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Considerazioni sui primi mesi del nuovo ministero

Quando Gianluca Galletti è stato nominato ministro per l’ ambiente non ho saputo cosa pensare, devo ammetterlo. Lui è essenzialmente un commercialista, uno che sa come far girare i soldi, e che, almeno in teoria, dovrebbe sapere dove si può andare a prendere, tagliare, aggiungere, dirottare, e come utilizzare sapientemente le risorse (poche o molte che siano) finanziarie disponibili. Non ha mai avuto a che fare con l’ ambiente, non lo si è mai conosciuto come ambientalista, e questo poteva essere un vantaggio.

Nel suo staff annovera due sottosegretarie: una, Barbara Degani, dalla lunga esperienza politica, e l’ altra, Silvia Velo, laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche, una che di chimica ne capisce parecchio e che dovrebbe avere almeno una infarinatura riguardante ecologia e ambiente. Le premesse per fare qualcosa di buono ci sono, l’ ho sempre saputo, anche se temevo che come nel caso del nuovo assessore all' ambiente di Roma, Estella Marino, il titolo tecnico fosse sottomesso alle ideologie ambientaliste. Nel corso di questi mesi Galletti ha fatto molti proclami, per i quali spesso è stato criticato.

Si è detto ottimista e possibilista sul nucleare e sugli inceneritori, ma punta sul Green e ricalca alcuni degli slogan lasciatigli in eredità dal suo predecessore Andrea Orlando, uno che ha campato mesi parlando di Terra dei Fuochi e di Dissesto Idrogeologico, quest’ ultimo essendo diventato il tormentone degli ultimi due anni (fino al 2012 di dissesto idrogeologico non ne parlava quasi nessuno).

Il green di Galletti però sembra non coincidere con il Green tanto caro agli ambientalisti e ai rinnovabilisti. Nel corso di uno dei comunicati di aprile 2014 Galletti ha dichiarato che non deve esistere una economia green. L’ economia deve essere TUTTA green e sostenibile. Un modo di pensare diverso, potenzialmente pericoloso, perché può essere portatore di involuzione a seconda di cosa si faccia rientrare nel termine Green. In particolar modo Galletti parla di “riqualificazione energetica degli edifici, a partire dalle scuole” e di studiare “agevolazioni per gli imprenditori che si impegnano a migliorare l’ambiente”.

Il che può voler dire molte cose. Galletti si sta dimostrando un ministro molto attivo, con proclami concettualmente giustissimi e condivisibili anche da chi non ha idee ambientaliste, ma che si rivelano spesso troppo vaghi. E’ vero che non si può pretendere un disegno di intenzioni in una conferenza stampa, e per farsi una idea bisognerà aspettare gli atti formali e i decreti prodotti dal ministero, ma a volte questi interventi lasciano un po’ l’ amaro in bocca; sembrano quasi i discorsi di un papa, bei concetti che possano fungere da linee guida ma poco utili senza indicazioni pratiche. Personalmente vorrei un ministro che si sbilanciasse di più.

A giudicare dai resoconti della pagina sociale del ministero comunque Galletti si dimostra molto attento alle problematiche attuali. E’ recente il battibecco con il sindaco di Roma Ignazio Marino e con l’ assessore capitolino per l’ ambiente Estella Marino riguardante il sequestro degli impianti di TMB di Malagrotta, di proprietà del condannato Manlio Cerroni. Il comune ha chiesto una sospensione dell’ interdizione che grava sugli impianti per poterli utilizzare (a costo zero, si intende) per risolvere il rinnovato problema dei rifiuti di Roma (che si ripresenta a meno di 10 mesi dalle nostre previsioni sulla pagina dell’ assessore Marino). Galletti non ha voluto ascoltare le richieste del sindaco, almeno inizialmente. Ha convocato poi le parti coinvolte mettendole alla prova. Galletti a inizio aprile 2014 dichiarò “Convocherò tutte le parti interessate mettendo ciascuno di fronte alle proprie responsabilità e non accetterò scaricabarile su un tema che è di piena e completa competenza regionale e comunale, nel quale il Governo può intervenire sono dinanzi ad una grave resa politica e amministrativa, ad una dichiarazione di impotenza e incapacità di chi è tenuto ‘ex lege’ ad affrontarlo e risolverlo”.

Attenderemo gli sviluppi della vicenda.

 

La priorità dichiarata di Galletti rimane comunque il problema Terra dei Fuochi, con coordinamenti e ispezioni (anche aeree) continui, ma anche con interventi di intenti chiari e decisi. E’ proprio su questo tema che Galletti si è dichiarato possibilista verso gli inceneritori, un atteggiamento ‘inedito’ al ministero che occupa. "L' alternativa alle discariche - ha spiegato Galletti in un intervento pubblico - passa dal coinvolgimento dei comuni: bisogna puntare sulla differenziata. In quella terra c' e' il termovalorizzatore di Acerra che funziona e che da solo assorbirebbe tutti i rifiuti della Campania se solo il territorio regionale fosse in grado di aumentare la sua percentuale di raccolta differenziata".

Se mi piange il cuore a leggere che anche Galletti cade nel trabocchetto della raccolta differenziata, quanto meno posso ritenermi contento del suo riconoscere all’ inceneritore il ruolo importante che gli spetta.

Sotto Galletti è stato approvato il nuovo piano ambientale dell’ Ilva, anche questo lascia un po’ amareggiati ma è un grosso passo avanti, specialmente per il fatto che l’ azienda non ne esce colpevolizzata oltre la misura nella quale effettivamente ha le colpe. Il nuovo piano punta non alla chiusura, come invece veniva chiesto dalle frange ambientaliste, ma alla bonifica e alla miglioria tecnologica di modo che “l’ Ilva diventi una fabbrica salubre, dotata dei migliori dispositivi e delle più moderne tecnologie per la tutela ambientale, e quindi capace di stare sul mercato internazionale della siderurgia con un ruolo rilevante”. 

 

Un altro dei campi di attività su cui il ministero si è fatto sentire chiaramente nei mesi scorsi è quello riguardante le tariffe di gestione integrate del servizio idrico. Il sottosegretario Silvia Velo ha risposto alle interpellanze del M5S assicurando che la tariffa non porterà profitto ai gestori: “Nessun profitto per i gestori della tariffa del servizio idrico integrato, il regime tariffario prevede la piena copertura dei costi, compresi gli oneri finanziari necessari per sostenere gli investimenti […] nella tariffa del servizio idrico si rispetta quanto è previsto dalla legge”.

 

Insomma le premesse perché questo sia il miglior ministero per l’ ambiente degli ultimi 5-10 anni ci sono.

Spero tanto di non sbagliarmi. Nel frattempo, i miei migliori auguri a tutto lo staff.

 

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