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Estratto da De Homine #2

  • Immagine del redattore: Alessandro Demontis
    Alessandro Demontis
  • 10 apr 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

[...] Dal momento che, abbiamo visto, la quantità d' oro estraibile dal mare sembrava essere esigua, le operazioni di estrazione si spostarono nella terraferma; pare che Enki avesse trovato grandi quantità del prezioso metallo nel centro dell' Africa, territorio che secondo Sitchin era chiamato nei testi mesopotamici in vari modi: Abzu, Irkalla, e Kurnugi erano i termini principali. Che gli 'dei' Anunna fossero impegnati in lavori manuali è narrato chiaramente da molteplici testi, sia d' epoca sumera che di epoca accadica... per esempio, nel mito di Atra Hasis, quando viene narrata la Creazione dell' Uomo, il contesto è quello di un ammutinamento degli Anunna che lavoravano nel sottosuolo. A dir la verità, la maggior parte degli studiosi ha un atteggiamento ambiguo riguardo al ruolo ed alla location di operatività degli Anunnaki, infatti mentre in svariati passaggi dell' Enuma Elish (il mito della creazione babilonese, si veda “Mesopotamian Creation Stories”di W.G. Lambert) essi vengono attribuiti, secondo gli studiosi, alla 'Terra' (babilonese: eršetu), in altri casi gli studiosi caratterizzano queste divinità come abitanti del 'sottosuolo', o meglio, del 'mondo di sotto' (interpretando spesso questo termine come una specie di regno dei morti). In periodo Cassita (XVI secolo a.C.), inoltre, gli Anunnaki diventano quasi esclusivamente divinità del mondo di sotto, spesso legati al dio Nergal. L' atteggiamento ambiguo degli studiosi è ben evidenziato e denunciato da Scott B. Noegel (“God of Heaven and Sheol: The Unearthing of Creation”, 2017) il quale, in una lunghissima nota (pagina 140, nota 78), riporta numerosi esempi di tali ambiguità. La chiave per comprendere la location degli Anunna, e più specificatamente di una loro fazione (gli Igigi), verrebbe secondo Noegel da un cambio di interpretazione dei termini babilonesi tradotti come 'terra': “ammatu” ed “eršetu”. Secondo Noegel, questi termini in numerosi ambiti sarebbero da tradurre come 'mondo di sotto', ma escludendo ogni valenza mitologica relativa ad un ipotetico regno dei morti. Il passaggio di Enuma Elish - tavola VI, versi 39-44 - in cui Marduk pone 300 Anunnaki in cielo (babilonese: šame) e 300 in terra (babilonese: eršetu), e un altro - tavola VI verso 69 - in cui sono menzionati 300 Igigi in cielo (babilonese: šame) e 600 in terra (babilonese: apsu), sarebbero dunque da interpretare come una dislocazione di due gruppi: uno in aria, e l' altro nel sottosuolo o comunque in una 'zona di sotto'. Del resto in tavola V, versi 125-126, scopriamo che gli Anunna erano “venuti su dall' Apsu per prendere decisioni”, dunque l' Apsu è decisamente qualcosa di 'inferiore' o di sotterraneo. Sitchin interpreta questa valenza in maniera duplice, ritenendo l' Apsu / Eršetu / Kurnugi / Irkalla come una zona geograficamente più a sud di Sumer, e un luogo sotterraneo: miniere dislocate nel centro-sud del continente africano; ebbene, queste miniere esistono ancora...

 
 
 

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