top of page

Dieci anni di politiche ambientali ed energetiche

 

 

Fermiamoci a riflettere sugli ultimi 10 anni di campagne ambientaliste, in genere basate sul terrore del Global Warming e su improbabili previsioni secondo le quali ci troviamo sul figurato ‘orlo del precipizio’. In questi 10 anni abbiamo avuto un proliferare di:

  • Politiche sui rifiuti incentrate su differenziata, riciclo e riutilizzo che hanno denigrato e impedito l’ implementazione di  tecniche come l’ incenerimento

  • Politiche energetiche che puntavano ad aumentare la quota di rinnovabile a discapito del tradizionale

  • Politiche sul traffico orientate al proibizionismo, con ‘domeniche a piedi’ obbligatorie, divieti alla circolazione, imposizione di ZTL etc

  • Politiche di risparmio energetico / abbattimento dell’ inquinamento atmosferico da sistemi di riscaldamento con incentivazione di determinati sistemi e resa obbligatoria di certificazioni etc

  • Politiche di promozione di mobilità alternativa, dalle ridicole ‘ciclabili leggere’ al ‘potenziamento’ (mai avvenuto) dei mezzi pubblici, all’ investimento in stazioni di ricarica per veicoli ibridi o elettrici

 

Credo sia possibile e doveroso adesso fare un sunto dei 'traguardi' raggiunti da queste politiche.

 

La politica di obbligatorietà della differenziata ha prodotto mostri di inefficienza in ogni dove, dimostrando che la differenziata è possibile, in certi limiti, ma a volte con buoni risultati, solo in comuni medio piccoli (tipicamente sotto i 40.000 abitanti);  gli investimenti comunali, provinciali, regionali, nazionali, e comunitari per la diffusione dei metodi ‘verdi’ di gestione dei rifiuti hanno generato un sistema che si regge su tasse, su incentivi, su business di migliaia di aziende produttrici costrette a pagare anticipatamente tasse per uno smaltimento che non è mai garantito avvenga e costrette ad aderire a consorzi di dubbia utilità il cui scopo sembra sempre più spesso essere quello di definire prezziari e riscuotere pizzi. Questi consorzi ovviamente riscuotendo pizzi dai produttori di materie prime e seconde, e vendendo i materiali recuperati ad altre aziende, restituiscono ad alcuni comuni una manciata di euro come segno di riconoscenza per il mantenere in vita il sistema. Intanto la popolazione, ovunque, si trova a dover subire disguidi nei servizi, deve mantenersi i rifiuti in casa a giorni alterni, ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e pensare a quando mangiare questo piuttosto che quello in base al giorno del ritiro dell’ organico, si è trovato tasse dei rifiuti che non sono mai diminuite, e così via.

Negli ultimi 10 anni ci sono state sempre più spesso crisi dei rifiuti, risolte sempre in 2 maniere: mandando i rifiuti altrove (dove venivano inceneriti) e pagando multe. Però non abbiamo voluto avere i nostri inceneritori perché inquinavano.

 

La politica energetica basata sulle rinnovabili era mirata al ridurre l’ utilizzo di fonti fossili a causa del mantra del Global Warming… abbiamo avuto una manciata di conti energia, un proliferare di migliaia di piccole aziende di produzione e vendita di pannelli fotovoltaici e di mini impianti eolici, molte delle quali fallivano entro pochi anni; abbiamo avuto grossi problemi di instabilità di rete con moltissimi fenomeni locali di reti che ‘scattavano’ quando impianti fotovoltaici in piena generazione mandavano in sovraccarico (gli abitanti di Pavona, frazione di Albano laziale, ne sanno qualcosa); abbiamo avuto un rinnovabile ‘selettivo’ perché anzi che investire sul rinnovabile efficace e controllabile (geotermico, biomassa e idroelettrico) si è invece puntato su rinnovabile discontinuo e non controllabile (fotovoltaico ed eolico) allo stesso tempo costringendo ad aumentare il contenuto di  questo rinnovabile nel mix energetico, con conseguente fluttuare dei prezzi. Negli ultimi 3 anni ci siamo talmente riempiti di rinnovabile, particolarmente di fotovoltaico, che in Italia la regione più avanti nella produzione, la Puglia, ha ormai detto ‘Basta’ perché sta finendo il territorio disponibile. La Puglia si è letteralmente mangiata il territorio per arrivare a un misero 17% della produzione nazionale.

