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La teoria - approfondimenti

TOLTECHI E OLMECHI

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La cultura tolteca é generalmente definita come "una cultura sorta nel periodo post-classico, intorno al 900 d.C. nei pressi di Tula (Tollan)"

Questo li distanzierebbe di più di 2000 anni dalla civiltà olmeca che generalmente si fa risalire al periodo formativo, a partire dal 1500 a.C., collocata dove ora sorge lo stato di Veracruz.

Secondo la cronologia convenzionale ancora accettata, i toltechi sorsero circa 500 anni dopo lo sparire degli olmechi.

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Come mai allora ho detto che gli olmechi erano in realtà successori dei toltechi?

 

In sostanza la civiltà tolteca veniva datata al X secolo dopo cristo a causa del conto del numero dei sovrani dichiarati in un codice azteco. In realtà il conto di questo sovrani era incompleto e il numero di anni contato per le generazioni (15 anni per generazione) era probabilmente sbagliato. Questo conto partiva da quando i toltechi adottarono Tollan come capitale, ma niente si sapeva - perchè il codice in possesso degli spagnoli non ne faceva menzione - della loro storia prima dell arrivo a Tollan. La ricerca archeologica portò successivamente a stabilire che gli abitanti toltechi di Tollan venivano da una diversa zona geografica, esattamente una zona desertica a nordovest. In questo deserto son stati trovati strati antichissimi con reperti molto simili a quelli toltechi.

Gli archeologi, a partire già dal momento della scoperta di Tollan e cercando di metterla in relazione alle memorie azteche, ritenevano che il popolo tolteco fosse un popolo mitico, questo a causa del fatto che non si riusciva a identificare bene la loro collocazione temporale. Secondo le memorie azteche infatti i toltechi erano guidati da Kukulkan, il quale gli fece conquistare Tula (Tollan, appunto) e Chichen Itza, due città che gli archeologi conoscevano già ma delle quali non si riusciva a stabilire una cronologia storica.

Fu l' archeologo Claude-Joseph Désiré Charnay il primo a condurre estensive ricerche a Tollan, e si convinse che la figura di Kukulkan fosse un appellativo utilizzato da diversi monarchi, e che era questo fattore a impedire di stabilire una datazione o cronologia precise. Questo anche perchè si sapeva bene che la figura e il nome di Kukulkan erano stati sempre centrali nella cultura Maya, che veniva già fatta risalire ad almeno il 750 a.C., periodo a cui son datate le più vecchie città formate dei Maya (ma non origine della cultura Maya stessa).

Non potendosi basare su metodi di datazione adeguati, e non potendo avere una timeline stratigrafica adeguata a causa del fatto che ci si trovava in un continente la cui storia era quasi del tutto sconosciuta, Charnay diede delle datazioni relative, ma é degno di nota il fatto che già egli facesse risalire i toltechi ad almeno 2 secoli prima della attuale collocazione storica.

Egli infatti scriveva nel suo resoconto delle esplorazioni:

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The Toltecs, as was stated before, were one of the Nahuan tribes, which from the seventh to the fourteenth century spread over Mexico and Central America. Their existence has been denied by various modern historians

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Lavorando sugli strati sotto Tollan, Charnay e i suoi successori delimitarono alcuni strati nei quali vedevano una continuità artistica, e conclusero che quelli rappresentavano la civiltà tolteca. Questi strati li riportavano al X secolo dopo cristo.

In seguito però, come ho anticipato poc' anzi, si scoprì che nella tradizione tolteca si faceva riferimento a stanziamenti precedenti il loro arrivo a Tollan (che era stata continuamente abitata a partire dal 400 a.C.), in cerca di queste origini si arrivò a scoprire strati proto-toltechi nel deserto a nordovest (dove adesso sorge Zecatecas), questi strati mostravano una continuità abitativa fino al V secolo a.C.

Analisi dei materiali, e successivamente analisi genetiche, hanno mostrato che il ceppo di popolazione a cui appartenevano gli scheletri di Tollan e del deserto a nord era lo stesso, e apparteneva allo stesso ceppo di una serie di scheletri trovati anche nella regione del Tabasco, vicino a Veracruz, dove erano collocati geograficamente gli olmechi. Allo stesso tempo però si é scoperto che le popolazioni precolombiane erano geneticamente molto diversificate (a questo proposito si vedano gli studi di Carlos Bustamante e Esteban Gonzalez Burchard, commentati dal L.A. Times ). Ciò sembra suggerire che la suddivisione in 'culture' attualmente accettata sia sbagliata, e che toltechi, zapotechi, chichimeca, etc, non erano altro che nomi regionali di una stessa popolazione molto numerosa, geneticamente molto diversificata, che si era diffusa in diversi tempi e diversi luoghi.

Lo scenario più simile che mi viene in mente è quello dei 'semiti' che avevano una componente genetica comune ma erano tanti popoli di diversa origine che si muovevano e stanziavano qui e li in gruppi.

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Probabilmente nel mio video ho usato impropriamente il termine 'toltechi' perchè con questo termine si intende una civiltà formata, mentre gli strati del deserto evidenziavano una continuativa occupazione non civilizzata.
A Tollan son state trovate statuine in uno strato molto profondo che somigliano molto a quelle trovate nel deserto messicano. Un accenno a queste cronologie e questi ritrovamenti nel deserto venne fatta da John Pohl negli anni '90.

Per i toltechi dunque si configura secondo me un 'errore di collocazione' simile a quello che data gli olmechi al XVI secolo a.C., mentre le prime fasi della loro nascita come popolo distinto risalirebbero ad oltre il XX secolo a.C.

