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Consigli (sbagliati) per proteggere l' ambiente

 

 

Oggi 5 Giugno 2015 si festeggia in tutto il mondo il World Environment Day, la giornata mondiale per l' ambiente; il tema per questo anno é stato scelto nel motto "Consumare meno e più consapevolmente".

Come prevedibile, nei social media e nei siti (tematici e non), é stato un susseguirsi di frasi fatte e di luoghi comuni zeppi del più becero ambientalismo... dalle citazioni di Pratesi, agli Ecoreati, alle solite tiritere contro le discariche e gli inceneritori.

Ci duole osservare che perfino il nostro Ministro per l' Ambiente, Galletti, si é profuso in amenità ambientaliste, comprensibilmente essendo passati solo pochi giorni dall' approvazione del decreto - mostro sugli Ecoreati.

 

Ci dice Galletti su Twitter: "Su #rifiuti, raccolta differenziata e tutela #ambiente mi aspetto massima collaborazione e determinazione dai nuovi Presidenti di Regione."

 

Capirai... essendo obbligatorie per legge non é che ci si possa aspettare altro dalle regioni, tutt' al più dai citadini, ma questa é un' altra storia.

 

Ci é passato davanti agli occhi un articolo di Wired, firmato da Agostina Delli Compagni, intitolato "10 passi per rispettare l’ ambiente", contenente una serie di indicazioni a carattere ambientalista.

Ahimè sapevamo già cosa aspettarci quando a pubblicare é Wired, e non siamo stati delusi.

 

Qui di seguito riportiamo i 10 passi di Wired, con sotto in viola le nostre considerazioni.

 

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1. Scegliere tessuti naturali

Ebbene sì, non tutti i tessuti naturali sono eco-friendly. Alcuni possono richiedere l’utilizzo di pesticidi pesanti. I prodotti chimici perfluorurati (Pfc), utilizzati nella produzione di alcuni vestiti, possono essere dannosi per l’ambiente e per la salute. I tessuti che richiedono una minore quantità di prodotti chimici sono la canapa, il cotone organico, la lana e la seta.

 

Dunque specifichiamo intanto che l' articolo nel nominare i PFC linka ad una ricerca recentissima che rivela che il rilascio di alcuni perfluorocarburi (non tutti, solo alcuni) da vestiti od oggetti può diminuire l' assimilazione dei vaccini nei bambini, il che é molto diverso da dire 'possono essere dannosi per la salute'. Diminuire la risposta ad un vaccino non é essere dannoso, e sopratutto i PFC sono comporti inerti che non causano rilascio perchè i legami interni sono stabilissimi. Può trarre in inganno il termine 'carburi' che può far pensare - chi é digiuno di chimica - agli idrocarburi... ma non c' entrano niente. Il nome giusto per questa classe di composti dovrebbe essere infatti Fluoroalcani, e sono composti formati solo di Carbonio e Fluoro. Gli alcani sono già estremamente inerti e stabili (vengono chiamati infatti 'paraffine' = 'poco affini' per indicare la loro scarsa affinità alle reazioni), la sostituzione dell' idrogeno con il fluoro aumenta questa stabilità. Inoltre i PFC non sono per niente tossici, tanto che le schede di rischio di questa classe di prodotti li defiiscono 'harmless' a concentrazioni fino a medie. Il problema rilevato nello studio, che se ben letto mostra solo una associazione, ma non spiega nè se ci sia uno schema di causa-effetto nè il meccanismo eventuale, sarebbe inoltre limitato ai bambini e ammettendo che ci sia un rilascio di queste sostanze. E' importante capire che questi studi sono ricerche condotte sul composto, e non su un caso reale in cui si sia verificato un rilascio di PFC da vestiti o imballaggi / contenitori. 

