unicum' che fotografa perfettamente lo scempio della politica rifiuti in Italia.

 

La prima notizia riguarda una dichiarazione del ministro Galletti alla condanna da parte della comunità Europea sul tema discariche.

Facciamo due passi indietro: nel 2007 la Corte Europea con una prima sentenza ha dichiarato che l'Italia era "venuta meno, in modo generale e persistente, agli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti stabiliti dalle direttive relative ai rifiuti, ai rifiuti pericolosi e alle discariche di rifiuti". Nel 2013, la Commissione UE ha ritenuto che l' Italia non avesse ancora adottato tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla sentenza del 2007. Tutto ciò é costato all' Italia una multa forfetaria di 40 milioni, più altri 42 milioni a semestre (per 12 semestri, dal 2007 al 2013) per il mancato adeguamento delle politiche ambientali e per non aver posto rimedio alla situazione.

In realtà il nostro paese negli ultimi 7 anni si é mosso verso la chiusura e la miglioria delle discariche, tanto che se nel 2008 erano oltre 4000 le discariche contestate, nel 2013 erano poco più di 200 a costituire un problema... problema grave però solo nel caso di 16 discariche che contenevano illegalmete rifiuti pericolosi. Nell' ultimo anno son stati compiuti altri passi da gigante secondo il ministro (e secondo tanti assessori, come nel Lazio, dove ci si vanta ancora della chiusura di Malagrotta)... purtroppo il ministro però considera positiva la chiusura delle discariche senza rendersi conto che questa chiusura ha causato allo stato una perdita di soldi inquantificabile. Ciò che non andava più in discarica, infatti, a parte una piccolissima quota che é andata ad aumentare il business del riciclo e riutilizzo, é finito per lo più in discariche e in impianti di trattamento esteri, tutto a carico nostro. Come appunto nel caso di Malagrotta, i cui rifiuti, come evidenziato più volte dagli eccellenti interventi del radicale Massimiliano Iervolino, finivano all' estero.

 

 

Ora, é bene rendersi conto che le crisi di rifiuti che negli ultimi 10 anni hanno devastato l' Italia, erano legate proprio al duplice atteggiamento estremo adottato dai politici e dalle associazioni ambientaliste italiane in merito alle discariche:

 

- da una parte si gettava in discarica di tutto e di più perchè era la soluzione più economica

- dall' altra si faceva la lotta alle discariche ma andando sempre in deroga

 

 

Lungo tutto il percorso però é stata fatta una campagna di gestione dei rifiuti allarmista e infarcita del più bieco ecologismo ignorante, campagna seguita ed attuata da TUTTI i ministri e assessori all' ambiente ad ogni livello. Le parole d' ordine di questa politica erano "chiusura delle discariche", "riduzione dei rifiuti", "no inquinamento", "aumento della differenziata".

E qui il danno: la differenziata, come specificato più volte, é solo un metodo di raccolta; dopo raccolti, i rifiuti, devono essere trattati o interrati. Non si sfugge.

E visto che si tendeva a non interrare più o a interrare il meno possibile, ma allo stesso tempo solo una minima parte dei rifiuti veniva trattata (per l' eccessivo costo, o per la mancanza di strutture adeguate), i rifiuti rimanevano per strada, con le conseguenze che abbiamo visto nell' emergenza Campania, Puglia e Lazio.

 

 

La seconda notizia é stata data come una specie di 'risultato di ricerca', e cioè siamo stati informati che in Italia ci sono la bellezza di 45 inceneritori (o termo valorizzatori, come li chiamano adesso) i quali trattano 7.3 milioni di tonnellate di rifiuti annuali.

Se questi numeri possono sembrare altissimi, ci si renda invece conto che la produzione di rifiuti urbani italiana del 2013 é stata di circa 26 milioni di tonnellate, delle quali queste 7.3 gestite dagli inceneritori sono meno del 27%.

Il resto dei rifiuti finisce in discarica, viene compostato, viene riciclato... o rimane per strada!

Rispetto al 2011 il ricorso agli inceneritori é aumentato leggermente, infatti in quell' anno secondo i dati ISPRA il ricorso agli inceneritori costituiva circa il 20% delle opere di smaltimento (si veda la figura a fine articolo).

La notizia ci dice che l'energia ottenuta trattando rifiuti urbani in Italia supera 5000 Gigawattora e nell' ultimo anno sono state recuperate 4193 GWh di elettricità e 1508 GWh di energia termica. Questa energia complessivamente potrebbe contribuire al fabbisogno energetico di circa un milione di persone. Bei numeri, che devono far pensare alla potenzialità degli inceneritori...

ma allora... perchè da tanti anni veniamo subissati di campagne 'NO inceneritori'?

E sopratutto, perchè non ne son stati costruiti di nuovi, alla luce del fatto che la decisione europea del 2007 stava di anno in anno costando milionate allo stato?

Si é perso tempo sproloquiando di raccolta differenziata e di riciclo, accumulando semestri di multa, senza investire ulteriormente in inceneritori e arrivando al punto che, dei 45 esistenti, ben 21 marciano a basso regime!

 

Inoltre é forse un caso che la maggior parte degli inceneritori si trova al Nord, dove le politiche rifiuti sono più efficienti, e invece al centro-sud, dove vivono gli 'zozzoni', ci sono solo 17 inceneritori su 45?

 

 

Ecco allora considerate le due notizie come una sola: dal 2007 in poi, l' Italia se ne é fregata della politica di dismissione e bonifica delle discariche, e ha cercato di tappare alla bene meglio ma inutilmente sproloquiando di differenziata e di riciclo, senza investire sugli inceneritori che potevano essere fatti marciare a maggior carico (si stima che la capacità totale di trattamento nei 45 inceneritori possa essere tra i 9.5 e gli 11.5 milioni di tonnellate annue) ottenendo questi risultati:

  • meno rifiuti in discarica

  • meno multe per inosservanza

  • minore territorio sprecato

  • maggiore recupero energetico e termico

  • maggiore produzione di residuo di incenerimento utilizzabile in ambito edilizio

 

 

Di tutto questo scempio, di questi errori, di queste multe, di questi mancati guadagni, dovete ringraziare in primis tutti i vari ministri e assessori incompetenti, poi le associazioni ambientaliste, e poi tutti quei cittadini ciechi e ignoranti che al solo sentir parlare di incenerimento storcono il muso e gridano “no inquinamento”.

 

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