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Disinformazione Ambientalista

Non me ne vogliate, ma l' ambientalista comune ragiona a stampino, e spesso é anche piuttosto ignorante sulle materie e sui temi per cui si batte.

 

Questa frase, che qualcuno potrebbe ritenere superficiale, é invece un sunto di ormai più di 15 anni di osservazione del mondo ambientalista, sia da un punto di vista esterno come chimico e tecnico ambientale prima, come operatore di impianto chimico dopo, e come tecnico progettista di raffinerie attualmente, sia da un punto di vista più interno avendo nel corso di questi anni avuto modo di conoscere svariate persone del movimento ambientalista in diverse regioni d' Italia, principalmente Sardegna e Lazio. Persone spesso conosciute anche grazie al fatto che per un totale di 6 anni e mezzo ho avuto 2 partners che entro un certo grado gravitavano intorno alla filosofia ambientalista.

 

L' ambientalista spesso é anche vegano o vegetariano, spesso é animalista e contro la sperimentazione animale, é sempre contro le multinazionali, é sostenitore del mercato equo solidale e di tutto ciò a cui si può attaccare il prefisso “bio”, e dichiara guerra ai 'poteri forti', specialmente se si tratta di compagnie farmaceutiche e petrolifere.

L' ambientalista in genere si informa solo da fonti legate al proprio circuito, senza verificarle, e questo fa sì che non sia a conoscenza di molti retroscena che permetterebbero di vedere fatti, studi, e teorie, in maniera diversa da come gli viene presentata. Un esempio tipico di questo fenomeno é l' odio degli ambientalisti nei confronti delle compagnie petrolifere o che più in generale si occupano di energia.

 

La campaga ambientalista di Greenpeace, per esempio, da oltre 20 anni prende di mira Eni, Exxon, Chevron, Shell, British Petroleum, Saudi Aramco, Amoco, Total e altri colossi del settore petrolifero energetico, nonostante quasi tutti questi colossi siano ormai da anni impegnati nel finanziamento di ricerche per tecnologie che permettano di ridurre l' inquinamento. All' ambietalista non interessa notare che anche grazie alla ricerca ed esperienza di queste aziende siano stati sviluppati nel corso di meno di 30 anni un numero relativamente alto di nuovi combustibili per trazione. Negli anni '80 c' era ancora chi utilizzava la benzina agricola per i trattori nella sua automobile. Era l' epoca della 'Normale' e della 'Super' ad alto numero di ottani... c' era la 'Rossa', e poi venne la 'Verde'. Si diffuse il Diesel, la cui qualità nel corso degli anni é migliorata notevolmente, si é sdoganato il metano, adesso abbiamo benzine ancora migliorate a bassissimo tenore di zolfo, e diesel con effetto pulente. Insomma le stesse compagnie che vengono viste come 'mostri che vogliono distruggere il mondo' si sono impegnate non poco, e tuttora si impegnano, per rendere invece il mondo un po' più pulito. Certo, questo loro fare é limitato da due fattori estremamente pratici: 1) essendo compagnie a scopo di lucro devono avere un profitto, quindi i progressi vengono diretti e dosati in direzioni che possano creare profitto 2) viviamo in un' epoca in cui la trazione e il riscaldamento, nonché la produzione elettrica in generale, sono fortemente dipendenti dal petrolio e dal carbone, specialmente in virtù del fatto che l' unica alternativa pulita, il nucleare, é anch' essa vista come 'portatrice di morte' dagli ambientalisti.

 

Se chiedete a un ambientalista di nominare 'il diavolo', quasi sicuramente vi farà il nome della famiglia Rockefeller, i cui membri sono stati nel corso dei decenni alla guida (e spesso fondatori) di svariate aziende operanti nel settore petrolifero energetico. David Rockefeller, per esempio, fu il fondatore di Standard Oil, successivamente spezzettata in varie compagnie dalle quali sono nate Amoco, Exxon, Mobil, Chevron etc.

Lungi da me difendere la famiglia Rockefeller, della quale, permotivi che esulano il tema ambientale, non ho mai avuto molta stima, ma c' é da essere imparziali quando si tratta di trovare buoni e cattivi.

Gli stessi ambientalisti che lottano contro queste aziende e questi personaggi dimenticano che fu proprio un Rockefeller a coordinare il gruppo internazionale di sviluppo sostenibile (The Earth Charter Initiative). Fu Steven Rockefeller a scrivere il Earth Charter, la 'Carta della Terra', il più importante documento ambientalista relativo allo sviluppo sostenibile, al corretto e intelligente utilizzo del suolo e delle risorse naturali.

Shell, Eni, Exxon, BP e altre compagnie finanziano ogni anno un numero incredibile di piccole associazioni a carattere ambientalista, le quali però generalmente rientrano nel meno conosciuto circuito di ambientalisti attivi dediti alla ricerca anzi che al terrorismo mediatico.

 

Forse Greenpeace, Legambiente, e altre associazioni del genere, che attualmente occupano la grande fetta di mediaticità ambientalista, temono la concorrenza di questi numerosi ma piccoli gruppi di attività?

E' forse per questo che i titoloni di siti come Greenpeace sono studiati più per incutere paura e odio, anzi che per informare e proporre?

 

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