 

A parte questo, il consiglio di utilizzare prodotti naturali, citando canapa, cotone, lana e seta, sembra essere concepito da una mente poco pratica per vari motivi. Uno su tutti: il fatto che nessuno di quei 4 tessuti é adatto per tessere abiti invernali resistenti all' acqua, e men che meno idrorepellenti. Le paraffine in genere, e ancor più i fluoroalcani, sono adattissimi all' idrorepellenza proprio grazie alle loro caratteristiche chimiche e fisiche. Insomma, utilizziamo pure prodotti naturali, ma inzuppiamoci ad ogni pioggia... l' ambiente vi ringrazierà!

 

 

 

2. Usare imballaggi riutilizzabili

Acquistare costantemente bottigliette d’acqua al distributore non fa bene all’ ambiente. Un contenitore riutilizzabile è più pratico e magari, in vetro, conserva anche meglio. E riciclare carta, plastica, giornali, vetro e lattine d’alluminio appena è possibile.

 

Ecco un altro consiglio che leggiamo in ogni dove quando si parla di salvaguardare l' ambiente. Manco a dirlo, un consiglio superficiale che, così scritto, manca di contatto con la realtà. Noi stessi di T.A. siamo forti sostenitori del 'mercato alla spina', per esempio utilizzare le caraffe d' acqua nelle mense anzi che le bottigliette, utilizzare detersivi alla spina, etc, ma siamo ben consci che queste pratiche vanno bene solo quando ne vale la pena in termini di praticità e convenienza... per esempio, nel caso della brocca d' acqua, ciò va bene solo quando sappiamo che l' acqua viene da una fontanella o da un rubinetto.... se invece l' acqua delle brocche viene da un contenitore a sua volta riempito da bottigliette d' acqua (ovviamente a noi non lo fanno vedere) il consiglio é totalmente inutile. Nel caso dei detersivi alla spina ciò va bene solo se abbiamo dietro l' angolo un negozio che li vende, ma se invece dobbiamo prendere la macchina o i mezzi pubblici per andare al negozio a 10 km appositamente a comprarli, risparmiamo una boccetta di plastica (o di vetro) ma contribuiamo all' inquinamento cittadino. 

Ricicliamo la plastica, in casa, i giornali, le lattine, sono tutti consigli validi e li assecondiamo... il consiglio riguardante le bottigliette del distributore é poco intelligente: chi prende l' acqua in bottigiletta al distributore lo fa quando é in ufficio, o comunque fuori casa... le boccette del distributore sono di plastica e richiudibili, la bottiglia di vetro no. Inoltre il distributore non dà certo bottiglie di vetro, e anche avendo la nosra bottiglia di vetro personale, non possiamo certo andare al distributore e premere un fantomatico pulsante "dammi solo l' acqua, bastardo!".

 

 

3. Scegliere prodotti a km zero

Fare due chiacchiere con i gestori di un’impresa agricola vicina alla nostra città. Assaporare cibi freschi e magari informarsi sull’iter produttivo. Secondo uno studio della Coldiretti, una famiglia che consuma cibi locali e di stagione può risparmiare fino a 1000 chili di anidride carbonica. Siamo poi così affezionati a mangiare frutta e verdura spedita dalla parte opposta dell’emisfero?

 

L' anidride carbonica non é tutto, l' anidride carbonica fa bene alle piante, e sopratutto una persona non deve vivere solo dei prodotti che si trova intorno. A meno che non abbia intorno aziende che gli forniscano ogni genere di carne, pesce, frutta, verdura, formaggi etc, é da stupidi modificare la propria alimentazione per risparmiare in CO2. Che poi, potremmo risparmiare 1000kg di CO2... in quanto tempo? In un anno? In un mese? Durante l' arco della nostra vita? Una persona a riposo (es: mentre dorme) produce circa 220kg di CO2 l' anno solo con la respirazione...

Allora valorizziamo si i prodotti locali, ma senza fanatismi, e magari per una questione di economia locale, non preoccupiamoci per l' ambiente. 

 

4. Ridurre gli sprechi

Gli alimenti che vengono prodotti, ma non consumati, sperperano ogni anno un volume d’acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga, utilizzano 1,4 miliardi di ettari di terreno (quasi il 30 per cento della superficie agricola mondiale) ed sono responsabili della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. Sono i dati preoccupanti che emergono da uno studio della Fao.