 

Le politiche sulla mobilità e sul traffico hanno prodotto una serie di ‘ecoincentivi’ per chi rottamava le vecchie macchine, con il piccolo inconveniente che ogni tot anni si decideva che il EuroX che si era tanto promosso non andava più bene, e bisognava passare a modelli EuroX+1. Ovviamente questi incentivi dovevano tornare da altre parti, ed ecco quindi l’ aumento delle multe, l’ aumento del numero di zone accessibili solo tramite pass, l’ aumento die prezzi di questi pass, l’ aumento del numero di ZTL, etc etc. Le città hanno sofferto per l’ effetto di una mobilità privata sanzionata ma non sostituita da una efficiente mobilità pubblica, i centri cittadini si son sempre più svuotati, ovunque venga attivata la ZTL ci son commercianti in crisi (a parte i cinesi) e cittadini scontenti perché il resto della città, fuori dalla ZTL, non è stata adattata per contenere né il traffico derivante dalle deviazioni di percorso, né tantomeno i parcheggi persi.  Sul fronte della mobilità privata ibrida, gli investimenti fatti qui e li per promuovere l’ elettrico hanno portato stazioni di rifornimento carissime in una manciata di città, con spese enormi, per un bacino di utenza sempre bassissimo: la Prius, la macchina ibrida ad elettrico più venduta al mondo,  tra il 2000 – primo anno di commercializzazione europea – e il 2014, è stata venduta in soli 273.000 esemplari in tutta Europa, e al Luglio 2013 si stimava che le ibride avessero ‘finalmente’ raggiunto la quota dell’ 1% del venduto nazionale in Italia.

 

Le politiche riguardanti l’ efficienza energetica hanno portato il maggior danno alle tasche dei cittadini tramite vari meccanismi: l’ obbligatorietà del certificato di efficienza energetica (mediamente tra i 200 e i 250 euro) in caso di compravendita, certificato che è stato revisionato per ben 2 volte, causando in moltissimi casi una doppia spesa (pensate a chi si è trovato a vendere casa a cavallo del cambio della tipologia di certificazione, pagandola prima e dopo il cambio), la certificazione delle caldaie, l’ obbligatorietà di manutenzione e di stesura del libretto che ne attesta l’ efficienza, il deprezzamento di vecchi immobili ancora ottimamente funzionali ma che non soddisfacevano i ‘nuovi standard’ decisi arbitrariamente, e tanti altri ancora. Il tutto nell’ ottica di inquinare meno, di risparmiare energia, conservare il calore, e ovviamente il tutto condito da incentivi palliativi sotto forma di recupero nella dichiarazione dei redditi in 10 anni di parte della spesa.

 

Ricordiamoci che tutte queste politiche erano pensate per migliorare la qualità della vita ed economica del paese.

Quale è stato il risultato?

E’ di oggi la notizia che in Italia le tariffe dei servizi sono aumentate, negli ultimi 10 anni, il doppio dell’ inflazione. L’ acqua è aumentata dell’ 80%, le tasse sui rifiuti del 70%. Nel caso della fornitura di energia l’ aumento è stato del 48%, e per il gas del 43%. Il problema maggiore è che risulta che nel periodo di crisi le tasse siano aumentate di una quota maggiore rispetto al periodo pre-crisi, causando sempre più impoverimento e generando un mostruoso serpente che si morde la coda: famiglie sempre più povere pagano sempre più tasse diventando sempre più povere.

Il mercato immobiliare è fermo, le mille misure messe in atto per abbassare il contenuto della ‘cattiva’ CO2 non sta dando frutti, nonostante la quota di generazione elettrica da fonti rinnovabili abbia raggiunto il 30% in Italia, e oltre il 34% nel mondo. Continuano i mantra e le previsioni catastrofiche legati al ‘Global Warming’, continuano le tassazioni e i fastidi per la popolazione, che si sta sempre più impoverendo.

 

Il tutto diventa un ciclo, alimentato dalla credulità e dall’ immobilismo della popolazione che in nome di un buonismo ambientalista ed ecologista si fa prendere per i fondelli da politici e imprenditori; e ciò continuerà finchè la gente non inizierà a rendersi conto che le politiche finora attuate non sono solo inefficaci, ma sbagliate per principio.

Sono politiche fraudolente che si sapeva già in anticipo non avrebbero dato risultato.

Sono politiche pensate non per migliorare l’ ambiente ma per generare business.

Prima la popolazione lo capirà, prima potrà ribellarsi e cercare di mettere fine alla cosa.

 

Qui sotto, qualche link di riferimento:

 

http://gadget.wired.it/news/motori/2013/07/24/massimo-gargano-toyota-motor-italia-564783.html

http://www.assoelettrica.it/vendola-basta-eolico-e-fotovoltaico-in-puglia/

http://en.wikipedia.org/wiki/Toyota_Prius#Sales

http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/consumoerisparmio/2015/01/27/tariffe-in-10-anni-aumentate-il-doppio-dellinflazione_169bcc6e-21ef-4778-b12a-a8def76ceb14.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_di_energia_elettrica_in_Italia#Energia_da_fonti_rinnovabili

http://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_di_energia_elettrica_in_Italia#mediaviewer/File:Produzione_energia_italia_1950.png

http://en.wikipedia.org/wiki/Renewable_energy

http://www.assoelettrica.it/blog/wp-content/uploads/Oneri-II-trim-2014.png

 

bottom of page