[...] Numerosi autori, tra cui il linguista Kurt Schildmann, hanno proposto datazioni più antiche o più recenti per questo contatto. Schildmann sosteneva che il contatto fosse avvenuto nel VI secolo a.C. quando una parte dei babilonesi sconfitti da re Dario I di Persia cercarono una nuova terra. Va specificato che Schildmann non affronta l' argomento storico ma solo quello linguistico, e suggerisce che la scrittura babilonese del VI secolo a.C. abbia influenzato il sistema geroglifico presente nell' America centrale (“Mayan language and Hieroglyphics enriched by Babylon 500 BC”, 2002). Un' altra variante per datazione colloca questo contatto i tempi molto più recenti, di circa 2 secoli precedenti l' ufficiale scoperta di Colombo. Secondo questa versione, presentata al pubblico da Ivan Van Sertima nel 1976 nel suo libro “They Came Before Columbus”, il principe del Mali Abubakari II avrebbe inviato una flotta di quasi 400 navi verso occidente, in cerca di una mitica terra di cui si parlava nella tradizione religiosa e letteraria del proprio paese. Di queste navi, solo una riuscì a tornare in patria, e riferì al principe di aver condotto scambi anche commerciali con le popolazioni autoctone. Pare che il principe abdicò per iniziare a viaggiare verso le 'americhe'. Questa storia è indirettamente confermata anche dal diario dello storico di Colombo, il frate e storico spagnolo Bartolomé de las Casas, le cui annotazioni sono riportate dallo storico accademico Samuel E. Morison (“Journals and Other Documents on the Life and Voyages of Christopher Columbus”, 1963). Una terza variante parla invece di contatti ancora più antichi, addirittura precedenti a quella che sarebbe la cultura chiamata dagli studiosi 'Clovis', e datata a circa il 11.500 a.C. in Nord America. Un esponente di questa teoria fu l' autrice e archeologa Niède Guidon, di San Paolo del Brasile. La Guidon ha dedicato una vita allo studio delle culture americane native, sia del nord che del sud, e sosteneva che la cultura Clovis fosse stata formata da persone provenienti dall' Africa, non dall' Asia. Ha inoltre catalogato oltre 800 siti, offrendo datazioni che vanno tra i 10.000 fino anche a 100.000 anni fa. Al contrario di questi autori che ipotizzano contatti relativamente recenti, l' autrice e artista Diane E. Wirth nel suo libro "Parallels: Mesoamerican and Ancient Middle Eastern Traditions" (2003) sostiene l' evidenza di una incredibile somiglianza tra le rappresentazioni figurative mesoamericane e quelle mesopotamiche, una somiglianza che é impossibile spiegare se non ammettendo contatti tra le popolazioni di queste due zone così distanti, contatti che sarebbero dovuti avvenire tra il III ed il II millennio a.C.; e per rimanere a tempi così remoti, anche il docente di letteratura inglese ed esperto di civiltà Yoruba Jeremie Samuel sostiene un contatto tra africani (abitanti dello Yorubaland, in questo caso) e nativi del Nuovo Mondo nel II millennio a.C. Da noi intervistato in occasione dell' imminente uscita del suo libro ("Wonders of the Olmec Civilization: The Lost Orisha Kingdom in the West", 2018), Samuel ci spiega che “Il libro analizza le correlazioni tra la religione olmeca e Ifá. Inoltre svela la firma degli Orishas lungo tutta la civiltà olmeca: da Shango, Orunmila, Ochusi, Ogun, e Aganju. Ad esempio, Aganjú è l'Orisha dei vulcani, ma non ci sono vulcani in Yorubaland [Togo e Benin, in Africa, n.d.a]. Tuttavia, le zone interne della olmeca Veracruz sono caratterizzate da vulcani, creste e colline. Inoltre, Aganjú è il coltivatore della Civiltà, e gli Olmechi svilupparono la loro civiltà avanzata attorno alla risorsa dei vulcani. Le teste colossali erano scolpite nella pietra vulcanica insieme a gioielli di ossidiana, maschere e utensili da taglio in vetro vulcanico”; sorprendentemente, Samuel ci fa anche notare che nella tradizione Orisha africana c'è un pataki (il termine con cui si indicano in lingua yoruba le storie sacre) molto interessante sull' Orisha chiamato Orunmila.
Secondo questa storia, egli fu mandato sulla terra da Olodumare - il dio creatore che dimorava nel cielo - per insegnare i principi di Ifá tra la gente. Quando Orunmila arrivò sulla terra costruì il suo tempio su una collina chiamata Oke Tase. Si dice che Orunmila sia esistito in forma fisica sulla terra circa 4000 anni fa, e la cosa interessante da punto di vista del nostro studio é che gli Olmechi stabilirono la tradizione unica di costruire templi su tumuli lontani in Messico circa 4000 anni fa, nello stesso periodo in cui Orunmila venne sulla terra e costruì il suo tempio sulla collina-tumulo.
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