 

A parte i numeri e i paragoni tutti da verificare, il consiglio ci va bene, lo spreco non é mai una buona cosa.

 

5. Staccare la presa degli elettrodomestici inattivi

In base ad una ricerca Avvenia si può arrivare a sprecare ogni anno 80 euro semplicemente non staccando mai la spina di un piccolo impianto stereo o 120 euro lasciando il pc sempre collegato. Un tipico computer acceso circa nove ore al giorno può arrivare a consumare fino a 175 kWh in un anno. Impostando l’opzione di risparmio energetico il consumo scende del 37%. E si evitano circa 49 kg di CO2.

 

Anche qui abbiamo un consiglio superficiale che ovviamente può diventare totalmente inutile se non si va ad analizzare la praticità. Un computer che va in risparmio energetico consuma si di meno quando é in azione il sistema di risparmio, ma nel momento in cui si risveglia dallo 'sleep' consuma più energia del normale per richiamare il più in fretta possibile in memoria tutti gli elementi che servono per l' utilizzo. Inoltre allunga i tempi di operatività, perchè al risveglio il computer é meno prestante, e ci costringe quindi a tenere il computer acceso per qualche minuto in più. 

 

6. Parcheggiare l’auto e andare a piedi

Con l’estate non ci sono scuse: andare a lavoro in bici. Percorrendo soli 5 km al giorno, lasciando al parcheggio le proprie auto, si potrebbero raggiungere il 50% degli obiettivi proposti in materia di riduzione delle emissioni entro il 2050.

 

Questo consiglio, completamente idiota, sarebbe da saltare, ma vogliamo rispondere lo stesso. Evidentemente chi lo ha dato non pensa che d' estate farsi la strada in bici sotto il sole può causare insolazione, mal di testa, eccesso di sudorazione con quel che ne consegue (ad esempio perdita di sali minerali, da cui conseguono astenia, basso tenore muscolare, capogiri, crampi, etc) etc. Inoltre non tutte le tratte sono percorribili in bici... terreni accidentati, percorsi che passano per autostrade o strade principali, lunghe distanze... fateli voi in bicicletta!

...e li vorrei vedere questi signori maniaci del risparmio e della bici arrivare al lavoro tutti sudati puzzolenti come maiali. "Percorrendo soli 5 km al giorno" - ma in che mondo vive chi ha dato questo consiglio? Il mondo non é fatto da persone che per andare a lavoro o fare la spesa devono fare 5 km di rettilineo... io ne devo fare 27 di km (e sono fortunato) che comprendono strade con tornanti, buche, tratti di salita e discesa, autostrada. Che faccio? Ci penso fino al 2050?

 

 

7. Mangiare carne il meno possibile

Per ottenere 100 kcal dalla carne si emettono 857 grammi di CO2. Per 100 kcal dai vegetali la quantità di CO2 prodotta è circa 60 g (1/14 rispetto alla carne di manzo). Allora via libera a frutta e verdura.

 

Eccolo ci mancava il consiglio vegetariano, questo si ci rifiutiamo di commentarlo. Abbondate con frutta e verdura specie d' estate e se siete fumatori, ma per altri motivi. Scordatevi calorie, CO2 e boiate varie.

 

 

8. Riutilizzare i contenitori in plastica

269 mila tonnellate di plastica inquinano i mari e la catena alimentare del pianeta. La plastica in mare agisce come una spugna per i contaminanti. E possono trasferirsi nei cibi, specialmente quelli grassi o contenenti alcol. Le conseguenze sono molteplici: tumori, danni a fegato e reni, disfunzioni del sistema riproduttivo e alterazioni del sistema immunitario e ormonale. Non rispettiamo l’ambiente. Non rispettiamo noi stessi.