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Il problema fondamentale, secondo me, é che non si ha testimonianza di questi primi periodi sia a causa del fatto che erano una cultura non formata, sia a causa del fatto che 'non si sa cosa cercare' e che si tendono a trattare come diverse popolazioni stanziamenti diversi della stessa.

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Per chi volesse leggere il libro di Charnay: 

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The Ancient Cities of the New World (1887)

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IVAN VAN SERTIMA E LE TESTE OLMECHE

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Mi é stato chiesto di chiarire, almeno con qualche accenno, alla vicenda del libro di Van Sertima e alle critiche al suo libro "They came before Columbus" (1976).

Ivan Van Sertima era uno studioso e poeta inglese nato nella Guyana (Africa) quando questa era sotto dominio inglese. Mantenne la cittadinanza inglese tutta la vita, anche quando la Guyana ottenne la sua indipendenza. Fiero comunque di essere africano, ma obiettivo, dedicò tutta la sua vita a divulgare la storia africana, ed a lui si deve la divulgazione di tantissime ricostruzioni storiche e linguistiche del continente africano.

Studiò a Londra dove si laureò alla University of London, nel corso della School of Oriental and African Studies, e in seguitò, quando si trasferì negli Stati Uniti, studiò e successivamente divenne professore di studi africani alla Rutgers University nel New Jersey.

Fu anche compilatore del primo Dizionario di Swahili ad uso legale e giornalistico.

Perchè é un personaggio così importante e controverso?

Nel suo primo libro, scritto nel 1976, egli affacciava l' ipotesi di un contatto tra un gruppo di egiziani e gli olmechi intorno al 700 a.C., sostenendo che fu questo incontro a 'far evolvere' la civiltà olmeca nel suo miglior periodo.

Tra le prove da lui citate a sostegno di questa tesi, la più importante forse era quella delle 'teste olmeche', che lui descriveva come negroidi, con i tipici tratti africani nubiani. Come erano legati i nubiani all' Egitto? Ivan Van Sertima fu il secondo autore, in tempi non sospetti, a dedurre e divulgare il fatto che i faraoni egiziani della 25a dinastia erano nubiani. Prima di lui soltanto Dows Dunham (curatore del dipartimento di studi egiziani del Museum of Fine Arts di Boston fino al 1956) affrontò questo tema in un articolo del 1948 sul American Journal of Archaeology. In sostanza Van Sertima sosteneva che i popoli che dalla Nubia (la zona più bassa dell' Egitto che arrivava fino al nord dell' attuale Etiopia) avessero posto dei faraoni in Egitto, e che questi faraoni condussero delle spedizioni in America Centrale. 

Questa tesi fu attaccata da alcuni studiosi di origine nativo-americana del Mexico, Gabriel Haslip-Viera e Bernard Ortiz de Montellano, i quali venivano in un certo 'toccati' dalle idee di Van Sertima. Lo accusarono dunque di falso storico e di afrocentrismo, in un famoso quanto famigerato articolo con l' esplicativo titolo di "Rubare la cultura dei Nativi Americani: l' afrocentrismo di Van Sertima e gli Olmechi".

Tra le varie critiche i due studiosi trattavano anche l' argomento delle teste olmeche, sostenendo che l' aspetto negroide descritto da Van Sertima non é che superficiale, e arrivando a sostenere che "le popolazioni africane sono molto diversificate, e i nubiani non avevano i tratti presenti nelle teste olmeche, che invece sono simili a quelli degli africani della costa ovest", dimenticando che secondo Van Sertima i nubiani si mossero con altri egiziani, africani dell' ovest, e etiopi del sud.

Facendo poi un disgustoso e buonista discorso sulla 'inesistenza delle razze', i due studiosi liquidavano la teoria di Van Sertima.

Come anche la tesi di Van Sertima, anche le critiche vertevano su altri punti minori (uno, ridicolo, era la "differenza tra le treccine nubiane e quelle olmeche"), ma in questo approfondimento ho scelto di spiegare solo quello riguardante le teste olmeche di cui mi é stato chiesto esplicitamente.

Chi si informa su questo tema, oggi, viene a sapere che "le teorie di Van Sertima sono state smontate da un pezzo", ma non é così. L' archeologo  Clarence Weiant, che ha partecipato a scavi in Mexico per circa 40 anni, diventando uno dei maggiori esperti sui siti di Tres Zapotes (ed é stato uno degli scopritori delle prime teste), ha scritto del libro di Van Sertima: 

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"Van Sertima's work is a summary of six or seven years of meticulous research based upon archaeology, egyptology, African history, oceanography, astronomy, botany, rare Arabic and Chinese manuscripts, the letters and journals of early American explorers, and the observations of physical anthropologists.... As one who has been immersed in Mexican archaeology for some forty years, and who participated in the excavation of the first giant heads, I must confess, I am thoroughly convinced of the soundness of Van Sertima's conclusions".

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Per mettere in ridicolo Weiant, in genere si fa notare il fatto che egli in età avanzata facesse il chiropratico, e che avesse scritto vari articoli su 'archeologia e percezioni extrasensoriali'. Come se il credere o meno a questo tipo di fenomeni possa gettare discredito su 40 anni di lavoro come archeologo. 

Oltre a Weiant, sono stati diversi gli studiosi che si sono levati in difesa del lavoro di Van Sertima, alcune delle loro testimonianze sono raccolte QUI.

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Ma tornando al discorso della somiglianza tra nubiani e olmechi, siccome si tratta di un discorso soggettivo, faccio decidere voi.

Nella foto qui sotto, a sinistra un modello sudanese (nubiano), a destra una delle teste di Tres Zapotes.

 

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