 

Il riuso non fa mai male, quindi ci sentiamo di appoggiare in linea di principio il cosiglio, ma anche qui vanno fatti dei distinguo e delle analisi di praticità caso per caso. Riutilizzate la plastica che garantisce conservazione della temperatura e zero rilascio di particelle, riusate il vetro (molto importante!), e riutilizzate la carta (per esempio per isolamenti, per riempire fodere, etc) ma solo se non é oleata o inquinata da residui di alimenti o prodotti chimici. 

 

 

9. Preferire gli oggetti di seconda mano agli articoli nuovi

Sarebbe sufficiente utilizzare almeno 9 mesi un indumento per diminuire il suo impatto tra il 20% e il 30% sull’effetto serra, sulle risorse acquifere e sul sistema rifiuti. Nel 2013 in Italia sono stati sottratti all’atmosfera tra le 396mila e le 451mila tonnellate di CO2 e sono stati risparmiati ben 462 miliardi di litri d’acqua grazie alla raccolta del tessile. Prestare oggetti o vendere il proprio usato sottrae all’ambiente tra il 5 e il 10% dei rifiuti potenziali.

 

L' usato, se valido, é da preferire, ma attenzione, ricordate che viviamo in un mondo di business, dove una riduzione di vendite può voler dire anche chiusure di aziende e licenziamenti. E' triste, ne siamo coscienti, ma é meglio essere eccessivamente crudi che con la testa tra le nuvole come chi dice 'ricicliamo tutto'. Tenete presente che se dovessimo riciclare tutto non esisterebbero produzioni nuove, crollerebbe il numero di fabbriche, e schizzerebbe la disoccupazione. Nonostante ciò, assicuratevi di utilizzare abiti, machina, componenti elettroniche, fino al loro fine vita.  Per l' eletronica preferite i multifunzione anzi che tanti diversi accessori. Se avete problemi di taglia per i vestiti, potete sempre regalarli a qualcuno. Valorizzate i mercatini dell' usato, se non sapete a chi dare qualcosa, cercate uno di questi mercatini vicino a voi o accordatevi con qualche bancarelliere.

 

 

10. Piantare un albero e perché no: un orto in città

Secondo l’Unfccc, un albero può assimilare i media ogni anno tra i dieci e i venti kg di CO2. In venti anni un singolo albero ne assorbe circa 200 kg. E gli orti urbani in Italia sono triplicati in due anni. Un vero e proprio record: 3,3 milioni di metri quadri.

 

Gli alberi non fanno mai male, e gli aberi hanno bisogno di CO2; l' articolo consiglia tutti metodi per ridurre la CO2 e poi consiglia di piantare alberi, che hanno bisogno di CO2? Il verde é bello, rende le città più vivibili, aiuta d' estate, e dona colore e armonia alle città, ma attenzione che gli alberi vanno saputi scegliere, collocare, curare etc. Intere vie e piazze, interi spazi parcheggio, in città e non, sono stati rovinati dagli alberi, perchè scelti male e collocati pedestremente... provate a fare un giro ed osservare nella vostra città la presenza di strade e marciapiedi sconnessi a causa delle radici degli alberi che crescono al di sotto. Provate a fare un giro in posti dove, come nel Lazio, si é abbondato nell' utilizzo di pini e di pioppi, che rilasciano resina, pollini, lanugine, pigne.

Ricordate che gli alberi vogliono dire non solo bellezza ma anche potenziali rischi per la salute.

Allora, per favore, non state a piantare alberi. Fatevi i cazzi vostri, o se proprio dovete farlo assicuratevi di saperlo fare, e di farlo nei modi e nei luoghi giusti.

 

 

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L' articolo chiude poi con un consiglio: "Allora stay green. Altrimenti it’s evolution, baby."

Questo consiglio contiene un link a un video dei Pearl Jam le cui immagini mostrano ammazzamenti, catastrofi, despoti, guerre, bambini prodotti in serie e tutta una caterva di amenità atte a spaventare a gente.

In pieno stile eco-terrorista, il concetto é che se non diventi 'green', alla maniera dettata da questi ignoranti, contribuisci a fare del pianeta una merda.

 

Uno splendido modo di festeggiare il World Environment Day, non c' é che dire!

 

 

 

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